E’ stata forse la nota più lieta di questa prima parte di ritiro: ha sorpreso, ma alla fine neanche troppo, per impegno e umiltà e soprattutto per una forma già invidiabile. Parliamo di Miroslav Klose, primo colpo della campagna acquisti estiva: un acquisto fondamentale sia a livello tecnico, sia a livello d’immagine. A costo zero, poi, è un’operazione da 10 e lode.
Lo si è notato da subito ad Auronzo, Klose è un calciatore di livello superiore: tocco di palla, senso del gol, movimenti da top-player. D’altra parte ci sono poi i numeri a parlare per l’attaccante di Opava: 61 gol in Nazionale, Klose come Muller e nessuno come loro. Ma Miro, con umiltà non si pone a confronto con l ’attaccante tedesco che a cavallo tra gli anni 60 e 70 ha collezionato record su record a livello realizzativo: “Ho sentito al Bayern che Gerd sta bene e spero che le cose restino così –ha dichiarato alla Bild riguardo la disavventura che ha visto protagonista Muller dieci giorni fa-, lui rimane il più grande attaccante tedesco, anche se dovessi battere il suo record”.
Il suo pensiero è rivolto sempre alla maglia della Germania, maglia con cui si è consacrato nel pantheon del calcio mondiale. “Il 10 agosto giocheremo contro il Brasile e io mi sento pronto, non vedo perché non dovrei giocare. Io e Gomez insieme? Perché no, ma decide il tecnico”. Dopo la parentesi sulla nazionale, è inevitabile cominciare a parlare della sua nuova esperienza: la Lazio e l’Italia, una sfida entusiasmante per Klose che ha deciso di rimettersi in gioco all’estero: “Molti mi fanno i complimenti e anche se non riesco a leggere i giornali nella maniera migliore, la cosa mi fa piacere. Sto bene alla Lazio e non ho nessun tipo di rimpianto. Abbiamo giocato contro avversari di basso livello quindi le prove contano poco adesso, non bisogna esaltarsi troppo. L’importante sarà farsi trovare pronti per l’inizio della stagione”.
Si è parlato di scudetto, di Lazio con grandi obiettivi, Klose però non mantiene un profilo più basso, ma non spegne certo gli entusiasmi che circondano la compagine biancoceleste: una squadra nuova e dalle individualità importanti: “Per una squadra come noi, nuova in molti elementi, è decisivo un inizio positivo. L’euforia e l’entusiasmo sono importanti e potremmo sorprendere”. E’ un’icona del calcio moderno, porta con sé fama ed esperienza internazionale, inevitabile che sia uno dei protagonisti di questa nuova Lazio, anche se persiste qualche problema con la lingua italiana, a differenza di sua moglie che, invece, pare essersi già calata perfettamente nelle nuova realtà.
“Sono stato accolto benissimo alla Lazio, dicono che porterò esperienza al mio club. Ma io credo che un giocatore sia protagonista, solo quando lo dimostra sul campo. Nello spogliatoio ci capiamo, parlando in varie lingue. Ma devo assolutamente imparare l’italiano, sono ancora indietro. Ho i miei libri e sto cercando di recepire più cose possibili. L’italiano è una lingua melodica, è bellissimo, ma la grammatica è molto complicata. Mia moglie, invece, è già motlo avanti”. Si parla anche della sua ex squadra, quel Bayern Monaco, in cui gli spazi si erano chiusi anche a causa di un rapporto difficile con Van Gaal. Nessun rancore, però, alberga nell’animo di Miro che, anzi, ricorda con piacere i quattro anni in Baviera. “Sono andato via perché amo questo sport che per me è divertimento. Al Bayern ho vissuto quattro anni splendidi, ma con Van Gaal, nelle ultime due stagioni, avevamo vedute diverse, e le cose non sono andate bene”.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]