Una Juventus cinica fa proprio il “lunch match” casalingo contro la Fiorentina e si porta a quota 72 in classifica: un bottino bello cospicuo, che, in attesa del posticipo di questa sera tra Napoli e Roma, vale già come una mezza ipoteca su questo scudetto 2013 – 2014. Meritato il vantaggio per gli uomini di Antonio Conte, ottenuto poco prima del riposo a fronte di una prima frazione giocata ad alto ritmo contro una Fiorentina che, invece, stranamente ha giocato quasi volontariamente sotto tono.Un segnale al campionato firmato Asamoah, ormai titolare inamovibile della corazzata bianconera, in un ruolo che, ai tempi di Udine, in pochi avrebbero immaginato. É infatti proprio sul settore sinistro che la Juve ha costruito questo successo, figlio di una maturità mai totalmente espressa nelle due precedenti stagioni. Tra i viola, ormai quasi fuori dalla lotta Champions, delude invece Mario Gomez, ancora non al top della forma, mentre il duo Pizarro-Aquilani risulta quasi totalmente avulso dal gioco: certamente non un buon segnale per Vincenzo Montella in vista del secondo round, quello di Europa League di giovedì prossimo.
Poche sorprese ma novità non minime nelle formazioni che si presentano ai nastri di partenza. Nella Juventus, assente Pirlo per squalifica e con Osvaldo (in permesso per la nascita del figlio) neppure in tribuna, è infatti Ogbonna a guidare da ultimo uomo il reparto difensivo accanto ai titolari di sempre, ovvero il rientrante Chiellini a destra e l’ancora convalescente Barzagli a sinistra.
Tra i viola, invece, Montella risponde con un “falso” 4-3-3, schierando Cuadrado e Vargas ai lati di Gomez ma chiedendo loro anche un gran lavoro a centrocampo. In difesa, spazio a Diakitè sulla destra della linea a quattro, con Gonzalo e Savic nel ruolo di centrali. In mediana, invece, ad Aquilani il compito di cucire le dettature di Pizarro davanti alla difesa. Solo panchina per l’ex di turno Matri e per un Ilicic tornato in forma come ai tempi di Palermo.
I primi minuti vedono una Juventus molto aggressiva e una Fiorentina che, di contro, cerca di tenere alta la linea difensiva risultando però troppo manovriera. Il primo protagonista è Carlos Tevez, che strappa dai piedi di Pizarro un pallone morto e triangola in verticale con un compagno di squadra, ma il suo sinistro non inquadra la porta di Neto.
Con il possesso del campo di marca bianconera, piano piano il baricentro viola si abbassa, generando a metà primo tempo una doppia occasione pericolosissima per Asamoah, che in entrambi i casi spedisce la sfera a lato, anche se la prima soltanto grazie a una deviazione fortuita a pochi metri dalla linea. La Fiorentina prova a reagire cercando Vargas con dei lanci lunghi su cui però Barzagli fa estrema attenzione. E così è ancora una volta la Juventus ad avere, con Pogba, la palla buona per sbloccare il risultato: il francese controlla e calcia all’altezza del dischetto, ma anche questa volta alla bellezza dell’esecuzione non si accompagna la precisione nella conclusione. E’ il preludio al vantaggio, che arriva pochi secondi più tardi con Asamoah, abile a calciare con il destro una palla che, complice una leggerissima deviazione, sbatte sul palo prima di terminare in rete, per la gioia dei 38 mila dello Stadium. Premiato il tentativo del ghanese, che sfrutta l’interno concesso da un esitante Diakitè, proprio sulla mattonella che una volta fu di Alessandro Del Piero.
Come occasioni e mole di gioco, la ripresa non si rivela certo all’altezza dello scoppiettante primo tempo. Da segnalare solo due sussulti nei primi minuti: il primo con Tevez, con Tevez a cui non riesce l’ultimo passaggio a un Llorente che si sarebbe ritrovato il pallone tra i piedi a porta vuota. Il secondo con Gomez, al primo squillo della sua opaca gara: il tedesco riesce a sfuggire in area piccola alla marcatura dei difensori juventini, ma di testa colpisce il pallone in maniera troppo molle.
La Fiorentina punta sul palleggio e comincia progressivamente a guadagnare campo, ma riesce raramente ad arrivare dalle parti di Buffon. Dal canto suo, la capolista cerca invece di controllare anche tatticamente la partita e si copre a difesa del vantaggio raggiunto. Un tiro dalla distanza di Vargas prova a riaccendere gli animi dei toscani, i quali hanno forse l’unica occasionissima per pareggiare a undici minuti dal termine, quando una combinazione aerea mette Matos di in condizione di staccare a pochi metri dalla porta: il giovane brasiliano però spreca tutto centrando una traversa clamorosa. E la partita sostanzialmente termina qui, visto che Il finale è relegato a una girandola di sostituzioni e di variazioni di assetto (5-4-1 per la Juve e 4-3-1-2 invece per la Fiorentina, con Wolski trequartista e Cuadrado prima punta).
Insomma, nella Fiorentina non paga la scelta di Montella di puntare sul traffico sulle corsie inserendo due mestieranti della fase offensiva come Cuadrado e Vargas. I due si scambiano spesso sulla prima pressione con gli interni Anderson e Aquilani, ma lasciano il vuoto davanti a Marchisio, consentendogli di gestire il pallino della partita a proprio piacimento e di essere per un’ora tra i migliori sul terreno di gioco. Nel finale, poi, anche se prende metri e si rende più pericolose, la squadra viola pare più un coacervo di situazioni confuse che frutto di qualcosa di articolato, come fatto invece vedere nel corso della stagione.
Capitolo moviola. Buona la direzione di Orsato, fortunato nel non dover praticamente mai gestire situazioni al limite. Giusti i gialli, al secondo intervento duro, per Vidal e Aquilani, tanto per far capire un metro di giudizio che è stato abbastanza razionale all’interno di una partita molto corretta in cui gli animi sono sempre stati al loro posto. Giusto infine anche il giallo per il giovane Matos, che stramazza al suolo senza contatto dopo aver anticipato Chiellini in area di rigore bianconera.
[Fabio Villani – Fonte: www.goalnews24.eu]