Sembravano non volere arrivare i 3 punti contro il Bari per un’Inter che, fino a 20 minuti dal triplice fischio dell’arbitro, non riusciva a superare l’ostinata resistenza pugliese. Alla fine, invece, 3 sono stati anche i gol che hanno permesso ai nerazzurri di portarsi a -7 dal Milan. Non è un caso che due siano stati siglati dai nuovi arrivati, Kharja e Pazzini, pedine che sono mancate nella prima parte di stagione allo stratega Benitez e inseritesi subito egregiamente nello scacchiere di Leonardo; l’altra rete porta invece la firma sontuosa del pittore di Utrecht, Wesley Sneijder, al rientro in campo dopo 50 lunghissimi giorni di assenza.
Perché nel primo mese di rodaggio effettuato con il brasiliano in panchina, al motore interista occorreva necessariamente un pit-stop, per lasciarsi alle spalle le gomme logore, e un pieno di rinforzi, fatto alla perfezione dagli uomini di mercato nerazzurri, e di ritorni importanti.
Gli innesti prima di tutto, scelti e mirati dalla società, tre dei quali – Ranocchia, Kharja e Pazzini – hanno già saputo dimostrare quanto può vederci bene l’occhio sempre lucido di Marco Branca. Ma un pieno di recuperi è stato anche fondamentale per ritrovare fiducia e motivazioni nel proseguire un’insolita rincorsa al primo posto. Nelle ultime uscite si è potuto infatti ammirare un Maicon tornato ai livelli con cui tutti lo ricordavamo nella scorsa stagione, mentre a difesa della porta dell’Inter adesso si vede un gatto con le ali. Non me ne voglia Castellazzi, ma senza le prodezze di Julio Cesar difficilmente sarebbe arrivato il successo col Palermo; probabile inoltre che Almiron stia ancora chiedendosi quale trucco abbia utilizzato il numero 1 interista per smanacciare in corner il pallone calciato al nono minuto che si sarebbe inesorabilmente piazzato sotto il sette. Non per nulla lo chiamano l’acchiappasogni…
Al San Nicola, come detto, spazio e gloria anche per il ritorno in campo di Sneijder, entrato al 60’ della partita, prima presenza ufficiale del 2011, al posto di un Milito che deve ancora ritrovare la forma con cui ha trascinato la squadra verso il triplete. Il principe però, come ha dichiarato nei giorni scorsi, non è uno che si abbatte facilmente, sapendo bene che, soprattutto in Champions dove sarà indisponibile Pazzini, i tifosi nerazzurri fanno ancora affidamento alla sua fame di gol.
Le 3 reti arrivate solo dopo l’ingresso dell’olandese e il conseguente cambio di modulo hanno perdipiù definitivamente accantonato l’idea del tridente. La ‘Leomuntada’ partirà dal rombo, anche quello dei motori. Perché il tecnico brasiliano adesso vuole cominciare a premere sull’acceleratore mettendo a segno, già domenica nel posticipo contro la Roma, la settima vittoria in campionato su 8 incontri disputati. Tutti successi infatti con l’ex rossonero alla guida della fuoriserie nerazzurra, a parte la fermata obbligatoria di Udine, unico incidente di percorso. Il pedaggio imposto dal Friuli potrebbero essere costrette a pagarlo molte squadre, capolista compresa, che dovrà affrontare Di Natale & co. proprio all’ultima giornata di campionato. Due anni fa, inoltre, furono proprio i bianconeri a sconfiggere il Milan, consegnando lo scudetto matematico alla prima Inter di Mourinho.
Ma ora che il rodaggio è finito, il tragitto che attende i nerazzurri risulta tutt’altro che semplice. Roma, Juventus e Fiorentina le tappe cruciali di febbraio. Solo dopo il recupero del 16 sul campo dei viola sapremo se la strada intrapresa è quella giusta.
[Daniele Alfieri – Fonte: www.fcinternews.it]
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