La verità, che Conte non può dire, è che il suo compito da adesso in poi sarà soprattuto tenere sulla corda i suoi giocatori, senza indurli alla tentazione di adagiarsi sul notevole vantaggio accomunato. Un aiuto, comunque, sembrano intenzionate a darglielo Napoli e Roma: «Il fatto che le nostre inseguitrici si stiano rinforzando ulteriormente non mi lascia molto tranquillo: non è una cosa per noi positivissima, ecco. Per lasciare indietro le nostre avversarie, abbiamo tenuto sin qui un ritmo straordinario. Nel girone di ritorno ci attende un calendario subito fitto di impegni». Ed allora Conte puntualizza che «ripetere il cammino fatto all’andata sarà molto difficile. Pur facendo il loro record di punti, Roma e Napoli sono costrette a inseguirci: questo dà la dimensione della nostra impresa. E’ difficile trovare il pelo nell’uovo a questa Juve».
Così come aggiungerle qualcosa, almeno a gennaio: «Marotta ha detto che in questa sessione non arriverà nessuno? Penso di non dover aggiungere altro: ha già parlato chi doveva parlare». Stessa risposta su Pogba («Chiedetelo a chi di dovere: io lavoro sul campo, il direttore sul mercato»), simile sulla ricerca di un esterno offensivo: «Dite che mi manca per provare il tridente? L’allenatore deve essere un bravo sarto, capace di confezionare il vestito che meglio si addice alla sua squadra. Io alleno i giocatori che la società mi mette a disposizione». Insomma, Conte come al solito poco propositivo sul futuro di domani.
Sul futuro di dopodomani, invece, spende qualche parola di più. Un augurio a Pepe ed a se stesso: «Simone sta alzando l’intensità e la gamba risponde bene: spero di avere presto una freccia in più al mio arco». Un saluto a Seedorf: «Con Clarence, il Milan trova un campione che ha vinto tantissimo e che conosce alla perfezione l’ambiente rossonero. Lui non ha ancora esperienza da allenatore, ma, conoscendolo, penso che possa avere tutto per diventare un grandissimo tecnico. Come dissi il giorno della mia presentazione da allenatore juventino a chi mi faceva notare che ero la quinta o sesta scelta del club: non conta da dove si parte, ma dove si arriva». Un occhiolino a Del Piero: «Sono convinto che lui abbia ancora tanta voglia di giocare e di essere protagonista in campo. Non posso che parlare in maniera entusiasta di lui: Alessandro ha delle caratteristiche che gli permettono di fare qualsiasi cosa, anche l’allenatore. Non sottovalutate la possibilità di vederlo un giorno in panchina».
Magari proprio quella della “sua” Juve…
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]
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