Non è andata giù, la lezione di determinazione ed intensità, alla Juve. I due schiaffi ricevuti per mano dei partenopei hanno fatto male, forse anche più dei quattro subiti a Firenze, nell’altra sconfitta in campionato. Non mera ipotesi, ma versione ufficiale per voce del direttore generale. «Ci ha dato fastidio l’eccessiva euforia dimostrata dal Napoli per una partita che vale solo tre punti – ha detto Beppe Marotta – Sembrava l’euforia di una squadra di provincia, con obiettivi come la salvezza. Mi sembra che questo sia molto riduttivo per una società come la partenopea che ha un certo blasone. I 17 punti di distacco ci stanno tutti». Non è più abituata a perdere, la “Vecchia Signora”: è evidente. Come lo è il tentativo di Conte di trarre stimolo dalla delusione che non può nascondere: «Ci fa piacere che chi vince contro di noi pensi di aver fatto un’impresa, del resto stiamo facendo cose straordinarie. Il fatto che chi ci affronti giochi la partita della vita, deve spingerci oltre l’ostacolo. Abbiamo voltato pagina, comunque, così come successo dopo la Fiorentina. I calciatori sanno cosa significa indossare questa maglia, quindi andiamo avanti».
Lo sa perfettamente Carlitos Tevez. «Non conta il numero che porto sulle spalle, ma il simbolo che ho sul petto», aveva detto nelle settimane scorse l’”Apache”. Che l’attaccamento al bene di squadra lo dimostra ogni volta che scende in campo. E non c’entrano i gol: grinta, lotta, sudore, altruismo, sacrifici. A Lione, ad esempio, ha chiesto il cambio per un fastidio muscolare, ma ha continuato ad inseguire palla ed avversari fino alla sostituzione. «Non è un infortunio serio – ha poi chiarito Conte – Avvertiva già qualche fastidio all’adduttore ed eravamo d’accordo che, appena sentiva un affaticamento in quella zona, doveva uscire per non complicare la situazione». «Sto bene – ha in seguito scritto su Twitter il campione argentino – Sono uscito perché avevo un dolore ad un muscolo adduttore. Nulla di grave, per fortuna».
Ci potrebbe già essere lunedì contro il Livorno, ma è probabile che venga risparmiato per il ritorno dei Quarti con il Lione. Anche perché adesso ci sono alternative valide, come visto nel finale di giovedì. «Chi è entrato, ha fatto bene e ne sono contento – la soddisfazione del tecnico – Giovinco? Siamo pochi ad apprezzarlo, dobbiamo portare alta la bandiera: secondo me ha qualità incredibili, ma deve credere ancor di più in se stesso, perché può fare la differenza anche qui. Vucinic? Vogliamo farlo entrare in condizione: è stato un anno travagliato per lui, ma lo stimo e ci tornerà utile in questo finale di stagione. In generale, mi è piaciuta a la mentalità: siamo andati in Francia per cercare il gol».
Ed è venuta pure la vittoria, al temine di «una partita difficile contro un avversario che ha voluto limitare il nostro gioco, marcandoci a uomo. Quando trovi questo tipo di situazioni, devi sperare che ci sia una situazione per presentarsi davanti al portiere. E noi ci siamo riusciti. Non abbiamo fatto ancora nulla, però: c’è una gara di ritorno da giocare ed una semifinale da conquistare». Scommettiamo che Conte non si accontenterà di un pareggio?
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]
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