Juventus-Inter 1-1: l’analisi del match

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logo-juventusTORINO – L’anno nuovo è iniziato con la gara, Juventus-Inter, che tutto il mondo interista vuole vincere e alla fine, pur partendo da sfavoriti e avendo portato a casa un pareggio, i tifosi nerazzurri hanno l’amaro in bocca per non aver vinto una sfida che dopo soli quarantacinque minuti sembrava indirizzata in tutt’altro modo.

Sempre i soliti problemi nella prima parte. Difesa poco protetta, errori di posizionamento e poca cattiveria: questo atteggiamento porta a brutti risultati contro il Cagliari, figurarsi contro la squadra che da tre anni domina il campionato. E infatti a freddo Tevez segna. Un po’ come nell’ultimo viaggio a Torino della banda all’epoca di Mazzarri. Se allora, però, dopo il gol subito tutti avevano la sensazione che quella sarebbe stata la prima rete di una serie e che la sconfitta sarebbe stata quasi inevitabile, questa volta non è stato così. Ovunque si vedeva, si respirava quasi la possibilità di poter rimettere in piedi una partita che, diciamolo francamente, poteva presentare un passivo più pesante alla fine della prima frazione di gioco. Proprio qui l’Inter ha cambiato la propria mentalità.

Quei quindici minuti nella pancia dello Juventus Stadium possono essere il cambio di marcia che tutti stavano aspettando. Non si parla più, senza dimostrarlo o dimostrandolo in parte, di un cambio di filosofia della squadra: questa filosofia si è vista sul campo. Dopo l’ingresso in campo di Podolski (aveva pochi minuti nelle gambe, ma sono stati minuti di qualità senza ombra di dubbio. Wilkommen Prinz) la squadra aveva in campo Hernanes, Kovacic, Guarin, Icardi e l’ex Arsenal tutti contemporaneamente sul rettangolo di gioco. Cinque, dicasi cinque, giocatori dalle spiccate qualità offensive tutti insieme e non contro l’ultima delle provinciali, ma contro la Juventus che fino a quel momento aveva dominato in lungo e in largo la gara. Nel calcio si sa la tattica conta tantissimo, ma la psiche degli uomini è pur sempre un fattore da non sottovalutare. Tutti, dai magazzinieri a Thohir, passando per gli undici in campo, hanno capito che per cambiare la mentalità e la filosofia di gioco non servono solo parole, ma soprattutto i fatti.

Icardi segna. In questo momento tutti hanno pensato che adesso l’Inter avrebbe potuto aspettare la Juve e ripartire in contropiede. Tutti. Tranne Mancini. Il Mancio mette in campo un altro giocatore offensivo, Osvaldo al posto di un centrocampista, Hernanes. Questa Inter non si accontenta più di pareggiare contro la prima della classe e bearsi con le altre del risultato definendola un’impresa: l’Inter di Mancini vuole vincere. Non importa chi ci sia davanti, questa Inter vuole sempre provare a portare a casa i tre punti. Le occasioni ci sarebbero anche, Buffon ne conta 4/5 addirittura, ma forse è meglio così. Forse è meglio che l’Inter non ne abbia convertita nemmeno una: ancora questo gruppo potrebbe non essere pronto ad una sbornia come quella che avrebbe regalato la vittoria contro la nemesi bianconera. Ricordate quel novembre del 2012? Loro non erano pronti e le conseguenze le si stanno pagando, in parte, anche oggi.

Fa male pareggiare sapendo che forse si sarebbe potuto vincere, ma bisogna farsene una ragione. Forse è questa la chiave di volta della stagione: Mancini che arriva davanti alle telecamere con livelli di nervosismo paragonabili a quelli di una sconfitta indecorosa nonostante la sua Inter abbia pareggiato, in rimonta, contro i Campioni in carica. Questo è l’atteggiamento che tutti speravano di rivedere. Tutti i tifosi nerazzurri speravano che un giorno ci si sarebbe potuti arrabbiare tremendamente per un pareggio contro una squadra di rango superiore all’Inter, almeno sulla carta. Un pareggio non è un risultato che può accontentare e soddisfare l’Inter. La storia parla chiaro: questi colori sono indossati da giocatori che ambiscono sempre alla vittoria, nessuna via di mezzo è tollerata.

Epifania in greco vuol dire manifestazione, presentazione. Nella serata di ieri, i tifosi nerazzurri hanno potuto festeggiare: non per il risultato, però. Nel giorno in cui ricorre l’Epifania ha iniziato a muovere i primi veri passi la creatura forgiata da Roberto Mancini, con una mentalità e una filosofia diversa. Nell’attesa che il mercato porti in dono qualche altro rinforzo, ieri si è vista la nuova vecchia Inter. Bentornata. Che sia un buon 2015.

[Gianluca Scudieri – Fonte: www.fcinternews.it]