Tanto chiacchierare per nulla, tanto fumo per niente. Resta tutto com’è, alla Juve: Nainggolan è un discorso che si dovrà riaprire, Gilardino una suggestione sfumata ancora una volta. Cosi, dopo un’estate trascorsa perennemente con le valigie in mano, sballottato soprattutto da una parte all’altra dell’Inghilterra, Quagliarella è rimasto a Torino.
Decisivo, inoltre, il parere non proprio entusiasta di Conte su Gilardino: «Partirà pure Quagliarella? Non so, spero di no», aveva esternato il tecnico nella conferenza post-cessione di Matri. Meglio il napoletano già inserito negli schemi, che il biellese con caratteristiche importanti ma diverse, insomma. Niente Norwich (presentatosi per primo addirittura nel ritiro di Chatillon), niente West Ham (scelta preferita dall’ex Udinese), niente Sunderland (dove Di Canio l’ha cercato prima di virare su Osvaldo e Borini), niente WBA (ultimo pretendente): Quagliarella resta jolly d’attacco per Conte.
Conte che, probabilmente, qualche movimento lo aspettava a centrocampo, non di certo la sola cessione in prestito di Martinez (sì, proprio l’ex Cesena: un po’ tutti se l’erano dimenticato) al Novara e quella in comproprietà di Marrone al Sassuolo (in sostanza, scambio di metà con Berardi). Ecco perché, più che sul giro di valzer offensivo, Marotta si è dedicato nel giorno di chiusura del mercato all’operazione Nainggolan: tutti i tentativi del dirigente, però, si sono arenati sul dissenso di Cellino, decisosi a metà pomeriggio a non cedere il belga «per non dare un dispiacere ai nostri sostenitori».
In precedenza, a dare credito al possibile trasferimento in bianconero del centrocampista era stata la presenza a Milano dello stesso e le sue dichiarazioni di apertura: «Io alla Juve? Sono qui, aspetto, vediamo cosa succede». Non è successo nulla.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]