Il primato con margine, la striscia di 6 vittorie consecutive in campionato, l’imbattibilità italiana di Buffon a pochi minuti dal suo record, il miglioramento di ben 5 punti rispetto l’avvio della scorsa stagione: sole a Vinovo. Ma le nuvole, minacciose, si stagliano all’orizzonte. Non sono tutte belle notizie, quelle che riguardano la Juventus, infatti. Che si guardi in campo o sugli spalti.
2013 finito per Andrea Pirlo: un fulmine nel cielo sereno. Messo fuori causa da un duro scontro con Lazzari, il regista bianconero aveva lasciato dopo pochi minuti la sfida con l’Udinese. Ma lo aveva fatto con le sue gambe, il che aveva destato pochi allarmismi nell’ambiente. Infatti, nessuno nel post-partita pareva preoccuparsi delle condizioni del numero “21″. Poi, ieri, gli esami diagnostici ed il pessimo responso: lesione di secondo grado al collaterale mediale del ginocchio destro. Tempi di recupero, comunque ufficiosi: non prima di un mese. La sosta aiuterà a rendere meno pesante l’assenza di un elemento cardine della colonna verticale di “Madama”. Assenza che peserà sicuramente martedì prossimo, quando la sua esperienza carismatica sarebbe servita forse ancor più del suo talento illuminante in quel di Istanbul.
«Che Dio ce lo conservi sempre»: la preghiera di Conte è stata puntualmente disattesa. Come, del resto, l’utopico auspicio del tecnico di vedere un giorno ultras e bambini insieme in curva. L’iniziativa dell’altra sera, per quanto positiva in termini di immagine (e di presa di posizione contro il razzismo, come alcuni striscioni hanno testimoniato), ha rivelato come già da lontano i più piccoli sappiano assimilare perfettamente le (pessime) abitudini dei grandi. Figurarsi fianco a fianco. Gli «ooh, m…a» con cui i 12mila giovanissimi delle elementari e scuole calcio piemontesi hanno “accompagnato” i rinvii di Brkic, non sono passati inascoltati all’audio dei televisori di mezza Italia. Alle orecchie di chi – genitori, maestri, dirigenti ed assistenti – doveva controllarli, invece, sì. Nessuno li ha fermati dopo il primo episodio, nessuno ha spiegato loro l’inopportunità di quella pratica: le telecamere hanno ripreso al massimo un insegnante “dedito” a poco carini epiteti da rivolgere all’arbitro. Gran bell’esempio.
«Non buttiamo a mare il lato bello della questione – ha cercato di minimizzare il presidente del Coni, Giovanni Malagò – Cerchiamo piuttosto di far capire loro che certe cose non va bene emularle. Di certo, del resto, non se le sono inventate loro. Resta, quella attuata dalla Juve, una bellissima iniziativa, proposta da me è da Giancarlo Abete». Che si è accodato nei toni al miele: «I bimbi in curva è stato un messaggio forte e positivo». A prendere le distanze dai massimi dirigenti di Coni e FIGC, Fabio Capello: «È stato un episodio molto brutto -ha detto l’ex tecnico bianconero in riferimento ai cori in occasione dei rinvii del portiere avversario – Gli accompagnatori non hanno fatto nulla, mentre, se io fossi stato allo Stadium, avrei chiesto allo speaker dello stadio di intervenire e fare cessare i cori». Cori che probabilmente faranno desistere la società dal riproporre l’iniziativa sabato 14, quando contro il Sassuolo ci sarà solo una curva chiusa. Vedremo (e sentiremo).
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]