Il motto decoubertiano non ha proseliti a Torino, sponda bianconera. L’”importante è partecipare” è rientrato nel vocabolario della Juventus soltanto dopo i misfatti di Calciopoli e la difficile risalita. Se il sorprendente Scudetto, conquistato la scorsa stagione al termine di una cavalcata senza sconfitte e senza attese, giunto dopo annate tortuose, aveva quindi motivato un premio aggiuntivo agli uomini di Conte, questa volta non ci saranno surplus collettivi. Prevalere in campionato deve essere prassi: questa la filosofia implicita nella decisione societaria.
Felicemente condannati ai successi, i giocatori bianconeri devono ambire a coglierli, senza bisogno di stimoli ulteriori come la scorsa stagione: ad ognuno venne staccato un assegno di 200mila euro o, a scelta, furono consegnate le chiavi di una Ferrari personalizzata. Giusta ricompensa per l’impresa contro pronostico. Eccezione, quindi.
Non saranno di certo leggere, però, le buste paga di Pirlo e soci, merito dei bonus individuali, inseriti in quasi tutti i contratti, secondo il piano di modernizzazione adottato dal club da un po’ di tempo. I primi casi, in tal senso, furono mossi con l’acquisto di Pepe dall’Udinese e con il rinnovo di Chiellini. Da allora, la strategia della variabilità dello stipendio è diventata praticamente consuetudine diffusa: ogni giocatore ha un fisso assicurato ed una parte oscillante verso l’alto in base ai risultati di squadra (e qui rientra la vittoria dello Scudetto, ad esempio) e personali (questi, concordati al momento dell’accordo).
Dubitiamo che i ritmi serrati di Conte, che ha ritrovato martedì la squadra dopo il riposo concesso ed ha subito preso a martellarla in vista del derby di domenica, permettano a Buffon e compagni di pensare ai guadagni. Così come fatichiamo a pensare che i tifosi bianconeri stiano meditando esclusivamente sul vicinissimo trionfo: c’è la sfida con il Torino prima, che può portare con sé l’aritmetico primato, ma che essenzialmente ha un suo fondamentale valore a prescindere.
In tanti proveranno ad esserci all’Olimpico, infiltrandosi semmai nella curva-bis granata, quella adiacente al settore ospiti riservato ai 1500 juventini “regolamentati”. Tantissimi, prima, parteciperanno di certo alla simpatica iniziativa “copiata” dal derby madrileno: una sorta di pellegrinaggio a passo di corsa da un luogo di “culto” ad un altro delle squadre torinesi. Partenza alle 10 sotto la curva Maratona dell’Olimpico, arrivo nei pressi della “Scirea” dello Stadium, podisti in maglia granata e podisti in casacca bianconera: la formazione che, sommando i tempi dei partecipanti, otterrà il totale più basso, vincerà. Un bel modo per stemperare la tensione e vivere la rivalità da amici.
In questo, sì, l’importante sarà partecipare.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]