È tempo di tornare alla realtà, per la Juventus, ad uno Scudetto che sembra vinto ma ancora non lo è, alla Lazio avversaria lunedì. Cosa è rimasto, però, dopo il triste risveglio dal sogno europeo? Sensazioni, consapevolezze, statistiche.
Rimpianti no, perché il Bayern Monaco si è rivelato troppo forte per alimentarne e perché, finché non si è infranto contro il “grattacielo” bavarese, il percorso bianconero in Champions, dopo 3 anni di assenza, è stato ricco di soddisfazioni.
Le sensazioni, infatti, restano positive, anche dopo la mancata “rimontona” e la conseguente eliminazione con nuova sconfitta. Incapace di ridurre con la sola forza dei nervi e del cuore un divario parso troppo ampio, la squadra di Conte si è comunque battuta con generosità, volitiva seppur inconsciamente rassegnata all’estrema difficoltà di riuscita. È emersa la costante crescita di Pogba, talento puro oggi, campione sicuro domani; Buffon ha fatto rimangiare a Beckenbauer le battute infelici di Monaco, dimostrando che per il “pensionamento” c’è tempo; Asamoah ha ridato segni della sua esuberanza, smarrita dopo la stressante campagna d’Africa a gennaio.
Perché -e qui si passa alle statistiche – è stato probabilmente proprio il regista, il bianconero ad esser mancato al grande appuntamento: all’andata, per sua stessa ammissione, aveva disputato una delle prestazioni più deludenti della sua carriera europea (54 passaggi eseguiti con il 48% di errore); al ritorno, pur risultando pericoloso sui calci piazzati (da fermo, appunto…), ha commesso errori banali, senza illuminare – come nelle sue corde- la manovra juventina (61 passaggi riusciti, mai decisivi).
Urge un’alternativa, quindi, per non spossare fisicamente il consumato (in tutti i sensi) direttore d’orchestra bresciano (ormai 34enne) ma anche per aprire a nuovi moduli e rendere più imprevedibile il gioco. Ci sarà un’estate per pensarci. Ora è tempo di riaprire gli occhi e guardare lo Scudetto da raggiungere.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]