La tendenza era già stata riscontrata la stagione scorsa, quella del ritorno al trionfo in campionato: 17 punti di differenziale rispetto agli esiti della prima frazione. Dato migliorato sabato scorso, a Bologna, ed ancora perfezionabile, visto che di incontri al capolinea ne mancano ancora 9. Troppe volte è successo perché si parli di casualità, che la fine si avvicinasse e le differenze tra la Juve e gli altri inesorabilmente si dilatassero: le gambe degli avversari s’ingolfano, quelle dei bianconeri accelerano; le menti dei rivali s’annebbiano, quelli di Pirlo e compagnia si concentrano sull’obbiettivo principale. Che, quasi sempre, con le rare eccezioni che confermano la regola, viene raggiunto.
Ultimo episodio al “Dall’Ara”, contro la formazione di Pioli che nel girone di ritorno aveva collezionato un solo punto in meno dei Campioni d’Italia e che nelle precedenti 7 partite aveva mosso gli stessi passi. Il Bologna ha giocato a testa alta il primo tempo, poi è stato freddato da Marchisio e Vucinic. Il montenegrino, tra l’altro, è il primo nome che campeggia in un altro elenco, ulteriore conferma di come nelle secondi frazioni le tinte bianconere diventino più forti: i gol dalla panchina.
Se la Juve emerge alla distanza, infatti, non è solo per capacità morali e resistenza fisica: un contributo pesante lo hanno elargito le sostituzioni vincenti. Come quella di Vucinic, in occasione della Supercoppa vinta a Pechino contro il Napoli. Come quella – ultima nella serie – di Giaccherini, decisivo nel successo all’arrembaggio finale con il Catania, una settimana fa. Cobra o diesel, grazie alle reti della panchina: è sempre più una Juve dalla grande ripresa.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]
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