Juventus-Chievo Verona 3-1: riprende la corsa scudetto dei bianconeri

Concreta, cinica, soprattutto vincente: la Juve ha battuto il Chievo e ripreso la marcia trionfale in campionato, dopo il pareggio-beffa di Verona. Per lo spettacolo, passare un’altra volta, magari a marzo, quando i carichi pesanti delle ultime settimane daranno la brillantezza atletica che ora manca agli uomini di Conte. Che ha gioito con Asamoah e Marchisio nel primo tempo, per poi tremare all’autogol dell’anno (Caceres con l’aiuto fondamentale di Lichtsteiner) ad inizio ripresa, salvo sospirare lieto grazie a Llorente.

Partita lenta, per volere della Juve e per piacere del Chievo, schierato con un 3-5-2 speculare a quello di “Madama” ma ovviamente tutto improntato alla fase difensiva. Eppure, con otto uomini nella propria metà campo, la squadra di Corini è riuscita comunque a lasciare piena facoltà agli avanti rivali di colpire. Al 17′ Asamoah è penetrato tra le linee gialloblù con una libertà tale da scambiare con Llorente, riflettere se tirare con il destro e prepararsi il calcio con il sinistro: giro imprendibile e festa sul ghanese, sommerso dalla gioia dei compagni. Liberissimo anche Llorente al 24′, ma il controllo con una mano ha vanificato la pronta girata, finita comunque sulla traversa. E liberissimo, infine, pure Marchisio al 29′, in occasione di una punizione “maledetta” di Pirlo: Agazzi ha servito il pallone su un piatto d’argento ed il “Principino” non ha trovato nessuno più lesto di lui nel goderne.

Doppio vantaggio, primo tempo dominato, partita sotto controllo. Stesso scenario di Firenze e Verona, stessa metamorfosi bianconera: la squadra padrona, è rientrata in campo timida, distratta, maldestra. Ed anche parecchio sfortunata: il gol avversario, come nelle precedenti cinque partite, è arrivato ad inizio ripresa, ma questa volta non su azione da fermo e con poca responsabilità dell’atteggiamento generale. Lichtesteiner ha rinviato affrettatamente un pallone insidioso in area piccola ed ha colpito in pieno Caceres: palombella beffarda a superare Buffon (8′). “Mai dire gol” ci avrebbe costruito più di una puntata sopra.

Il gol ha ovviamente rinvigorito le speranza veronesi e fatto venire strani pensieri ai bianconeri. Prima ancora che il Chievo potesse approfittarne (il subentrato Pellissier ha perso l’occasione, facendosi bloccare la conclusione), però, “Madama” è riuscita a rimettere la gara sul binario favorevole: angolo di Pirlo e testa di Llorente nel mucchio (12′). Partita di nuovo in pugno, tranquillità di nuovo acquisita.

Del clima disteso, ha giovato Giovinco, che si è fatto vedere con una conclusione finita di poco a lato della porta difesa da Agazzi. L’unico guizzo serio della sua partita non ha comunque risparmiato all’attaccante tascabile i fischi dello Stadium. Conte ha sentito e cosa ha fatto? Ha richiamato l’ex Parma in panchina (dentro Tevez) e, abbracciandolo, ha platealmente zittito il proprio pubblico, con la rabbia orgogliosa di un padre che difende il figlio dagli insulti della gente.

Scontro Conte-Stadium a parte, la partita è andata spegnendosi senza grandi sussulti, animata soltanto dai singoli. Marchisio ha sfiorato la doppietta, Bonucci ha innescato un duello rusticano con Sardo, Osvaldo ha “rubato” un pallone ad Ogbonna, tanto era desideroso di segnare. Giovedì, contro il Trabzonspor, avrà più minuti per farlo.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]

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