Juventus: Ibra si o no? Intanto il derby

245 0

logo-juventusIbra sì, Ibra no, Ibra mai. Aggiungiamo un’altra pagina al calendario degli interventi sul tormentone che ci accompagnerà fino ad estate inoltrata, a meno che la Juve e lo svedese non decidano prima che questo matrimonio “s’ha da fare”.

Il partito dei favorevoli – si sa- è nutrito, almeno quanto quello degli ostruzionisti. Gli ultimi due “bravi” hanno parlato da Parigi e da Modena, due che si sono ritrovati da un momento all’altro nel ruolo di direttore sportivo, chi comunque grazie ad assodate qualità e chi a causa di un marasma generale: Leonardo e Secco. L’ex “milaninterista” ha puntualizzato quanto segue: «Io, Ibrahimovic e Lavezzi resteremo al Paris Saint Germain al 100%». Porte chiuse ad ogni trattativa, quindi, se non fosse che il mercato conosce scorciatoie dappertutto e, soprattutto, che c’è da considerare l’effettiva voglia dei citati di rimanere rinchiusi nella prigione dorata ai piedi della Tour.

Le indiscrezioni da Parigi, in effetti, vanno controcorrente ed anticipano una probabile fuga di molti “superpagati” per ragioni strettamente economiche: la tassa Hollande, in primis, che ammonta al 75% per chi guadagna più di un milione di euro (con gli sceicchi, praticamente tutti); le sanzioni UEFA, poi, nell’aria per una sospetta sistemazione del bilancio tramite la sponsorizzazione da 200 milioni in quattro anni della Qatar Tourism Authority, che è di fatto un organo dello stesso sceicco Al-Thani proprietario del club francese.

Ottimi motivi per salutare tutti, questi, per uno come Ibra, che non si è fatto scrupoli quando ha abbandonato le numerosi navi lungo la sua navigazione nei mari europei. Ancora negli occhi dei tifosi, quello all’imbarcazione bianconera, appena naufragata in serie B, estate 2006, quando saltò a bordo del vascello interista, proprio quello.

«Fece di tutto per andare via, lo dimostrò in ogni modo – ha girato il coltello nella piaga dei ricordi, Alessio Secco, ora al Modena – Se ora vuole tornare, significa evidentemente che nella vita ognuno può fare quello che vuole». Secco si è sentito di intervenire su Ibra, Ibra non si è tirato indietro dal citarlo per giustificare il suo addio: «Prima del Mondiale, Secco mi disse “Ibra, se hai qualche offerta, prendila”. É stato strano dover discutere certe cose con lui, che fino a qualche giorno prima mi diceva a che ora dovevo allenarmi. Fino ad allora avevo parlato solo con Moggi».

Quel che è stato, in ogni caso, non pare disturbare chi era in gruppo, allora come oggi. «Da parte mia, in campo, ho un buon rapporto, normalissimo con Ibra – ha detto Chiellini nella conferenza del giovedì di festa – Quindi, non ci sarebbero problemi per un suo arrivo. Però, per il resto credo che dobbiamo fare i giocatori e lasciare stare: sono discorsi che interessano la società»
Al difensore toscano ed ai compagni interessa altro, neanche ancora la festa.

«Non pensiamo a festeggiare, lo scudetto è l’ultimo dei miei pensieri. Vogliamo vincere non per la festa ma per battere il Torino, una squadra organizzata, con un gioco esaltante per gli esterni, che all’andata ci ha messo in difficoltà nel primo tempo. Sarebbe una follia sottovalutare il nostro avversario, rilassarci vedendo il nostro obiettivo vicino. Vogliamo raggiungere il nostro traguardo e chiudere il campionato al più presto, per togliere ogni speranza di rimonta a chi ci insegue».

Magari non già domenica, perché, «se fossi un tifoso granata, non sarei contento di vedere la festa della Juve nel mio stadio, ma ci vuole sportività e bisogna evitare gli eccessi. Le sfide contro Milan, Inter e Napoli semmai hanno maggior valore per la classifica, ma contro il Toro è sempre una partita sentitissima».

Ibra può aspettare.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]