Niente Borriello, niente Pazzini. Si chiude senza il botto tanto atteso il mercato della Juventus. I bianconeri si accontentano di due innesti in difesa: arrivano infatti il terzino sinistro Armand Traorè dall’Arsenal e il centrale Leandro Rinaudo dal Napoli. Partono invece Mauro Camoranesi, passato allo Stoccarda, e Jonathan Zebina che ha firmato per il Brescia.
L’aspetto più clamoroso dell’ultima giornata di contrattazioni è arrivato nel primo pomeriggio quando è saltata la trattativa per Marco Borriello. L’affare sembrava ben avviato ieri con l’accordo tra Juve e Milan ma già in serata erano emerse le prime difficoltà. Problemi che si sono confermati oggi. Il nodo era la formula del trasferimento: la Juve puntava a un arrivo in prestito, mentre il giocatore preferiva essere ceduto a titolo definitivo. Nel frattempo la Roma ha sfruttato l’impasse e si è posta come concreta alternativa, fino a soffiare Borriello alla Juve in prestito gratuito con diritto di riscatto fissato a 10 milioni di euro. Condizioni che curiosamente ricalcano molto le prime ipotesi circolate ieri per il trasferimento in bianconero.
Qualche interrogativo sulla mancata definizione dell’operazione da parte della Juve, dunque, resta. «È stata un’opportunità che si è presentata ieri – spiega il direttore generale, Beppe Marotta – e che abbiamo cercato di cogliere per rafforzare il reparto d’attacco, proponendo la cessione temporanea. Non potevamo fare diversamente e non ci interessava nessun altro giocatore». Così, niente Borriello e niente Pazzini. L’attacco della Juve sarà composto dunque da Del Piero, Amauri, Quagliarella e Iaquinta. E qui sorgono alcuni dubbi, non certamente sulle qualità dei quattro, ma sulla quantità. Amauri e Iaquinta infatti sono attualmente indisponibili (e soprattutto il secondo ha una notevole propensione agli infortuni, oltre al fatto che l’epoca del suo rientro è ancora incerta), Quagliarella non potrà essere impiegato in Europa League mentre la tenuta fisica di Del Piero non è più quella di una volta.
Insieme a Borriello è saltato, sempre con il Milan, lo scambio Kaladze-Grosso, cosa che ha portato Marotta ad acquistare, come quarto centrale di difesa, Leandro Rinaudo dal Napoli (prestito oneroso da 600 mila euro con diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro). «Avevamo bisogno di un giocatore con quel profilo per completare il reparto» commenta il dg. La rivoluzione estiva della Juve si chiude così con undici acquisti e sei cessioni, le ultime delle quali sono state Camoranesi (allo Stoccarda, contratto di un anno con opzione per il secondo) e Zebina che invece si è accordato per due anni con il Brescia. «È stato un mercato difficile, per noi di grande rinnovamento – è il riassunto di Marotta – è chiaro che non tutto si riesce a realizzare, ma siamo contenti». Più aderente alla realtà è forse il commento di Giorgio Chiellini. «Se Ibrahimovic ha lo stesso impatto che ebbe con l’Inter, può vincere lo scudetto da solo – ha detto il difensore dal ritiro della Nazionale -. Noi con l’arrivo di Ibra siamo un passo indietro, anzi un bel passo indietro, tanto lungo quanto è alto Zlatan. A me il progetto Juve piace molto, ma è a lungo termine. Ai tifosi bisogna parlare chiaro per non creare poi le pressioni che l’anno scorso ci furono fatali e provocarono una batosta immensa per tutti. Il nostro obbiettivo è la zona Champions e in certi momenti ci sarà da soffrire».
[Redazione Nero su Bianco – Fonte: www.nerosubiancoweb.com]
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