Ve lo ricordate tutti Carletto, sì proprio lui, Carletto Mazzone da Roma? Domenica 30 settembre 2001, durante il derby di campionato Brescia – Atalanta, l’allora tecnico del Brescia, dopo essere stato ripetutamente oggetto di cori discriminatori da parte dei tifosi bergamaschi, al pareggio della sua squadra si lanciò (come promesso) in una lunga corsa per urlare la sua rabbia sotto la curva avversaria. Settenta metri, settanta lunghissimi metri di liberazione da un’ansia che lo aveva affannato per quasi un’intera partita. Allora era il finale di un derby…
Domenica scorsa, come allora, un bellissimo sentimento di liberazione si e’ sprigionato in una corsa liberatoria, ma verso i propri tifosi. Una corsa impazzita, una esultanza calda. La sensazione che quella reazione così fuori dall’ordinario per un allenatore, abbia descritto un’esplosione di sentimento verso la sua causa. Un sentimento a strisce rosse e azzurre. Non glielo ha chiesto nessuno ma ci piace pensare che se avesse potuto, Diego Pablo avrebbe abbracciato tutti, giocatori, panchinari, presidente, staff, giornalisti e tifosi… tifosi a cui ha rivolto il suo primo pensiero. Pensiero di cuore, perché proprio lui (al contrario dei giocatori che stavano dall’altra parte del campo) ha corso verso la Curva Nord, la stessa curva che ancora oggi si professa incerta sulle sue doti tecnico-tattiche. Tirando fuori tutta la sua umanità. Noncurante del ruolo, mostrandosi per come è veramente. Facendoci un attimo ricordare che il calcio, non solo per (no)i tifosi, e’ anche amore e sentimento.
Simeone Il Vero – Che Diego Pablo da Buenos Aires sia uno di quelli veri, lo dimostrano i fatti. La lunga corsa a pugni chiusi e’ solo la superficie del carattere di quest’uomo. Indipendentemente dai risultati che in passato o recentemente, in giacca rossazzurra, ha conseguito da allenatore, Simeone ha costruito con gli addetti ai lavori un rapporto basato sulla sincerità. Lo vediamo ed ascoltiamo sempre sereno in conferenza stampa, quando viene intervistato, né aggressivo né arrendevole. Alle domande risponde con chiarezza, qualora non sia sicuro di aver capito o risposto cerca il riscontro del giornalista. Fa tutto con una estrema ingenuità, senza pensarci su troppo, senza pronunciare frasi fatte, rinforzando le sue teorie ed i suoi pensieri con esempi pratici e citando precisi episodi.
Simeone Il Responsabile – Sincerità nel bene e nel male che si tramuta in senso di responsabilità. Dal primo giorno in cui ha “calpestato” le forche della stampa italiana, osannatrice di vittorie e spesso frettolosa nella critica, Simeone ha mostrato un atteggiamento decisamente protettivo nei confronti dei suoi uomini. Atteggiamento intelligente ma non esasperatamente protettivo. Si è assunto le colpe della mancanza di grinta della squadra soprattutto dopo le sconfitte di Firenze e Bologna, non addossando le colpe e allontanando nello spogliatoio sentimenti negativi ed inutili ricerche di capri espiatori. Sarebbe stato troppo facile prendersela con il povero Alvarez, colpevole ed ingenuo ma tatticamente in crescita, o con lo sfortunato Lodi, in calo a Firenze ma troppo importante tatticamente a centrocampo. Zona del campo che di fatto è stata solo in avvio il laboratorio degli esperimenti del Cholo.
Allo stesso modo non è mancato di elogi nei confronti dei suoi negli episodi positivi (vedi le dolci parole per Ricchiuti e Llama delle recenti settimane) o di suggerimenti preziosi tesi ad innescare la necessaria grinta e rabbia agonistica.
Simeone Il Motivatore? – Si sarà accorto che alla squadra non mancano la qualità e la voglia. La salvezza è l’obiettivo minimo. Dopo averlo ascoltato e visto all’opera, è lecito chiedersi se il Cholo si accontenti di galleggiare a distanza di sicurezza dalla zona rossa oppure se saprà infondere nuove motivazioni. Rischiare un exploit alla Zenga o alla Mihajlovic è proprio impensabile?
Convinti che il Cholo abbia avuto il tempo per mettere insieme i pezzi del suo puzzle e che l’atteggiamento dell’uomo e del tecnico è quello giusto, credere in lui è quantomeno doveroso.
Diritto guadagnato sul campo. Suggellato da una corsa d’amore…
[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]
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