«Abbiamo lavorato molto bene e perdere queste partite ci sta – ha voluto sottolineare il tecnico bianconero dopo la gara con l’Inter, persa per 10-9 alla lotteria dal dischetto – Contro i nerazzurri è capitato solo ai rigori, al termine di una partita equilibrata: niente di diverso dagli anni passati, quando nel Tim o nel “Berlusconi”, avevamo subito delle sconfitte. Io sono soddisfatto di quanto ho visto. Sono soddisfatto di Ogbonna, di come Tevez ha trovato l’intesa con Vucinic e della prova da leader di Mirko. Abbiamo commesso qualche errore di troppo in fase di impostazione, è vero, ma, visto il caldo e gli allenamenti pesanti, è comprensibile».
Stesso pensiero espresso da capitan Buffon: «Non mi preoccupano i risultati di queste partite. Lo sarei stato molto di più, se avessi visto una squadra già brillante: se così fosse stato, avremmo poi avuto poche energie durante l’anno. Molti di noi si allenano solo da otto/nove giorni e giocare un’intera partita com’è accaduto a qualcuno è dura, perché abbiamo lavorato davvero molto. Ora avremo il tempo di smaltire le fatiche della preparazione e presentarci pronti per le gare ufficiali». Primi impegni di una stagione nella quale ripetersi sarà l’obbiettivo da raggiungere.
Mica facile: «Dobbiamo metterci in testa che non sarà per niente semplice vincere ancora e dovremo essere bravi a non dar peso alle voci che ci vogliono favoriti. Nella mia carriera di calciatore ho giocato quattro finali consecutive, tre di Champions e una di Coppa Uefa, ma non ho mai vinto tre scudetti consecutivi: ci sarà un motivo».
Chi cercava quello della scelta di Tevez di accettare la corte della Juve (oltre le non secondarie ragioni economiche, ovviamente), è stato accontentato dallo stesso argentino. «Grazie alla Juve sono tornato ad amare il calcio», ha confessato l’”Apache”. Che, in un’intervista ad Espn, ha ricostruito il suo passato inglese, dai trionfi ai litigi, fino all’idea di abbandonare la carriera da professionista del pallone. «Ho sempre detto che mi sarei ritirato a 28 anni e ci sono andato molto vicino dopo il litigio con Mancini (settembre 2011: l’argentino si rifiutò di scaldarsi su invito del tecnico suo finire della gara di Champions contro il Bayern, ndr). Ma devo dire che, a prescindere da quell’episodio, mi sentivo anche molto stanco e demotivato: nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul fatto che sarei resistito sei anni in Inghilterra, del resto. Nonostante abbia vinto, prima con lo United e poi con il City, tutto quello che c’era da vincere a livello europeo e nazionale, era arrivata una fase in cui il calcio mi aveva stufato. Volevo lasciare tutto, ecco. Ma poi è arrivata la Juventus, uno dei più grandi club d’Europa». Ed anche Tevez ha ritrovato il sorriso.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]
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