Juventus: la maglia numero 10 per Tevez

Può cambiare la storia della Juve? Sicuramente può aiutarla a rendersi camaleontica tatticamente. Carlitos Tevez è da ieri sera ufficialmente bianconero: dopo le chiacchiere sulle trattative, le prime parole ed i commenti di tifosi e critici. Perché, in attesa di vedere cosa combinerà in campo, il campione argentino fa discutere, come ogni giocatore di un certo valore dovrebbe fare.

Indosserà la “10″, innanzitutto: già questo basta per alimentare un polverone. C’è chi grida allo scandalo, perché le immagini di Del Piero sono ancora vivissime. C’è chi pone dubbi sul carisma del giocatore, non esente nel passato dal commettere gesti poco consoni ad un leader. C’è chi gioisce, poi, e lo è andato ad abbracciare all’aeroporto di Milano prima, alla sede del club poi.

Considerato che la nostalgia del passato difficilmente può essere superata a primo impatto e l’euforia senza condizioni non è mai saggia, la soluzione è sempre la moderazione: giusto assegnare di nuovo la “10″ (lo stesso Alex aveva detto che non si doveva privare «gli altri di questo sogno»), altrettanto attendere che Carlitos se la meriti sul campo. Come hanno fatto Platini dopo Sivori, Baggio dopo Platini, Del Piero dopo Baggio.

Lui, Tevez, la maglia, l’ha presa senza farsi tante domande. Orgoglioso e baldanzoso, se l’è fatta consegnare da Andrea Agnelli, con cui ha avuto un incontro al termine della prima parte delle visite mediche presso la clinica Forcana di Sessant (esami radiologici con il professor Carlo Faletti) e il Centro Isokinetic.

«Sono molto contento di essere qui, per me è una grande soddisfazione – le prime affermazioni da bianconero dell’”Apache” – La Juve mi ha voluto più del Milan».

Lo ha voluto soprattutto Antonio Conte. Perché con l’argentino si è assicurato un’ottima pedina per il 3-5-2 (al fianco di Vucinic o Llorente), che può essere utilizzato nello scacchiere del 4-3-3 a perfezione. Perché al tecnico salentino serbavano le sue caratteristiche: grandi doti tecniche, rapidità di esecuzione, esperienza internazionale, personalità, duttilità.

E ancora (e soprattutto): fame di riscatto, sete di vittorie e la giusta dose di cattiveria, imprescindibile per far parte dello spogliatoio della Juventus. Dove lui, da sempre considerato “testa matta”, dovrà adeguarsi alle rigide regole e sopportare le reprimende a volte brutali dell’allenatore. Prima di tutto, però, farsi accettare dai compagni: con la “10″ di Alex, non sarà immediato.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]

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