Niente gol del distacco, Miro Klose dovrà rimandare l’allungo al record – già eguagliato – di Gerd Muller. La sua Germania scenderà in campo contro Irlanda e Svezia, ma il bomber laziale non potrà aumentare il bottino di reti con la maglia della nazionale. L’infortunio lo costringerà a stare a guardare, al momento anche il rientro imminente dopo la sosta – a Bergamo contro l’Atalanta – è in dubbio. Al netto del problema fisico che lo hanno fermato, Klose giura sul suo stato di forma. Vuole i Mondiali brasiliani, ma non saranno il suo ultimo squillo di tromba. Vuole continuare a giocare. Alla Lazio, in patria o altrove, non lo so ancora nemmeno lui.
Il quotidiano spagnolo El Mundo Deportivo lo vedrebbe bene al Barcellona, come rincalzo di lusso al superattacco di Messi e Neymar. Ma sono solo chiacchiere, suggestioni, nulla di concreto. Per Miro è ancora presto per qualsiasi decisione. “Così come mi sento al momento, sicuramente posso giocare ancora uno o due anni. Tuttavia, questa sarà una decisione che maturerò anno per anno, mese per mese. Adesso vediamo come va questa stagione. Ho ancora un contratto fino al prossimo giugno. Poi ci sarà il campionato del mondo e vedremo quello che farò. La mia sarà indubbiamente una decisione molto spontanea“, ha rivelato l’attaccante biancoceleste in un’intervista alla tv tedesca NDR, riportata dal Corriere dello Sport.
Tanti gol in carriera, tanti successi e riconoscimenti negli anni vissuti con il Bayern, mai però finora un titolo vinto con la Germania.
Il desiderio di conquistarne uno è grande. Un paio di volte ho sfiorato il traguardo. Non ci sarebbe nulla di più bello che vincere un titolo con la Nazionale tedesca, che sia il campionato d’Europa oppure il campionato del mondo.
La Germania può conquistare la quarta stella l’anno prossimo in Brasile?
Se si tiene conto di quale era la qualità della Nazionale ai miei inizi e di quale sia attualmente la qualità dei suoi giocatori, bisogna assolutamente dire che è stato compiuto un gigantesco passo avanti. A partire dalle rappresentative giovanili, da come sono organizzate, come si allenano, i ragazzi d’oggi sono molto progrediti, anche sul piano tattico. Questa nuova generazione sta facendo crescere la Nazionale. Sono giovani già maturi tecnicamente che hanno una grande freschezza. Giocatori come Mario Goetze o Mesut Ozil mi fanno impazzire.
Non solo loro possono fare la fortuna della Germania.
La brillantezza e l’estro in fase realizzativa di Marco Reus e di Thomas Muller sono tali da non fare nascere preoccupazioni per il futuro del nostro calcio. Sono convinto che fra due, quattro o sei anni arriverà un titolo per la Nazionale tedesca. Questa è la conseguenza logica.
Sono trascorsi oltre dieci anni dall’inizio del sodalizio tra Klose e la Germania: esordio il 24 marzo 2001 col gol decisivo per battere l’Albania a Leverkusen. Da allora ha collezionato 130 presenze e 68 reti eguagliando il record stabilito nel 1974 dal mitico Gerd Muller.
Se sono soddisfatto? Non direi mai soddisfatto. Diciamo piuttosto che molto raramente sono soddisfatto. Io cerco le sfide. Ho l’abitudine di fissarmi ogni anno degli obiettivi. Quando un obiettivo è stato o non è stato raggiunto, me ne pongo uno nuovo. Comunque, quando un obiettivo è stato centrato, quello successivo dovrà essere più alto.
Anche il trasferimento dal Bayern alla Lazio ha alzato l’asticella nello sviluppo della carriera.
L’intero pacchetto dell’offerta andava bene: la famiglia, la scuola tedesca per i figli, la lingua. E ancora: la sfida dell’Italia. Nel campionato italiano notoriamente si segna poco. Le difese lavorano sodo e sono molto forti. Segnare i miei gol e mettere alla prova le mie qualità anche nella Serie A è pure una sfida.
Il futuro di Klose rimane un enigma per i suoi tifosi.
Io non sono uno che si accontenta di quanto ha raggiunto. Voglio sempre qualcosa di nuovo. Le mie gambe sono a posto, come all’inizio della carriera. Tranne alcuni leggeri malanni, nella mia attività agonistica non ho mai patito infortuni gravi. Io sono davvero in ordine sotto il profilo del fisico. In tutti i test biofisici risulto sempre tra coloro che ottengono i migliori risultati. Questo mi dà conferme. Vivo come ho sempre vissuto: senza alcol, sono attento all’alimentazione e vado a letto presto. Queste sono state le mie regole fin dall’inizio perché ho sempre mirato a migliorarmi, a puntare in alto. Adesso che ho più di 30 anni, ho la soddisfazione di tenere il passo degli altri. Il che per me è veramente bello.
I suoi numeri in Nazionale sono pure una grossa soddisfazione.
Non lo avrei mai immaginato. Una cosa incredibile. Più di 100 partite in Nazionale. Un limite impensabile. Agli inizi mi dicevo che doveva succedere parecchio perché ciò potesse realizzarsi. Per la mia percentuale di realizzazione devo fare i complimenti ai compagni di squadra che ho avuto in tutti questi anni.
[Stefano Fiori – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]