Nell’estate 2011 anche Miro si trasferisce nella Capitale, ma l’amico Luca ora è alla Juventus. Un cameo, in realtà, prima di finire all’Al-Nasr per poi rinascere nella sua Fiorentina e trasferirsi definitivamente a Verona due anni fa. Domani saranno uno contro l’altro all’Olimpico, che avrà finalmente una degna cornice di circa 40mila spettatori, con tanto di apertura della Curva Maestrelli. Nel frattempo Pioli con il rientro di Candreva è alla prese con i dubbi di formazione. L’unica certezza è Felipe Anderson, ormai vera e propria punta di diamante dei biancocelesti. Negli ultimi giorni sul profilo ufficiale di Facebook della S.S. Lazio è comparso un post inerente al brasiliano quantomeno curioso: “Non siamo Anderson dipendenti, nelle sei partite senza di lui abbiamo vinto 4 volte e perso 2. La vera forza di questa squadra è il collettivo”. Non potendo prendere in considerazione un tentativo masochista di abbassare il valore del fuoriclasse brasiliano, si deve dedurre che è solo un modo per ridurre la pressione su un giovane sotto i riflettori internazionali. Quelli a cui giocatori come Klose e Toni sono abituati da tempo, da 73 anni e 573 gol. Ma non chiamateli “vecchietti”.
[Carlo Cianci – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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