Meno rigore, più libertà. Conquistato lo Scudetto, la Juve si è concessa meritato riposo: solo giovedì, la squadra si è ritrovata per preparare la trasferta di Roma, che per alcuni sarà pure «una gita» (copyright Chiellini), ma resta ultimo serio scoglio lungo la corsa al “100″. I tempi si sono allungati, comunque. E, quasi di riflesso, un po’ tutto è sfasato. Doveva essere disputata alle 20:45, per l’appunto, la gara tra le due regine della stagione italiana. Invece, il prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro, ha deciso di anticipare la sfida alle 17:45. Orario inedito, scelta inevitabile: dopo quanto accaduto la settimana scorsa, quando l’intervento inatteso di facinorosi ultras della Roma trasformò il prologo della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina in guerriglia, si temono infiltrati partenopei alla ricerca di vendetta. «Dobbiamo lavare il sangue del nostro Ciro – l’impegno preso dai compagni del ragazzo raggiunto da un colpo di pistola nella follia dell’Olimpico – È impossibile pensare che stiamo fermi a guardare dopo che uno dei nostri ha rischiato di morire. Ciro va riscattato e noi domenica saremo a Roma per onorarlo». Meglio affrontare quelle che si promettono ore di fuoco alla luce del sole: da qui, il posticipo.
Per ragioni molto meno serie, sarà quasi certamente posticipata la Supercoppa. La sfida che il Napoli si è meritato di disputare contro la Juve proprio vincemmo la Coppa macchiata dal sangue, dovrebbe cambiare collocazione: non più estate, ma Natale. La data originale era stata fissata per il 24 agosto: i partenopei, impegnati quei giorni nei preliminari di Champions (19-20 agosto e 26-27), hanno ovviamente storto il naso; i bianconeri, che ritroveranno solo ad agosto il nutrito plotone dei Nazionali, hanno abbozzato. Società d’accordo, nuova data presto trovata (23 dicembre), meta da definire (Dubai, Abu Dhabi e il Qatar si sono fatti avanti).
Ci sarà Antonio Conte a guidare “Madama” all’assalto della terza Supercoppa di fila? Ieri erano attesi segnali da un annunciato incontro con il presidente Agnelli. Ma il confronto, anch’esso, è stato spostato. Tutto tace, insomma. E continuerà a tacere, visto che il tecnico lascerà ai suoi collaboratori la penultima conferenza della vigilia. A parlare, sono le indiscrezioni esterne, che vorrebbero Conte favorito per la panchina del Monaco, e quelle interne, che presentano una distanza tra quanto chiederebbe l’allenatore (aumento dell’ingaggio da 3 a 4 milioni, tre innesti di caratura internazionale) e quanto sarebbe disposta a garantire il club: un pezzo pregiato (Sanchez, per esempio), un manipolo di rinforzi (Nani, Pereyra, Lulic, Paletta), qualche parametro zero (Evra, Alex, Drogba) e le conferme di Vidal e Pogba. Mica male?
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]