Per forza propria o per mancanza degli avversari, la Juventus è tornata a vincere come aveva abituato gli ultimi due anni: padrona dall’inizio alla fine, senza rischi o cali di tensione, comunque sempre con più occasioni sprecate che gol (stavolta per merito di un ottimo Perin). Un rigore (dubbio) di Vidal ed una magia di Tevez consentono ai bianconeri di tenere il passo del Napoli, alle spalle di una Roma inarrestabile.
Conte aveva chiesto uno Stadium meno teatro e più inferno, i tifosi hanno risposto fin dal fischio iniziale: «Noi vogliamo undici leoni». E leoni si sono rivelati Tevez e compagni, decisi nel chiudere in gabbia il Grifone e farne un sol boccone. Dopo 12′, già due grandi occasioni per la Juve: prima Pogba ha fallito il controllo è cincischiato davanti a Perin, poi il giovane portiere si è superato nel respingere un tocco da vicino di Llorente.
Senza sorprese, la formazione bianconera (ritorno del 3-5-2, Marchisio in panca, rientro di Isla); senza grandi novità, la strategia del Genoa (molti uomini nelle prime due linee, Bertolacci ad infastidire Pirlo). Tutto previsto. Tanto che, visto come sono andate le ultime gare di “Madama”, pure il colpo di sfortuna non è stato accolto come inusuale: al 17′ tiro da fermo di Vidal e traversa superiore a Perin fermo. Ma la Juve non si è fermata e la fortuna se l’è fatta amica: al 22′ l’arbitro ha visto dentro l’area quello che, tra Biondini e Asamoah, è stato un contatto fuori, seppur di un soffio. Dal dischetto si è presentato Vidal ed il vantaggio è arrivato.
«Non è successo niente», si è affrettato ad urlare Conte ai suoi, memore dei cali di tensione che troppi punti hanno tolto alla Juve fino ad adesso. È la sua squadra l’ha accontentato. Dopo poco, è stato Pirlo a sfiorare il raddoppio: incursione centrale, controllo magistrale del pallone, due difensori rossoblu mandati al bar e tocco di destro sul quale strepitoso è stato il riflesso di Perin. Poi, al 36′, la seconda rete è giunta davvero: dribbling di Tevez a rientrare e sinistro a battere l’ex portiere del Pescara in diagonale. Doppio vantaggio meritatissimo per una Juve ad alta intensità, contro un Genoa pavido ed incapace di scalfire anche solo minimamente la sicurezza bianconera.
Genoa che è rientrato in campo senza Antonelli e Gilardino, con Fetfatzidis e Konate. E, per sua fortuna, anche Perin. Se la compagine ligure è rimasta a galla, per quanto fuori dalla partita, il merito è stato esclusivamente del giovane estremi difensore. Che al 6′ si è superato, respingendo un tiro da fuori di Tevez e, soprattutto, la seguente ribattuta a botta sicura di Llorente. Decisa ed incisiva, la Juve si è riscoperta anche tosta: talenti come Tevez, che rincorrevano l’avversario per tutto il campo; gente come Isla, ultimamente un mistero a livello agonistico, che non perdeva un contrasto. Forte del risultato tranquillo e constatata la pochezza avversaria, la squadra di Conte si è limitata a controllare nel proseguo della gara: qualche tiro sporadico, tanto possesso palla, guanti immacolati per Buffon. Soliti cori dello Stadium, infine, a sfondo razzista: unica nota stonata nel pomeriggio solo bianconero.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]