C’è rabbia mista ad incredulità, c’è delusione con tono polemico. La Juve mette alle spalle la farsa Guarin-Vucinic e l’eliminazione (con recriminazioni) dalla Coppa Italia con le parole. Che non bastano per cancellare quanto accaduto, ma lasciano il segno. «L’Inter è un club poco serio»: questo, il messaggio principale che Beppe Marotta ha lanciato alla società nerazzurra a chiudere una tre giorni iniziata con un’affare fatto e terminata con un senso di vuoto. Perché questo resta, quando un club di livello si mostra succube del volere popolare al punto da farsi condizionare l’operato, al punto da perdere la faccia. «La trattativa era già definita con un accordo verbale tra me e il dg dell’Inter Fassone – ha ripercorso la vicenda, il direttore generale, nel corso della conferenza convocata ad hoc – Eravamo arrivati alla definizione economica dell’affare e avevamo stabilito la durata dei contratti. Agnelli ha più volte tentato di mettersi in contatto con Thohir, sinché ha da lui ricevuto un sms di assenso definitivo all’operazione. Poi la cosa è saltata e non abbiamo capito il perché».
«Non so se si può parlare di mancanza di affidabilità da parte loro, ma si può sicuramente parlare di mancanza di serietà», ha sentenziato Marotta. Che ha confessato lo stupore personale: «In trent’anni di carriera, è la prima volta che mi trovo di fronte a una situazione incresciosa come questa. Situazione che ha portato disagio ai due calciatori, due professionisti che sono stati maltrattati». Ed ovviamente il dg si è concentrato su Vucinic, «un giocatore che ha contribuito a farci conquistare gli ultimi due Scudetti: non meritava questa mancanza di correttezza. Non abbiamo mai pensato che la cessione di Mirko poteva essere considerata come un pacco, infatti: è ancora oggi un grande attaccate e, se cambierà eventualmente squadra, è perché alla Juve si è alzato il livello di qualità e di concorrenza del reparto d’attacco. Quel che è certo, è che adesso ha lo stato d’animo precario, il morale sotto i tacchi»,
«Precario» e «demoralizzato» Vucinic, discapito e sarcastico Conte. Il tecnico ha definito la sfida dell’Olimpico «una gara equilibrata nella quale i ragazzi hanno fatto bene: siamo stati un po’ timidi nel primo tempo e sfortunati nell’aver preso gol proprio nel momento in cui stavamo premendo il sopravvento». Gara, soprattutto, «decisa da due episodi: il fallo di Benatia su Giovinco per me era da ultimo uomo ed io cross di Isla sul gol annullato a Peluso mi è sembrato dentro di parecchio. In questo caso, tra l’altro, i giocatori della Roma non hanno detto nulla: erano tutti a teste basse e hanno benedetto il fatto che il guardalinee abbia alzato la bandierina». «Ma forse è meglio così – ha concluso Conte, con chiaro riferimento alle dichiarazioni provocatorie di Totti alla vigilia della partita di campionato – Ci fossero stati degli “aiutini”, saremmo stati rovinati».
La Juve ha lasciato Roma con questa frecciatina, ci tornerà dopodomani per ripartire contro la Lazio.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]