L’Inter si riscopre Pazza: attacco stellare, ma difesa da migliorare

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Il pomeriggio del 30 gennaio 2011 rievoca tanto quello del 9 gennaio del 2005. La rimonta, da 0-2 a 3-2 sulla Sampdoria, viene replicata dall’Inter in questo grigio pomeriggio milanese, illuminato dalla luce splendente della nuova stella del popolo nerazzurro, Giampaolo Pazzini, autentico trascinatore della rimonta e dell’attacco della squadra di Leonardo, tanto sfortunato nel primo tempo, quanto letale nel secondo. I nerazzurri si sono andati a scontrare contro un ottimo Palermo, bravo a capitalizzare i contropiede offerti dall’Inter e a punire le disattenzioni difensive di Lucio e compagni. Se a Napoli, mercoledì scorso in Coppa Italia, i partenopei erano andati a sbattere contro un muro di ferro, oltre all’aver sprecato gol quasi fatti, i rosanero oggi sono stati cinici quanto basta: due occasioni e due gol, con Julio Cesar, autentico protagonista nel secondo tempo, che ha concluso la prima frazione con i gatti immacolati. Leonardo dovrà lavorare meglio sulla fase difensiva. In avanti ha solo l’imbarazzo della scelta.

DIFESA SCHIERATA E PERFORABILE – Le prime cinque vittorie, con 15 gol all’attivo, hanno mascherato i problemi difensivi della squadra, che in queste gare, ha mantenuto rigorosamente la media di un gol subito a partita (7gol in totale). Se i primi gol che la squadra ha subito erano frutto di azioni da corner, di rimpalli, sempre su palla inattiva, i gol di oggi hanno confermato delle difficoltà  nei movimenti corali. Anche se il primo gol è un errore individuale in disimpegno da parte di Santon, i centrali non sono stati celeri a chiudere su Miccoli, solo e indisturbato a calciare e battere Julio Cesar. Il secondo gol subito vede ancora i nerazzurri in difficoltà e capitolano nonostante siano schierati. Leo, da tecnico intelligente, dovrà lavorare meglio sulla fase difensiva, autentico punto di forza dello scorso anno.

ATTACCO ATOMICO – Come ha spiegato nel post gara il tecnico di Niterói, il secondo tempo doveva essere all’arrembaggio. L’attacco nerazzurro è stato irrobustito con l’ingresso di Pazzini, che ha fatto sì che Milito giocasse un po’ più indietro e a sostegno del centrocampo, grazie alla capacità di far salire squadra difendendo il pallone. La manovra, rapida e fluida, è stata resa più pericolosa dall’innesto di Kharja, abile con i piedi, uomo d’ordine a centrocampo e ispiratore dell’1-2 di Pazzini. Autentico cioccolatino il tocco che manda Pazzini davanti a Sirigu, steso poi da Muñoz, per il rigore di Eto’o che suggellerrà la rimonta. Leo dovrebbe pensare di riproporre, a gara in corso, questo schieramento, visto che ogni qualvolta  si attacchi, sono guai per gli avversari.

SOLO 24 ORE D’AMBIENTAMENTO – Solo un giorno per l’ambientamento. Giampaolo Pazzini e Houssine Kharja hanno messo questo (pochissimo) tempo a entrare nei meccanismi già rodati di questa squadra. Il primo ha fatto quello che doveva fare, quello che gli si chiedeva di fare: metterla dentro e battagliare con i difensori. Il secondo ha dato ordine e precisione in fase di possesso palla, dialogando bene con Maicon e Milito, sul centro-destra. Tutto questo per la serie ‘Chi ben comincia è a metà dell’opera’.

[Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]