Come avevamo ampiamente previsto nella rubrica del 6 luglio scorso, la Juventus, è, da allora, ancora ferma ai box. La partita di Marotta, come manager dei bianconeri, si gioca, soprattutto, sulla sua capacità di sistemare i pesanti esuberi juventini. Tuttavia, dal 6 luglio scorso, nessun giocatore è ancora partito. Così, dopo l’esordio esplosivo del mercato juventino con tanti acquisti in pochi giorni e poco meno di 50 milioni di spesa, la Juve si ritrova ad avere acquisito tanta “quantità” e poca “qualità”.
Alla vigilia del mercato, tutti avevano individuato in due acquisti imprescindibili la base della rifondazione bianconera, dopo la fallimentare stagione scorsa. Per ripartire, si diceva, non si può prescindere da un attaccante centrale di sfondamento, in grado di segnare 20 gol e da un centrocampista di regia, capace di interdire, ma anche di rilanciare il gioco. A metà calciomercato, sono arrivati tre esterni, un portiere di riserva, un giovane difensore centrale di sicuro avvenire, un fantasista, ma nessuna traccia dei due grandi obiettivi. La Juve si è fatta distrarre per lungo tempo dalla trattativa Dzeko, un bomber tra i migliori in circolazione nel mondo, ma vittima di uno dei più colossali intrighi di mercato, dopo essere stato ibernato dalla Volkswagen e dal Bayern, grazie alla complicità dei fratelli Hoeness.
I bianconeri, poi, si erano illusi di trarre vantaggi dalla presunta corsia preferenziale di Marotta e Delneri con la Samp, per mettere le mani su Pazzini e Palombo. Anche in questo caso, però, le frasi al vetriolo di Garrone nei confronti di Marotta hanno provocato un brusco risveglio dal sogno, poi rivelatosi chimera, di prendere due piccioni con una fava.
Morale della favola: oggi, la Juve è imballata, sul mercato, dalle mancate cessione e dalle lunghe, estenuanti e fallite trattative.
Adesso, presi dall’ansia, i dirigenti della Vecchia Signora, probabilmente, porteranno a Torino il quarto esterno della serie, quel Krasic, che è soltanto fisicamente il clone di Nedved. Per i due grandi obiettivi della vigilia del mercato: aspetta e spera!
Intanto, si pubblicizza Amauri, come presunto obiettivo del Real Madrid, per valorizzarne la probabile permanenza a Torino, mentre l’aziendalista Delneri cerca di far “digerire” Diego come seconda punta: ed anche ciò lo avevamo pronosticato il 6 luglio.
La verità, quindi, è che la grande rifondazione della Juve, in questo momento, è penalizzata dalle mancate cessioni e dalle inseguite illusioni.
Capire cosa voglia realmente fare il Milan, in questo calciomercato, è come voler tradurre il più intricato dei geroglifici egiziani. Allegri, sicuramente, grazie al suo calcio organizzato che esalta il collettivo, maschererà tanti problemi, ma l’augurio è che non sia, poi, immolato come unica vittima sacrificale delle classiche nozze con i fichi secchi. Restiamo convinti che il Milan, “gestirà”, con diplomatica maestria, fino al prossimo gennaio, il rapporto con Ronaldinho. Così come speriamo che Berlusconi, entro la fine d’agosto, farà gli ulteriori sacrifici necessari ai rossoneri per arrivare a quegli acquisti che garantiscano la freschezza e la qualità che mancano attualmente.
Il Napoli, dopo l’acquisto di Cavani, sicuramente, riuscirà ad acquisire il centrocampista da affiancare a Gargano. A questo scopo, con l’Udinese, per arrivare ad Inler, tornerà ancora comoda, quell’artigianale formula di “spalmadebiti”, inventata quest’anno proprio dai friulani, per favorire le cessioni di Motta e di Pepe alla Juventus.
Un metodo geniale, ma che forza i regolamenti, plagiato poi anche dal Napoli e dal Palermo per Cavani. In un momento di crisi economica profonda come questo, l’arte di arrangiarsi diventa sovrana: pagami salatamente una promessa d’acquisto oggi, che poi al bilancio ed alle fidejussioni ci pensiamo nei prossimi tre anni. Campa cavallo che l’erba cresce!
[Pierpaolo Marino – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]
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