La Juventus e Calciopoli, ma ne vale la pena? Reja e Kozak, chi ha esagerato di più? Milito e Pazzini come Ibra e Pato o no? Miccoli la Juventus può parlare

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La Juventus ha pieno diritto di sentirsi penalizzata dalle ultime partite. Gli episodi, da Napoli in poi, ci sono e sono lì da vedere. Il nesso fra episodi arbitrali sfavorevoli e risultati negativi è però tutto da dimostrare, perché con quel po po’ di Napoli al San Paolo anche andare sull’1-1 con Toni non sarebbe stata piena garanzia di vittoria e nella stessa partita di Palermo il sacrosanto rigore per mani di Bovo avrebbe portato la Juventus sull’1-2 e non al pareggio o alla vittoria. Il discorso resta comunque un altro.

Non a caso lo hanno portato alla luce del sole Marotta e Delneri. La Juventus teme, come retropensiero, che le sue recenti prese di posizione su Calciopoli abbiano indotto gli arbitri ad avere troppi pregiudizi sulle cadute di Krasic e a cascata sugli episodi di Napoli e Palermo. Se così fosse, sarebbe clamorosamente ingiusto perché ciascuna società ha il diritto di far valere fuori dal campo posizioni che non devono subire rappresaglie in campo. E’ una cosa che, da sportivi, pensiamo fin dai tempi di Gianni Rivera che pagava con i fischi di Michelotti e Lo Bello quello che pensava e diceva, senza peli sulla lingua, sulla carta stampata di quegli anni. Era una pratica medievale che poteva avere un suo senso nei primi anni Settanta, ma non oggi, quarant’anni dopo, in un periodo che dovrebbe essere, almeno sulla carta, più evoluto. Quello che era giusto per Rivera è giusto a maggior ragione per la Juventus di oggi, in linea di principio. Ma, il dubbio resta: con tutto quello che ha pagato la Juventus dopo Calciopoli, con tutto quello che ha sofferto e soprattutto con tutto quello che ha speso sul mercato per cercare di rafforzarsi in ogni modo dopo aver perso fiori di campioni a causa delle proprie condanne nello scandalo nel calcio, vale la pena, anche solo eventualmente, tirarsi addosso negatività arbitrali e isitituzionali per uno scudetto, quello del 2005-2006, che potrebbe essere al massimo (e giustamente) revocato e non (altrettanto giustamente) riassegnato alla Juventus stessa? Una pietra sopra Calciopoli giova alla serenità del calcio e soprattutto alla serenità della Juventus di oggi, perché i calciatori che lottano e sudano in campo oggi per la maglia bianconera non meritano coinvolgimenti e fraintendimenti. Meritano, al contrario, di andare in campo senza il sospetto che chi li rappresenta sia andato troppo oltre su questioni che dovevano aver già trovato una pacificazione nazionale nel nome del bene supremo e condiviso, lo sport. Perché il calcio è ancora uno sport e deve essere ancora uno sport.

Libor Kozak non è un giocatore cattivo e non voleva far male a nessuno, martedì sera in Milan-Lazio. Di questo, nonostante il dispiacere per i preoccupanti viaggi in ospedale di Nicola Legrottaglie e Daniele Bonera, siamo profondamente convinti. Non c’era cattiveria né premeditazione in Kozak. Ma il suo modo di muoversi in campo, molto scoordinato, si è rivelato pericoloso e dannoso. L’arbitro Damato non ha percepito la sistematicità e la potenzialità negativa dei suoi movimenti e le due frittate sono state fatte. Criticare Kozak o difendere Kozak? Liberissimi gli appassionati di calcio di dividersi sul tema, a seconda dei rispettivi punti di vista. Ma è un falso problema. La sensazione che resta è un’altra: non è che mister Reja, persona di grande saggezza e senso pratico, profondo innamorato del calcio, abbia tuttavia sbagliato a caricare troppo i suoi giocatori? La Lazio ha attuato una tattica profondamente difensiva martedì sera. Grintosa, aggressiva e determinata in tutti i suoi uomini, la squadra biancoceleste si è difesa tanto e con profitto. Beppe Sculli, che doveva essere l’altra punta, seguiva con foga Oddo nei suoi sganciamenti fino alla propria area di rigore. Ma se lo fa Sculli, che ha mestiere ed è ben articolato nei movimenti, è giustamente, dal suo punto di vista, aggressivo ma senza far male a nessuno. Se invece la stessa tattica la attua Kozac, forse come i compagni di squadra caricato un po’ troppo dal suo allenatore, i risultati diventano quelli che abbiamo visto.

L’Inter a Bari ha vinto ma il suo gioco d’attacco non è piaciuto. Adesso che anche i nerazzurri hanno tre attaccanti di grande livello, Eto’o, Milito e Pazzini, e uno di fascia leggermente inferiore, Pandev, fanno a loro volta le loro belle scoperte. Uno a turno fra Milito e Pazzini rischia di rimanere fuori. Se l’esclusione riguarda Milito, va a toccare un giocatore cui è stato rinnovato da poco, a lungo e in maniera molto dispendiosa, un contratto importante. Se il bussolotto dovesse, ma non crediamo, rimanere invece in mano a Pazzini, verrebbe escluso il pezzo pregiato del mercato, un investimento molto importante, vicino complessivamente ai 20 milioni di euro, appena affrontato dal Club interista. Allora possono giocare tutti e due, sfruttando le ripartenze sull’esterno, dalla fascia, ma dal momento che entrambi sono prime punte di riferimento il rischio è di vederli spaesati e lontani dalla porta alle prese con cross improbabili e con troppi avversari da saltare. E’ un po’ quello che accadeva l’anno scorso in casa rossonera con Huntelaar e che accade quest’anno con Alexandre Pato. Ma il brasiliano del Milan un po’ frastornato delle ultime partite di Campionato è un caso mediatico sbandierato in ogni dove ai quattro venti; vedremo se sarà altrettanto per Milito. L’argentino ad esempio nei primi mesi di questa stagione si è infortunato tanto quanto Pato, ma nessuno ne ha fatto un caso come per il Papero. Sarà così anche per le eventuali esclusioni e per la difficile convivenza del nazionale argentino con Pazzini? Tutelate gente, tutelate…

Curiosa la tesi di Fabrizio Miccoli sul can can mediatico determinato dal mancato rigore assegnato alla Juventus. Dice il bravissimo attaccante rosa: quando gli episodi sono contro di noi nessuno ne parla, quando riguardano la Juventus vengono visti e rivisti 28 volte. Primo, non è vero. Il Palermo ha fatto parlare di sé, eccome, per i propri episodi arbitrali. Il presidente Zamparini è tutti i giorni sui giornali, dopo Milan-Palermo dell’andata ha minacciato le dimissioni riscuotendo ampio spazio su tutti ma proprio tutti i media, e non c’è servizio giornalistico o telecronaca televisiva che non ricordi oggi quanto sia stata danneggiata dagli arbitri la squadra siciliana in questa stagione. Secondo, è proprio nei confronti del Palermo che la Juventus ha diritto di parlare. All’andata i siciliani si erano imposti con il punteggio di 3-1 (primo tempo 1-0 a favore del Palermo), ma tutti ricordano bene che nel primo tempo un clamoroso rigore-sgambetto ai danni di Del Piero poteva riaprire anche quella partita. Quindi, caro Miccoli, non è solo uno l’episodio a danno della Juventus…

[Mauro Suma – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]