Giorno di sorteggio, giorno di conoscenze. Tra poche ore, la Juve saprà le avversarie del girone di Champions, nel quale sarà inserita partendo dalla seconda fascia in virtù dell’eliminazione del Lione. Tra inferno (un raggruppamento del genere: Bayern, Manchester City, Celtic) e paradiso (Benfica, Olimpiacos, Dinamo Zagabria), quale sarà lo scenario reale? E soprattutto con chi lo affronterà la truppa di Conte? Perché, seppur caratterizzati da altri eventi importanti, questi restano giorni di fervente mercato, gli ultimi prima della chiusura di lunedì.
Potrebbe chiudersi in giornata, checché ne dicano i contrari tifosi del Milan, il trasferimento in rossonero di Alessandro Matri. Parziale rivelazione è stata fornita direttamente da Galliani, nessuna smentita è giunta da Marotta: si parla di un prestito per 2 milioni e poi pagamento dei restanti 10 richiesti dalla Juve nell’arco di 4 anni. Possibile.
Molto meno, l’arrivo di Nanì: il Manchester United pretende 13 milioni per l’esterno in scadenza di contratto, la società bianconera è interessata ma non a queste cifre. Si ragiona per un “costo zero” a gennaio, in linea con quanto fatto con Pirlo e Llorente, anche se l’agenzia di scommesse irlandese Paddy Power si è detta convinta, tramite articolo pubblicato sul suo sito, del passaggio alla corte di Conte del portoghese. Stesso trattamento riservò per l’operazione Tevez, bisogna ricordarlo…
Tevez che, intanto, inizia a sentire profumo di Europa: «A noi manca forse qualcosa per essere davvero i più grandi, ma in Champions dobbiamo provarci». Concorde Pepe: «In Europa sarà dura: alcune formazioni hanno qualcosa in più di noi – come il Bayern, il Barcellona e il Real Madrid – ma abbiamo la forza per potercela giocare con chiunque».
Coraggio in Champions, sicurezza in Italia: «Se avremo la giusta mentalità, saranno loro a doversi preoccupare – il monito dell’esterno pronto al rientro – In campionato tra le nostre antagoniste principali vedo il Napoli, il Milan e la Fiorentina». Ma non sarà una passeggiata, se anche uno come Tevez sottolinea che «la serie A è più difficile della Premier perché non si può tenere troppo il pallone. Però, Conte in dieci lezioni mi ha spiegato tutto». Il vero top player resta lui.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]