Come se non esistesse domani. Per Conte (e di conseguenza per la Juventus) non c’è Bayern che tenga: bandita la musichetta della Champions dalle cuffie, si pensa solo all’Inter.
«La partita con la “P” maiuscola è quella con i nerazzurri – ha sottolineato, ben tre volte nel corso della conferenza della vigilia, il tecnico leccese – Abbiamo un obiettivo concreto, che è riconfermarci in campionato. Quindi, non bisogna fallire determinate partite, come quella contro l’Inter, carica di tradizione e significati. Da parte mia e da parte dei giocatori non c’è niente in vista: siamo concentrati esclusivamente sulla sfida di “San Siro”».
Ed infatti – tralasciando il tempo dedicato alle provocazioni mediatiche («Io al Milan o all’Inter? Sono un professionista, mai dire mai»), Conte è stato abbastanza prolisso sulla formazione che schiererà: ha annunciato l’assenza di Vucinic (neanche convocato) per alcuni decimi di febbre, apprezzato il presto recupero di Chiellini ed applaudito il debuttante “transalpino” Pogba («Ho visto la seconda partita della Francia: secondo me l’espulsione di Paul è stata ingiusta. Certo, con un po’ di esperienza, la seconda ammonizione se la sarebbe evitata. In Nazionale, Pogba ha comunque dimostrato i grandi progressi che ha fatto»).
«Cercherò di schierare la formazione migliore, tenendo conto naturalmente di tante situazioni», ha annunciato l’allenatore salentino. Davanti Giovinco sarà affiancato da uno tra Matri e Quagliarella, con l’attaccante lodigiano leggermente favorito; al centro, potrebbe riposare Marchisio; sugli esterni, sicuro Asamoah e forse Padoin in vantaggio su Lichtsteiner; dietro, il trio delle meraviglie e ovviamente Buffon. Che ha lanciato la sfida all’Inter: «All’andata ci fu superiore e meritò la vittoria, dimostrasse anche a “San Siro” di essere più forte. Da parte nostra, naturalmente, c’è la massima voglia di rivincita».
Conte, invece, è in pieno clima pasquale e non punge. Gli chiedono di Cassano e delle sue dichiarazioni passate sullo stile Juve («Lì , vogliono solo soldatini»): «Quella è stata una parentesi: come si è aperta, si è poi chiusa. Antonio ha dimostrato e sta dimostrando di essere un campione. Domani conta la partita, e non contano le fesserie».
Lo interrogano, poi, sull’uscita recente Galliani («Campionato sia falsato dalla situazione-stadio di Cagliari»): «E’ la considerazione di un dirigente, bisognerebbe chiedere a Marotta». E gli ricordano, infine, la fresca esternazione di Totti, secondo il quale la Roma come organico sarebbe più forte della Juve: «Dall’anno prossimo, bisognerà prestare attenzione ai giallorossi, che si stanno costruendo un bel futuro. A Totti non posso che rivolgere i miei complimenti per i suoi venti anni di Serie A: è il miglior spot per il nostro calcio, mi auguro che ritorni in azzurro per i Mondiali».
Tutti pensieri secondari, comunque, in coda dietro la fissazione per la gara con l’Inter, quella (immaginiamo, la prima di una serie) senza domani.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]