Juventus: meglio di un anno fa

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«Il potere logora chi non ce l’ha». In (convulse, quasi drammatiche) giornate politiche, ci sta bene una delle più celebri citazioni di Andreotti per introdurre la riflessione sulla Juve 2012/2013. Perché chi un anno fa andava dicendo che la squadra bianconera era avvantaggiata dal non disputare competizioni europee adesso deve quantomeno ricredersi, osservando i numeri.

Quale flessione per le fatiche di Champions, quale rallentamento a livello prestazionale?

L’Europa logora chi non la può vivere. Ciò che le competizioni internazionali sottraggono a livello fisico lo ridanno raddoppiato sotto forma di autostima, convinzione, entusiasmo. A patto di ottenere risultati, naturalmente. E visto che la Juve, di gioie oltre le Alpi, ne ha conquistate (Chelsea, Shaktar e Celtic si stanno ancora leccando le ferite), ecco che puntualmente le statistiche sorridono pure in Italia. Una in particolare: + 6 rispetto alla scorsa stagione. Dato inappuntabile.

Un anno fa, alla stessa fase attuale, la truppa di Conte aveva racimolato 52 punti ed a fatica restava nella scia del Milan, avanti di due lunghezze. Ora i punti sono 58, con lo stesso numero di reti subite ed un attacco di gran lunga più prolifico. Ora, soprattutto, non si insegue nessuno e chi è alle spalle, è 6 metri più indietro. La Champions logora chi non la può giocare.

Il miglioramento rispetto al passato recente conta relativamente, comunque. E Conte lo sa. Per questo, terrà segregate le classifiche esaltanti e mostrerà ai suoi uomini la graduatoria dell’ultimo torneo dopo 27 giornate, il punto che verrà toccato con la gara di venerdì a Napoli: Milan 57, Juve 53.

Mancava solo la consegna del trofeo ai rossoneri, per il resto si parlò già di titolo assegnato. Invece, sappiamo come è andata a finire. Ecco perché il tecnico leccese inviterà (con rigore, ovvio) i suoi ragazzi a pensare solo a sé stessi, a giocare come se il distacco non ci fosse. Nessun ragionamento, nessun risparmio, nessun “pareggio come primo obbiettivo”.

Perché comporterebbe più rischi che vantaggi e perché poi l’allenatore d’oro ci tiene a sfatare una specie di tabù degli anni Duemila per la Juve. Che dal “San Paolo” è uscita vincitrice l’ultima volta nel 2000 e poi ha sempre sofferto. Per Conte, che quell’ultima volta vittoriosa a Napoli la visse in campo, è giunto il momento di cambiare la storia recente. Del resto, lo ha ribadito pure il presidente Agnelli nel corso del “Club day” di domenica: «La Juve esiste solo per vincere: è la nostra essenza».

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]