Le parole dell’allenatore della Juventus Maurizio Sarri nel corso di una lunga intervista al programma “A Casa con la Juve”.
TORINO – Maurizio Sarri, allenatore della Juventus, è intervenuto al programma “A Casa con la Juve”. Queste le parole del tecnico toscano a cominciare dalla scaramanzia: “Siamo così tanto legati agli episodi e a cose che devono fare altri che la mente di un allenatore diventa sempre scaramantica. Episodi ne potrei raccontare tanti: quando ero in Eccellenza avevo la fissazione di mettere sempre la macchina allo stesso posto, i ragazzi se n’erano accorti e ogni tanto mi mettevano la macchina lì apposta. Una volta diedi a un ragazzo tre minuti per spostarla, poi misi la prima e gliela spostai.. la partita finì 2-0 per noi”.
Sugli anni di Figline: “Succedeva di tutto. Il bar era l’ora di cazzeggio, dissacrante su tutto e su tutti. Da un po’ anni a Figline abita Sting: mi ricordo una volta che passò davanti al bar Dustin Hoffman, noi per scherzo, perché pensavamo non fosse lui, dicemmo ‘Dustin’ e lui si avvicinò! Era veramente lui, ospite di Sting. Pianto? Per le delusioni, perché a questi livelli ho vinto poco. Mai in pubblico ma ogni tanto quando torni a casa, credo sia naturale per la passione e non un segno di debolezza ma di forza… da lì ritrovi motivazioni”.
Sul rapporto con i giocatori: “Cambia molto il contorto, ci va un po’ più di tempo. Io ho avuto un rapporto conflittuale con lo spogliatoio del Chelsea, però poi quando ho detto che sarei andato via ho pianto e molti di loro piangevano. Io non sono tanto da pacca sulle spalle, parlo tanto di quello che sbagliano e meno di quello che va bene. Credo che sull’impatto incida tanto, poi però imparano ad apprezzarti per quello che sei. I rapporti più duraturi sono con i ragazzi che ho fatto giocare poco, quindi penso che una volta assorbito il carattere poi riconoscono qualcosa”.
E infine: “Cosa mi ha colpito della Juventus? Ci sono due cose che mi hanno colpito: l’amore e l’odio. Siamo circondati dall’amore in tutte le città in cui andiamo, ma anche da odio. Noi siamo quelli ‘favoriti’ dagli arbitri, ma guardi i numeri è parlano chiaro, sono impressionanti. Sono stato fischiato a Napoli io, a Torino i tifosi della Fiorentina hanno insultato mia madre. Questo ti fa capire che odio c’è per questa società, e questo ti porta a innamorarti della tua realtà”.