«Perché no?». Ha risposto così, l’eterno capitano bianconero a chi gli ha chiesto di un eventuale ritorno a Torino. Non si era mai concesso a questo quesito, prima, l’attuale “10″ del Sidney. Un po’ perché la ferita della separazione era ancora aperta: non ci si toglie una maglia indossata per un ventennio senza starci male, senza sentirsi «stranito» («Il primo giorno che ho lasciato la Juve mi sono sentito strano»). Un po’ perché la testa era tutta alla nuova esperienza, «una scelta di vita e di curiosità. Dopo tanti anni trascorsi in un mondo che conoscevo alla perfezione, avevo voglia di confrontarmi con il suo opposto». Più lontano possibile per non pensare ad un saluto, in quello Stadium gonfio di lacrime, che solo la dirigenza aveva voluto e che in tanti avevano subìto.
Dirigente, osservatore, emissario: ai tifosi importerà sicuramente poco il “come”. A Del Piero interessa molto, invece, la Juve di oggi, «una squadra impressionante. Nonostante una partenza che poteva sembrare in sordina, se paragonata alle dieci vittorie consecutive della Roma, alla fine del girone d’andata i numeri sono mostruosi. Il merito è di Conte, ovviamente, ma anche dei giocatori con la loro disponibilità e la fiducia nel progetto e poi, ovviamente, della società». Già, elogio pure per quella dirigenza che lo ha fatto fuori. Per amore, quello vero, si dimentica anche.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]
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