«Se qualcuno pensa che mi accontento di questi due scudetti si sbaglia – ha detto Conte, a margine della premiazione – L’anno prossimo voglio gente feroce, cattiva, determinata. Perché voglio arrivare ai nastri di partenza con l’ambizione di provare a vincere, di continuare a farlo e di riuscirci in grande. Al di là del mercato, sarà importante avere la stessa fame, la stessa voglia di lavorare, sacrificarsi e di sudare, quindi. Se ci sono tutte queste cose, allora si continua, si va avanti. Perché se mi dovessi accorgere che latita qualcosa, sarebbe dura andare in battaglia».
Qualcosa è mancato nella partita con il Cagliari, ad esempio, ma gli alibi erano tutti palesi, negli ultimi minuti stagionali allo Stadium. La formazione scesa in campo, ricca di giocatori alla ricerca di minuti per rientrare negli archivi in maniera degna, non ha sbranato i sardi, come l’allenatore avrebbe voluto: merito anche dell’ottima prova di Ibarbo (splendido il suo gol in contropiede, in fuga dalla doppia marcatura, che molto ha ricordato una marcatura di Weah contro il Verona) e compagni, ma soprattutto di una evidente sensazione di appagamento.
«Volevamo vincere per chiudere quest’annata davanti al nostro pubblico che anche oggi ci ha sostenuto e per il record di punti- ha detto Marchisio, in verità l’unico a soffermarsi sulla possibilità sfumata – Questo pareggio, però, non toglie i meriti di questa squadra che da due anni sta facendo grandissime cose».
E vuole continuare a farne.
«Siamo nel pieno di questo ciclo, adesso stiamo crescendo ed è bello crescere insieme – ha dichiarato infatti Chiellini – É stato un campionato straordinario, fatto di grandi sacrifici e grande abnegazione. Anche quando abbiamo giocato in Champions, non abbiamo mai perso di vista quello che era il nostro obiettivo: vincere in Italia e continuare a farlo per più tempo possibile. Sono convinto che il mister resterà, dunque, perchè è l’artefice di questo successo».
Il difensore toscano è stato tra i più attivi sul palco della festa: lui è Caceres, gli animatori dell’entusiasmo bianconero, che ha coinvolto tutti, dal terzo portiere al team degli assistenti di Conte. Ed ha trascinato pure Simone Pepe, che ha tentennato al momento di ritirare la medaglia, ma poi ha partecipato con il sorriso.
«Questo è stato uno Scudetto bellissimo, fantastico. – ha dichiarato l’esterno romano, falcidiato dagli infortuni al ginocchio’ – Pur avendo giocato poco, lo sento mio: i tifosi mi hanno sempre applaudito, devo dare tanto per ripagare tutto l’affetto. Sono carico per la prossima stagione, sto facendo riabilitazione e spero di essere pronto per il ritiro di Luglio».
Troverà una Juve ancora affamata, guidata da un Buffon primo capitano ad alzare il trofeo italiano dopo Del Piero.
Troverà una Juve decisa nel volersi andare a prendere la terza Stella “federale” e nel tentare la scalata al tetto d’Europa.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]
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