Dalla cavalcata del campionato scorso culminato con un quinto posto macchiato da molti episodi sfortunati e qualche errore arbitrale di troppo, fino ai sogni Champions, il passaggio del turno in Europa League colto all’ultimo respiro e l’attualissimo incubo del “calcio scommesse”. Il 2011 della Lazio è stato pieno di sensazioni forti, 365 giorni intensissimi ripercorribili attraverso le tante immagini che hanno accompagnato e plasmato gli umori dei tifosi biancocelesti. Il rigore sbagliato da Zàrate contro l’Udinese, la scoppiettante campagna acquisti di Tare e Lotito, l’arrivo a Fiumicino di un campione come Djibril Cisse, la graduale scoperta di Lulic, le emozioni delle notti europee, l’apoteosi arrivata nel derby con il gol all’ultimo battito di un fenomeno chiamato Miroslav Klose, le dimissioni di Reja subito rifiutate dalla dirigenza e la sua personale rivincita proprio nella stracittadina quando finalmente è riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi. Istantanee che raccontano un anno di gioie e dolori, di soddisfazioni e sofferenze, di sogni e incubi…. Più semplicemente di “emozioni”, regalate al popolo biancoceleste da dirigenza, allenatore e giocatori della Lazio. Sono stati loro i veri protagonisti e la redazione de Lalaziosiamonoi.it li ha analizzati con estrema cura uno ad uno nell’imperdibile Pagellone di fine anno.
SOCIETÀ:
LOTITO Claudio, Il Comandante: Sempre troppo comandante e troppo poco condottiero. Claudio Lotito resta il numero 1 ‘assoluto’ della società biancoceleste e questo è ancora il suo vero limite. Scrivo ciò per sottolineare ancora una volta l’aspetto più discutibile della sua gestione, ossia l’evidente mancanza di un punto di riferimento in società dal chiaro blasone internazionale. È una Lazio forte, che si fa spazio fra le grandi del calcio italiano in maniera impavida da due anni. Ha chiuso il campionato passato al 4° posto in classifica e per una manciata di gol ha mancato la Champions. Sulla stagione passata pesa parecchio l’inoperosità nel mercato invernale, ma ormai è acqua passata. Quest’anno si è rinforzata. È arrivato un fenomeno di nome Klose e un attaccante di livello come Cisse (anche se da lui ci si aspetta di più, ndr). L’operazione “Zàrate-Inter”, ultimata sul fotofinish del mercato estivo ha acceso le critiche dell’ambiente biancoceleste, ma la scelta societaria si è rivelata giusta sin da subito. Lui, Lotito si è preso una bella responsabilità optando per un addio (o meglio un arrivederci, visto che a giugno il calciatore potrebbe tornare a Formello) doloroso per molti, doveroso per pochi. Alla fine su Zàrate ha avuto ragione lui. A tratti appare più propenso al dialogo, a tratti invece torna a bunkerarsi dietro le mura del suo quartier generale. Chiude l’anno con una squalifica che lo inibirà sino al settembre 2012 per il processo di Calciopoli, e alimenta qualche lite di troppo (vedi quella con il Coni e con qualche giornalista, ndr). Per ora la speranza è che tutto si risolva per il meglio, ma se così non fosse, servirà ancor più velocemente quella figura di rilievo in società, che manca da troppo tempo. Voto 6.5 (ma si può fare di più)
TARE Igli, L’Agente Segreto: Non parla mai, non ride mai, lavora e basta. Più che un diesse è un soldato, ma di quelli che si muovono nell’ombra. Dopo aver convinto Miroslav Klose che il progetto laziale era un progetto vincente, ha concluso la campagna acquisti estiva con una rivoluzione e degli innesti. Via Zàrate, fra le ire funeste degli aficionados dell’argentino, dentro Djibril Cisse. Si è mosso rapidamente il diesse albanese concludendo o quasi il mercato biancoceleste per il ritiro di Auronzo di Cadore. Marchetti, Stankevicius, Cana, Konko e la scommessa Lulic vinta a pieno. Eccoli gli assi nella manica presentati a Reja per la nuova stagione. Il successo di Tare si misura anche nel tempismo perfetto. Fra ingressi ed uscite, la Lazio 2011-2012 si è modellata in tempo per l’adunata estiva ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. Il suo è un 2011 buono, iniziato con l’innesto Sculli a gennaio, dove la Lazio però avrebbe potuto fare di più. L’unico dubbio, legato alla voce mercato, resta l’ingaggio di Lorik Cana. Il mediano albanese, rientrato nell’affare Muslera al Galatasaray, dà l’impressione di essere un calciatore che non serve alla Lazio. Reja necessitava di un interno di centrocampo di movimento, ma alla fine si è ritrovato con tre registi: Matuzalem, Ledesma e lo stesso Cana. Buona invece la cessione di Lichtsteiner alla Juventus, monetizzata con più di 10 milioni di euro nelle casse laziali. Al suo posto perfetta la scelta per costi e qualità di Konko. Il francese ha impreziosito tecnicamente la difesa. Sta migliorando. Voto 7
REJA Edoardo, Il Saggio Nostromo: Resta la guida indiscussa di questa Lazio. Resta il vero Saggio del gruppo. Per età, per esperienza e carattere lo Zio Edy si è confermato saldamente in sella alla sua Lazio. È arrivato a Roma sponda biancoceleste nel 2010 per salvare una nave completamente alla deriva. Compiuta la sua Missione Impossibile, il navigato nostromo ha pilotato il suo vascello a ridosso della zona Champions. Gioie e dolori di una stagione che fu, quelle archiviate nello scorso campionato. La Lazio di Reja meritava probabilmente qualcosa in più rispetto ad un 4° posto dal sapore beffardo di 5°. Il club, la squadra e il tecnico erano partiti con l’obiettivo di piazzarsi in Europa League e a bocce ferme appare evidente che l’obiettivo è stato centrato. Ma sarà stata la mancata qualificazione nei preliminari della coppa che conta, o forse quell’atavica insoddisfazione del tifoso laziale, che a fine campionato i mugugni di un ambiente deluso hanno sopraffatto addirittura i consensi. Ha vissuto momenti difficili il tecnico goriziano, attimi di sconforto che lo convinsero quasi ad abdicare. Ma un capitano temprato da mille battaglie e da interminabili sfide, difficilmente ammaina la bandiera e abbandona la ciurma. Calma, lavoro e dedizione: principi questi che, sommati all’appoggio della squadra e a un derby vinto all’ultimo secondo, hanno determinato il colpo di scena inatteso. Reja si è ripreso la Lazio e d’incanto i fischi si sono trasformati in applausi. Magie o follie del calcio che difficilmente trovano spiegazioni. Ora il saggio nostromo, scruta i mari all’orizzonte e riflette. Dialoga con il suo equipaggio e studia la rotta. La calma piatta delle ultime settimane è soltanto apparenza e lui lo sa. È tempo di osare, è tempo di crederci. Vento in poppa e vele spiegate: provaci Lazio. Il timone è in mani sicure. Voto 8
DE MARTINO Stefano, Il Verbo: È una Lazio che ai più appare divisa in compartimenti stagni. Presidenza, staff tecnico, marketing, squadra, diesse e tifoseria. Il trait d’union si chiama Stefano De Martino. Si divide quotidianamente nell’osmosi necessaria fra l’interno e l’esterno dell’affollato mondo biancoceleste. Il suo ruolo di Responsabile della Comunicazione lo svolge a pieno, con tanta dedizione e voglia di fare. Aveva promesso nell’anno del suo insediamento di riservare in cantiere un grande progetto Lazio, fatto di migliorie e molteplici sfide. Venne annunciata una rivista, una radio e una Tv interamente dedicata alla Lazio. Dopo aver battezzato i natali del mensile ufficiale: Lazio Style 1900 magazine nel 2010, quest’anno è stata la volta della Radio. Il progetto è partito ad inizio anno con il canale diffuso via streaming e poi replicato su Fm sulle frequenze di Vintage Radio. Si tratta di un buon prodotto, dove i contenuti risultano impreziositi dalle inedite performance dei calciatori, veri e propri protagonisti dei contenitori realizzati direttamente dagli studi di Formello. Dal punto di vista tecnico e tecnologico il progetto architettato dal Dottor Stefano De Martino è senza dubbio eccelso, anche se appare ancora evidente la poca osmosi fra la gente laziale e i loro beniamini (in più lo streaming non ha lo stesso appeal dell’FM). Inoltre pur conservando l’esclusività del prodotto Lazio, dal Responsabile della Comunicazione mi aspetterei un impegno ad abbassare quella coltre invalicabile oltre la quale appare blindata la società, iniziando a stilare un elenco di media con cui collaborare per diffondere il verbo laziale. È in cantiere dopo il mensile e la Radio, anche la Tv. Sarà un canale a pagamento collocato sul bouquet di Sky, ormai praticamente pronto all’esordio (la data dovrebbe essere quella del 9 gennaio 2012), e darà modo di seguire il mondo biancoceleste 24 su 24 con immagini e interviste. Si annuncia interessante e ricco di contenuti, anche se ovviamente andrà catalogato come mezzo ufficiale della società, con tutti i nessi e connessi. Aspetti da migliorare: Resta lo stesso dello scorso anno: “Accorciare la distanza fra il tifoso e la squadra non solo attraverso organi ufficiali, ma avvalendosi anche del mondo circostante”. Ciò ovviamente esula dalla valutazione di Stefano De Martino che nella storia della comunicazione della SS Lazio è stato l’unico a realizzare dei canali ufficiali inediti e al passo con i tempi: Voto 7.5 (per l’8 pieno attendiamo le giuste aperture)
PORTIERI
BERARDI Alessandro, In ascesa: Da due stagioni Alessandro Berardi è divenuto il terzo portiere della rosa biancoceleste. Classe ’91 ed una fede laziale incrollabile, l’estremo difensore della compagine primavera, con cui ha disputato un campionato da protagonista (lo scorso), non ha mai avuto l’occasione di misurarsi nel calcio che conta. Il numero di presenze in prima squadra è ancora fermo a zero, vanta soltanto qualche convocazione e la partecipazione al ritiro estivo di Auronzo di Cadore. Tra settembre e ottobre 2011 ha subìto un infortunio al gomito che tuttora lo tiene lontano dai campi di gioco. Lo rivedremo nel 2012, possibilmente, diciamo noi, con una maglia diversa da quella della Lazio. I giovani hanno bisogno di giocare e fare esperienza in categorie con un tasso di difficoltà maggiore rispetto al campionato primavera. Voto N.G. (7,5 con la Primavera)
BERNI Tommaso, Eterno incompreso: In parecchi l’avrebbero voluto come primo portiere in questa stagione nel caso in cui la Lazio non fosse riuscita ad acquistare il sostituto del partente Muslera. La qualità e l’esperienza di certo non gli sarebbero mancate, ma il tira e molla con la società sul rinnovo si è concluso in estate con la sua partenza verso Braga. La Lazio lo ha perso a parametro zero, poteva essere la sua grande occasione per affermarsi con la maglia della squadra che non è mai riuscito a conquistare (oltre alle partite di Coppa Italia, solo 1 presenza in campionato nell’ultima stagione per sostituire Muslera infortunato). Con il suo Sporting Braga ha guadagnato l’accesso ai sedicesimi di Europa League: giocherà la doppia sfida con il Besiktas. Chi vincerà affronterà la vincente tra Lazio e Atletico Madrid: un’occasione per salutare i tifosi biancocelesti che lo ricordano con affetto. Voto 6
BIZZARRI Albano Benjamin, In ripresa: Da riserva di Tommaso Berni a riserva di Federico Marchetti, la differenza è molta. Dopo la cessione in estate di Berni allo Sporting Braga, l’arquero argentino è stato promosso come vice-Marchetti diventando da terza a seconda scelta fra i pali biancocelesti. Da gennaio a maggio non ha mai giocato, se non un’apparizione con la Primavera. Miglior sorte ha avuto nella seconda metà dell’anno dove ha esordito sia in campionato (giocando contro Milan, Udinese e Chievo), sia in Europa League (venendo impiegato contro Rabotnicki e Sporting Lisbona). Nonostante sole cinque presenze in un anno e un infortunio alla mano destra che si portava dietro da un po’ di tempo, Bizzarri è riuscito quasi sempre a farsi trovare pronto ed in alcuni casi, come nell’ultima partita dell’anno contro il Chievo, è stato decisivo nel salvare il risultato. Pesa, e non poco, la prima parte di 2011 da vero e proprio desaparecido. Voto 5,5
CARRIZO Juan Pablo, Tormentato: Giocatore fuori dal comune, mai banale. Sono lontani i tempi del primo approdo a Roma, quando nel 2008 era stato accolto come un fenomeno dagli ignari tifosi biancocelesti. Su di lui in molti si erano sbilanciati dopo aver visto i video delle sue prodezze: gambeta, sicurezza tra i pali e salvataggi sulla linea. Peruzzi e Fillol, mica due sprovveduti, avevano parlato di lui come di un campione. Morale della favola in tre anni ha perso il posto da titolare a Roma e ha contribuito pesantemente alla prima retrocessione in Seconda Divisione della storia del River Plate, che lo aveva riaccolto a braccia aperte dopo la deludente esperienza in terra spagnola con il Saragozza. Quest’estate è tornato a Roma, dopo che la dirigenza laziale aveva provato a piazzarlo offrendolo a mezzo mondo. Si è rimesso duramente in discussione e ha ricominciato a lavorare con Grigioni, dimostrando di non aver perso la caparbietà che lo ha da sempre contraddistinto. Ad agosto è partito per fare il quarto alle spalle di Marchetti, Bizzarri e Berardi ma, complici gli infortuni di tutti i suoi colleghi di reparto, poche settimane fa a Lecce è tornato in campo per dare il suo contributo per la vittoria dei biancocelesti. A gennaio potrebbe tornare a vestire la maglia del River , magari in prestito fino a Giugno, per poi riaprire il discorso cessione in estate. Ha il grande merito di non aver mai mollato ma questo, ovviamente, non gli basta per meritarsi la sufficienza. Voto 5
MARCHETTI Federico, Da Nazionale: Nel giro di pochi mesi ha rischiato di veder compromessa la sua carriera. Da portiere titolare e sorpresa del Cagliari e dai Mondiali con la Nazionale Italiana ad un campionato, il 2010/2011, passato sulla tribuna del Sant’Elia. Un’incomprensione, forse anche più d’una, con il presidente Cellino lo ha, di fatto, estromesso dal calcio giocato. Ha le spalle larghe il portierone di Bassano del Grappa e, allora, giù a testa bassa a lavorare senza fiatare. Fino alla scorsa estate quando con un’abile manovra di mercato, la dirigenza biancoceleste lo ha prelevato dalla società sarda per circa cinque milioni di euro. Un vero e proprio affare. Almeno per quanto dimostrato sin qui. Muslera è solo un lontano ricordo. Se la Lazio è quarta ed in questa prima parte di stagione è riuscita a togliersi delle belle soddisfazioni, gran parte del merito va a lui: contro Vaslui, in Romania, contro la Juve all’Olimpico e con il Napoli al San Paolo le sue prestazioni migliori. Reattivo, a tratti fenomenale tra i pali, si sta guadagnando, a suon di prestazioni, la chiamata in Nazionale. Voto 7,5
MUSLERA Fernando, Nessun rimpianto: Giudicarlo è sempre stato complicato. Un portiere che ha sempre alternato grandi interventi a vuoti inspiegabili, parate sensazionali e papere incredibili. L’ultima stagione di Muslera può essere riassunta in due partite: quel Palermo-Lazio vinto soprattutto grazie ai suoi miracoli e quel derby di ritorno in cui si fece beffare da una punizione di Totti, calciata forte sì ma centralmente. Muslera è estremo difensore che racchiude in sé i pro e i contro della scuola sudamericana: istintivo ed esplosivo, a volte spettacolare ma non sempre concentrato e attento. “Nando” si era conquistato il posto, tre anni fa, anche grazie al flop di Carrizo, ma non ha mai definitivamente convinto il pubblico biancoceleste che sul conto del portiere uruguaiano si è sempre spaccato. Il rapporto complicato tra Lotito e il suo procuratore ha messo fine alla sua avventura alla Lazio. Ma la sensazione, anzi la certezza, è che con Marchetti si sia compiuto quel benedetto e tanto agognato salto di qualità. Voto 6
DIFENSORI:
BIAVA Giuseppe, Decano della difesa: Il difensore centrale più “anziano” in rosa si é sempre difeso con un mix di esperienza, interventi chirurgici e puliti, anticipi e correttezza. Pilastro inamovibile della difesa, uno dei protagonisti della cavalcata della scorsa stagione, ha formato insieme a Diàs una delle coppie di centrali più in forma e affidabili del campionato. Frenato da qualche problema fisico in questa stagione, rimane una sicurezza, anche se da più parti si levano voci a chiedere l’acquisto di un centrale di livello internazionale, più per esigenze di ricambio generazionale, che per la qualità delle sue prestazioni, comunque sempre all’altezza. Voto 7
BONETTO Riccardo, Ultima apparizione: Quando si è presentato questa estate nel ritiro di Auronzo ha fatto venire gli incubi al presidente Lotito che quasi si era scordato di averlo ancora sotto libro paga. Ma dopo due anni di completa inattività, il buon Riccardo decide che è giunto il momento di salutare definitivamente la Lazio rinunciando al contratto che lo legava alla società biancoceleste. Saluta tutti senza rancore e si accasa con il Bassano Virtus squadra di Prima Divisione vicino alla sua Asolo. Voto N.G.
CAVANDA Luis Pedro, Sotto esame: Il 2011 del terzino belga comincia lontano da Roma, il 31 gennaio inizia la sua avventura in prestito al Torino che termina a fine stagione con il suo ritorno in maglia biancoceleste. Nel capoluogo piemontese Cavanda colleziona solo tre presenze. A luglio prende parte al ritiro di Auronzo di Cadore insieme al resto del gruppo di Reja e debutta da titolare il 14 dicembre nella gara di Europa League contro lo Sporting Lisbona: la prestazione è solida e Reja, vista l’assenza di Konko, lo conferma anche nella partita con l’Udinese. Stavolta il terzino non brilla e viene sostituito alla fine del primo tempo. È ancora giovane e i margini di miglioramento sono ampi: da rivedere nel 2012. Voto 5
CRESCENZI Luca, Laziale in rampa di lancio: A differenza dell’amico e compagno di squadra Zampa non riesce mai ad avere l’opportunità di esordire in prima squadra. Ciò non oscura però le grandi qualità del ragazzo di Piazza Bologna che per tutto l’arco del 2011 viene preso spesso e volentieri in considerazione da Edy Reja che lo porta con sè in più di una circostanza. Gioca con autorità e sicurezza il campionato scorso, comanda la difesa con un carisma fuori dal comune, risultando, al termine della stagione, uno dei migliori della formazione di Bollini e guadagnandosi, nel corso del tempo, sia la fascia di capitano che la convocazione nell’Under 20 di Luigi Di Biagio. Umiltà e caparbietà sono le sue doti umane più evidenti, dal punto di vista tecnico abbina fisico e senso della posizione. Lo diciamo a bassa voce, ma se non cambierà, il ragazzo, di strada, ne farà molta. Voto N.G. (7,5 con la Primavera)
DIAKITE Mobido, Sorprendente: Per il centrale francese quest’anno non era cominciato sotto i più rosei auspici. La concorrenza della linea difensiva biancoceleste, una delle migliori del campionato passato, pareva chiudere ogni spazio al colosso idolo della Nord e il suo impiego non prescindeva che dall’infortunio o dall’assenza di qualche compagno di reparto. Con prestazioni di solidità assoluta, però, Modibo si è lentamente guadagnato la fiducia di Reja, costringendolo spesso a ballottaggi per il posto al centro della difesa. Inoltre, nella stagione in corso, gli infortuni di Diàs e Biava hanno reso obbligatoria la scelta del francese che ha ripagato la fiducia del mister mettendosi in mostra come uno dei difensori più in forma del campionato. Sul finire di questo 2011, poi, la tranquillità che ha acquisito in campo lo ha reso protagonista assoluto anche con tre assist: due in campionato, Cesena e Lecce, e uno nel decisivo match per la qualificazione alla fase eliminatoria di Europa League contro lo Sporting. Voto 7
DIÀS André Goncavales, Muro invalicabile: Trentadue anni e non sentirli. Grande intuizione del duo Lotito-Tare che sono riusciti a portare a Roma nel gennaio 2010 uno dei difensori più forti del panorama mondiale. Lo scorso campionato è stato quello della definitiva consacrazione e ricordare qualche brutta prestazione del difensore brasiliano è veramente difficile. Senza di lui la retroguardia biancoceleste soffre tanto e anche fuori dal campo è diventato un punto di riferimento per tutti i suoi compagni di squadra. In questa stagione ha accusato un piccolo calo dovuto anche a una preparazione diversa in vista degli impegni Europei e forse l’unica nota stonata del 2011 è il doppio infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi da gioco in questa prima parte di stagione. Adesso sembra pienamente recuperato e questo non può che far felice Reja e tutto il popolo biancoceleste in vista del nuovo anno. Voto 7,5
GARRIDO Javier, Fragile: Il terzino basco arrivato a Roma nell’ambito della trattativa Kolarov-City non è riuscito ad affermarsi con la maglia della Lazio. L’ex Citizens la scorsa stagione è stato colpito da moltissimi infortuni e ha deluso le aspettative della dirigenza biancoceleste. Poche, anzi pochissime, le apparizioni in campo. I tifosi lo ricorderanno per il bel gol contro l’Albinoleffe in Coppa Italia e per la partita shock del San Paolo dello scorso mese di Aprile, dove è stato spettatore non pagante della clamorosa rimonta della squadra di Mazzarri. In questa stagione non ha mai visto il campo da gioco per scelta tecnica, ma nonostante tutto continua ad infortunarsi. Il suo futuro è lontano da Roma, per gennaio Lotito e Tare stanno cercando di trovargli una sistemazione. Voto: 5
KONKO Abdoulay, Mister fascia: Quando in estate venne acquistato dal Genoa per sostituire Lichtsteiner, in molti storsero il naso: la fama di giocatore con i “muscoli di seta”, sempre bloccato in infermeria, l’aveva preceduto. Invece, con l’aquila stampata sul petto, Konko ha ritrovato una continuità insperata ed una buona condizione fisica (venuta meno soltanto nell’ultimo mese dell’anno). Ma, quello che ha più sorpreso, sono state le sue giocate super, le galoppate avanti e indietro per tutta la fascia, ed i palloni messi in mezzo nell’area di rigore avversaria che, ben presto, sono riusciti a non far rimpiangere le qualità dello svizzerotto partito per “l’assolata” Torino. Le prestazioni del franco-marocchino, a coronamento della rinascita calcistica con la maglia biancoceleste, in novembre gli sono valse le richieste di partecipazione alla Coppa d’Africa (successivamente rifiutate dal giocatore) da parte del ct del Marocco Gerets. Konko aspetta una chiamata dalla Francia di Laurent Blanc: se continuerà su questi livelli anche nel nuovo anno, l’Europeo 2012 con i Bleus non sarà poi così impossibile da raggiungere. Voto 7
LICHTSTEINER Stephan, Un addio annunciato: “Alla Lazio sto bene, ma voglio una big”, è stato questo il tormentone del 2011 per Lichtsteiner. Un addio annunciato quello del difensore svizzero, sbarcato alla Juventus all’alba del mercato estivo dopo una trattativa al rilancio del presidente Lotito. 10 milioni di euro e una maglia bianconera per sognare grandi successi, la Lazio ormai gli stava stretta. Ma lungi dallo svizzero un’irriconoscenza in stile Kolarov, Lichtsteiner non dimentica che dal 2008 – anno in cui arrivò nella Capitale – la Lazio lo ha cresciuto e lanciato alla ribalta sul palcoscenico internazionale. Come la Lazio non ha dimenticato quel difensore tutto corsa e polmoni, prezioso in fase difensiva ma un treno nell’ arrivare sul fondo e crossare per i compagni in attacco. Nessun rimpianto, Konko si sta dimostrando all’altezza dello svizzero. Reja ci ha sempre scherzato su: “Se Stephan avesse anche i piedi buoni”, ma forse resta il rammarico di aver lasciato partire uno dei migliori terzini destri in circolazione attualmente. Ma Lotito docet: “La Lazio non trattiene nessuno”. Così sia. Voto 6,5
LULIC Senad, Nota lieta: La sua avventura in biancoceleste ha avuto inizio in estate tra lo scetticismo di molti, non addetti ai lavori in primis. Tare e Lotito lo hanno acquistato versando 2,8 milioni di euro nelle casse dello Young Boys, convinti di aver effettuato un ottimo colpo di mercato in rapporto qualità-prezzo. Non si sono sbagliati. Lulic, ragazzo bosniaco con passaporto svizzero, è probabilmente la nota più lieta di questo primo scorcio di stagione nonostante l’approccio non proprio esaltante al campionato italiano nella prima partita contro il Milan. Con il passare del tempo, dopo aver risolto i naturali problemi di ambientamento, si è rivelato un vero e proprio jolly del rettangolo verde: può giocare terzino, mezzala e addirittura esterno alto. Una manna dal cielo per Reja. Inoltre tra le altre caratteristiche ha mostrato al pubblico una notevole capacità di cambio passo, una discreta tecnica, una buona intelligenza tattica ed una altrettanto buona confidenza con il gol. Aspetto, quest’ultimo, che non guasta mai. Voto 7,5
RADU Stefan, Equilibratore: Un primo scorcio di 2011 da incorniciare, poi il destino e la sorte si sono messe di traverso: la morte del papà a ferire l’anima e due infortuni (uno alla schiena e uno al ginocchio) a bloccarne un rendimento fino a quel momento di alto livello. Incidenti che lo avevano costretto a saltare il rush finale della passata stagione, la sua assenza era pesata come un macigno soprattutto a Udine quando Isla e Sanchez avevano messo in luce tutte le lacune tecnico-tattiche di Garrido. Un nuovo infortunio, questa volta al ginocchio operato a fine 2010, non gli ha permesso di acquisire la forma migliore in questo inizio di stagione e le prestazioni, in alcune occasioni, sono venute meno. Su di lui è piovuta qualche critica ma Radu rimane l’equilibratore della difesa laziale, un terzino a cui Reja non vuole mai rinunciare. Questa estate è arrivato il rinnovo fino al 2016, la conferma di quanto il romeno sia importante per la Lazio. Voto 6,5
SCALONI Lionel, Uomo spogliatoio: Tra un piatto di “asado” e l’altro, Scaloni ripone la divisa da cuoco onorario di Formello per vestire i panni di terzino destro (all’occorrenza centrale di difesa) nello scacchiere di Reja. Nella Lazio ha sempre recitato la parte della comparsa, venendo utilizzato nei momenti in cui la rosa era in emergenza a causa degli infortuni o per far trascorrere tempo prezioso, a pochi minuti dal termine, quando si era con il risultato a favore. Il bilancio dell’anno solare recita, a testimonianza del suo ruolo da comprimario, 15 presenze in campionato (delle quali undici a partita in corso), due da titolare in Coppa Italia contro Portogruaro e Albinoleffe e altre due apparizioni nei preliminari d’Europa League contro il Rabotnicki. Certo, è più facile vederlo in tribuna la domenica, o addirittura a casa davanti ai fornelli ma, quando chiamato in causa, da buon argentino in campo mette sempre grinta e rabbia agonistica. Il vero apporto che da alla Lazio è però sotto il profilo umano: la sua esperienza internazionale e il suo essere uomo spogliatoio sono qualità non da poco. Voto 6
STANKEVICIUS Marius, Gregario positivo: È arrivato a sorpresa durante la finestra di mercato estiva grazie all’intuizione fulminea di Igli Tare. La Sampdoria, dopo sei mesi passati a Valencia in prestito, lo ha ceduto alla Lazio per pochi spiccioli. Una somma dettata dal fatto che il suo contratto con i blucerchiati sarebbe scaduto l’anno seguente e dopo una carriera passata a giocare da esterno destro di difesa, è arrivato a Roma per occupare la casella di centrale presente nella lista fatta da Reja a inizio mercato. Le prestazioni fornite in campionato hanno dimostrato che la sua duttilità tattica è utilissima a questa Lazio. Autoritario e sicuro (forse troppo) in campo, il lituano ha guadagnato la fiducia dell’ambiente mettendosi in luce per le sue spiccate doti difensive. Adesso è una valida alternativa di sicuro affidamento utilizzabile anche sulla corsia destra della difesa. Voto 6
STENDARDO Guglielmo, Professionista : Quando viene chiamato in causa si fa trovare sempre pronto. Willy vive, però, un 2011 piuttosto anomalo. Nella prima parte partecipa con grinta, coraggio e ardore alla scalata verso la Champions. Con lui in campo la Lazio vince quasi sempre (sette volte su dieci presenze). Poi, a cominciare dall’estate viene relegato, quasi inspiegabilmente, ai margini della rosa biancoceleste. In silenzio continua a lavorare ormai da mesi, senza mai fare polemica, accettando ma inghiottendo amaramente le scelte di Reja. In questa stagione, nonostante i diversi problemi evidenziati dalla linea difensiva biancoceleste, non viene mai chiamato in causa, riuscendo a collezionare solamente due convocazioni in campionato e altrettante presenze, condite da un gol realizzato e da un rigore provocato, con la maglia della Primavera di Bollini. A gennaio andrà quasi certamente via, consapevole, ad ogni modo, di aver dato il massimo per la maglia che ha indossato. Onore a lui. Voto 6
ZAURI Luciano, Invecchiato: L’ex capitano si ritrova quasi per caso di nuovo in maglia biancoceleste dopo aver partecipato all’Annus Horribilis che ha portato la Sampdoria dai preliminari di Champions alla Serie B. Inizialmente il suo ritorno viene accolto di buon grado, praticamente da tutti, anche da mister Reja che decide di inserirlo nella lista per l’Europa League, battendo la concorrenza del nuovo acquisto Stankevicius e del sempre verde Scaloni. Zauri non ripaga questa fiducia e da jolly tuttofare qual’era si dimostra un altro giocatore inanellando in rapida sequenza due prestazioni disastrose, prima con il Milan in campionato e poi con il Vaslui in coppa dove tocca l’apice facendosi espellere e regalando ai rumeni un calcio di rigore che ha complicato non poco il successivo cammino della Lazio nella manifestazione. Voto 5
CENTROCAMPISTI:
BRESCIANO Mark, Comparsa scomparsa: Ci si aspettava qualcosa di più, anzi qualcosa, qualsiasi cosa, dal giocatore italo-australiano. Alle spalle la parte migliore della sua carriera, non è riuscito a rivitalizzarsi nella Roma biancoceleste. Non ha mai mostrato la sua celebre esultanza, la statua, e di lui verrá ricordata soltanto la sfortuna nel derby di Coppa perduto 2-1, dove il suo tiro dalla distanza meritava miglior fortuna. è passato d’estate a guadagnar petroldollari nell’Al Nasr Dubai di Walter Zenga, senza essere rimpianto. Voto 5
BROCCHI Cristian, Inossidabile: Uno dei protagonisti assoluti della scorsa stagione. Ha dimostrato che l’età anagrafica non conta nulla, umiliando sul piano della corsa e della totale dedizione alla causa compagni ben più giovani di lui. Sacrificio, sudore, sforzo fino al limite: questo giovane trentacinquenne insegna che una carriera non finisce finché in campo si riesce a dare tutto con la stessa grinta del passato. Si puó solo imparare da lui. Voto 7,5
CANA Lorik, In ritardo: Il guerriero diventa un giocatore della Lazio il 3 luglio 2011 nell’ambito dello scambio con il portiere uruguaiano Fernando Muslera. Dell’atleta albanese si conosce il valore come calciatore di grande quantità e carattere che sia al PSG che al Marsiglia gli aveva permesso di indossare la fascia di capitano ma a Roma non riesce da subito a confermare le sue grandi doti. L’inizio è stentato, probabilmente anche per un equivoco sulla sua posizione in campo, ma con il passare del tempo il suo rendimento migliora sempre di più, con delle buone prestazioni “tutto cuore” che gli valgono spesso e volentieri l’ovazione dei tifosi. Soprattuto nel finale di 2011 Reja lo sceglie spesso come sostituto della mediana quando manca l’ossigeno a partita in corso e lui ripaga con corsa e palloni recuperati ma non sempre con prestazioni sopra la sufficienza. Quando, poi, a Lecce si alza dalla panchina per sostituire Biava l’albanese marca il suo primo gol con la maglia biancoceleste portando in vantaggio i suoi per il momentaneo 2-1. L’impiego in Europa League è stato molto più assiduo per Cana, che, nonostante le non brillantissime prestazioni della Lazio in coppa, ha sempre assicurato la sua quota di corsa e contrasti, forse anche di più. Voto 5,5
DEL NERO Simone, Sconosciuto: Chi è costui? Forse alcuni ricordano la sua folta chioma nera, ma sicuramente il rettangolo verde non ricorda lui. Nel 2011 neppure una presenza per il centrocampista bresciano, ormai completamente ai margini di qualsiasi progetto Lazio. Tanta sfortuna ed un fisico a dir poco di cristallo, quel talento visto nel Brescia non è mai riuscito ad esprimersi in biancoceleste, tantomeno nell’ultima stagione. Tanti gli infortuni, soprattutto di natura muscolare, hanno visto Del Nero far la spola tra la palestra di Formello e la Clinica Paideia. Sempre più sconsolato, ma la fortuna aiuta gli audaci, intanto per il 2012 il bresciano si augura di tornare almeno ad allenarsi con i compagni. Voto N.G.
FOGGIA Pasquale, Scomparso: In tutto il 2011 colleziona la bellezza di 6 minuti in maglia biancoceleste. Reja non lo vede, lui non fa una piega e a seconda dei casi si accomoda in panchina o in tribuna. In allenamento è sempre tra i più sorridenti e partecipa anche a tutta la preparazione visto che viene ceduto solamente nell’ultimo giorno di mercato alla Sampdoria retrocessa in B, che per ironia della sorte è la squadra contro la quale ha fatto la sua ultima fugace apparizione con la maglia della Lazio. Positivo l’inizio di stagione con la casacca blucerchiata. Voto N.G.
GONZALEZ Alvaro, Scalatore: Nella prima parte del 2011 il mediano uruguaiano si era accaparrato a suon di prestazioni e palloni recuperati la fiducia di Reja che più volte lo aveva schierato nella formazione titolare. Dopo questa prima conquista arriva anche il premio della prima rete in serie A con il Brescia, a Febbraio. In estate el Tata, dopo essersi ripreso la nazionale che ha guidato nella coppa America, si è ritrovato in una Lazio orfana dei suoi compagni più cari Muslera e Zarate. Nessun problema, Alvaro ha iniziato la sua nuova sfida a testa alta e dopo qualche scampolo di partita è stato chiamato a scendere in campo come titolare più volte visto anche il lungo elenco di centrocampisti biancocelesti in infermeria. Contro il Novara e nella magnifica partita contro l’Udinese il centrale ha mostrato anche la sua utilità in fase di costruzione servendo due assist. Le ultime prestazioni, soprattutto quella con il Chievo, non sono state delle più brillanti ma il periodo di sosta permetterà di recuperare energie a Gonzalez, che è già pronto per una nuova scalata. Voto 6,5
HERNANES Anderson, Luce non sempre abbagliante: Arriva da una primavera giocata come solo lui sa fare: primo gol alla Roma in Coppa Italia e prima doppietta stagionale siglata contro il Genoa nella penultima giornata di campionato. Ha trascinato la Lazio con le sue prodezze fino ad arrivare ad un passo dalla Champions League. I suoi 11 gol in Serie A gli sono valsi il raggiungimento del record di una leggenda laziale come Pavel Nedved. Questa doveva essere la stagione della consacrazione: finalmente è riuscito a sostenere la preparazione estiva regolarmente, si è riposato dopo due anni di fatica che l’avevano lasciato senza fiato ma il suo è rendimento molto altalenante, forse troppo. Certo, qualche sprazzo di classe cristallina c’è stato: basterebbe chiedere ai cugini giallorossi, o agli spettatori del Franchi, per conoscere i migliori rimedi per il mal di testa che li colpì al termine del match, ma ci si aspetta di più da uno come lui. Fisicamente e tatticamente migliorato rispetto allo scorso anno (tanto che in alcune occasioni Reja lo ha provato come mezzala arretrandolo a partita in corso), non riesce ancora a incidere con costanza. Non è bastata neanche la nuova convocazione del ct verdeoro Menezes a scuoterlo dal torpore. Alterna sprazzi genio a preoccupanti cali nell’arco della stessa partita. Reja lo conosce e lo sostiene, il Profeta è un elemento fondamentale di questa Lazio. Tornerà più forte di prima. Voto 7,5
LEDESMA Cristian Daniel, Uomo guida: In molti lo hanno definito il “leader silenzioso” di questa squadra. A lui, questa etichetta non piace molto. I fatti dimostrano che, oltre ad essere un vero condottiero, Cristian si fa anche sentire. Sia in campo che fuori. È l’anima della Lazio. Quando manca, la sua assenza pesa, eccome. Guida i compagni in allenamento, sprona i più giovani, tiene le redini del gioco biancoceleste. A volte forse peccando di precisione ma con un carisma ed un’autorità fuori dal comune. Veste la fascia di capitano per gran parte delle partite, dimostra di essere, ancora una volta, uno dei centrocampisti più completi della rosa a disposizione di Reja. Abbina qualità e quantità, svolgendo, spesso e volentieri, un oscuro lavoro da gregario. Nel 2011 non va mai a segno, ma la sua presenza è fondamentale nel gioco del goriziano. Al sesto anno nella Capitale è ormai uno dei punti di riferimento sia per i tifosi che per il club. Voto 7
MANFREDINI Christian, Ectoplasma: La sua esperienza alla Lazio si è conclusa lo scorso mese di giugno dopo nove anni ricchi di polemiche. Il centrocampista ex Chievo e Juventus ha collezionato più presenze nelle aule dei tribunali che sul campo da gioco. L’amore con la società capitolina non è mai sbocciato e in maglia biancoceleste non si ricordano sue prestazioni degne di nota. Nelle ultime due stagioni è stato messo fuori rosa: prima nel gruppo dei ‘dissidenti’ e poi in quello degli ‘esuberi’. A trentasei anni ha deciso di ripartire da zero e ha accettato l’offerta della Sambonifacese in Lega Pro. Voto N.G.
MATUZALEM Francelino, Supernova intermittente: In eterno bilico tra una supernova splendente pronta ad esplodere ed una stella cadente che ha perso forza e luce. Il 2011 doveva essere l’anno del riscatto, l’anno in cui Matuzalem sarebbe riuscito a prendersi le chiavi del centrocampo biancoceleste una volta per tutte. Infortuni e nervi a fior di pelle, questo è stato il primo scorcio del 2011 per il brasiliano: la distorsione al ginocchio per inaugurare l’anno nuovo, la querelle tra Shakhtar e Saragozza ed il rischio squalifica, il calcio a Totti nel derby e nervi tesi anche contro il Cesena, tre giornate di squalifica in un momento delicato della stagione. Eppure il Professore è sempre così prezioso nelle geometrie del centrocampo biancoceleste, poi da quando Reja ha capito che il binomio Ledesma-Matu non è antitetico la linea mediana ha avuto una marcia in più. Peccato per i tanti, troppi, infortuni che continuano a perseguitarlo, campione di cristallo, classe ed eleganza verdeoro e concretezza e cattiveria agonistica tutta italiana, il brasiliano in campo fa la differenza: nell’ultimo derby, in soli 15 minuti sul rettangolo verde, ha servito su un piatto d’argento l’assist a Klose per il 2-1. La speranza per l’anno che verrà è che Matu esca definitivamente dai box e un pò come un novello San Pietro si prenda le chiavi del centrocampo della Lazio. Voto 6
MAURI Stefano, Conferma: Il suo 2011 è a due facce: la prima estremamente positiva e la seconda estremamente negativa. Da gennaio colleziona in campionato 14 presenze tre gol e due assist, oltre alle conferme sul campo che gli sono valse, ancora una volta, la stima del ct della Nazionale italiana Cesare Prandelli, che decide di convocarlo per l’amichevole di lusso contro la Germania di Klose, al Westfalen stadion di Dortmund, e per la gara contro la Slovenia valevole per le qualificazioni ad Euro 2012. La Lazio, senza Mauri in campo, fa fatica ad arrivare in porta: le azioni più pericolose passano dai suoi piedi. Con l’inizio della nuova stagione 2011/12, riprende da dove aveva lasciato: sfornando assist e giocate. Contro il Milan a San Siro sfodera un assist prima per Klose, poi per la testa di Cisse. Ma, da quella partita, comincia il suo calvario. Si infortuna nel secondo tempo ed è costretto a lasciare il posto a Lulic: rimane fuori quaranta giorni. Ritorna giusto in tempo per giocare il derby contro la Roma. Dopo la stracittadina accusa un altro infortunio, questa volta ancora più grave, tanto da costringerlo a ricorrere alla chirurgia presso un centro specializzato a Monaco di Baviera. Il difensore del Piacenza, Carlo Gervasoni, nell’ambito del calcioscommesse, tira in ballo il suo nome. La speranza di tutti è che Mauri non c’entri davvero nulla con questa brutta storia. Voto 7
MEGHNI Mourad, Promessa incompiuta: Il suo 2011 con la maglia della Lazio non è mai iniziato. Da luglio 2010 a febbraio 2011 vive un calvario a dir poco pazzesco: dopo essersi operato al tendine rotuleo del ginocchio sinistro il centrocampista franco-algerino è costretto ad una lunga riabilitazione. Rientrato a Formello nelle prime settimane del 2011, sembra poter rientrare nei piani di Edy Reja che gli concede, sin da subito, l’opportunità di allenarsi con il gruppo e non con i cosiddetti esuberi. Un paio di panchine in campionato, poi l’infortunio, l’ennesimo, con la maglia della Primavera, che lo estromette definitivamente dalla Lazio. A giugno rescinde consensualmente il contratto con la società biancoceleste e firma con l’Umm Salal. Chi lo conosce sa che ha colpi da fantascienza, ma la sua fragilità fisica continua, anche in Qatar, a tormentarlo. Resterà, purtroppo, un’eterna promessa incompiuta. Voto N.G.
SCULLI Giuseppe, Re di Coppe: Un anno di Lazio per Giuseppe Sculli. L’attaccante ex Genoa è stato acquistato, anche un po’ a sorpresa, nell’ultima finestra di mercato invernale. Con il club capitolino tra campionato ed Europa League ha collezionato 29 presenze e realizzato 7 gol. Appena sbarcato a Roma arrivava da un brutto infortunio che fino a quel momento aveva pregiudicato il suo campionato con la maglia del Genoa. Nella Capitale grazie anche alla fiducia di Reja è tornato il giocatore di prima e in diverse occasioni è risultato decisivo. In questa stagione sta trovando con continuità anche la via della rete e se la Lazio il prossimo 16 febbraio giocherà i sedicesimi di finale di Europa League, gran parte del merito va proprio all’attaccante calabrese che con i suoi tre gol ha salvato la compagine biancoceleste nella fase a gironi. Voto 6,5
ZAMPA Enrico, Baby esordiente: Fa il suo esordio ufficiale con la maglia della prima squadra in occasione dell’ultima sfida della fase a gironi di Europa League contro lo Sporting Lisbona. Parliamo, dunque, di appena due settimane fa. Il giusto premio per un ragazzo che, in silenzio, ha lavorato meticolosamente con la Primavera, aspettando con ansia il suo momento. Nel 2011 si allena spesso con il gruppo a disposizione di Reja, venendo convocato in più di una circostanza per gare ufficiali. Con la squadra di Bollini è sempre e comunque protagonista. Verticalizzazioni e ordine sono le sue prerogative. Il 2012 può e deve essere necessariamente l’anno del definitivo salto verso il calcio che conta. Voto N.G. (7 con la Primavera)
ATTACCANTI:
CECCARELLI Tommaso, Bomber in miniatura: È considerato uno dei più importanti prospetti del settore giovanile biancoceleste ma in partite ufficiali con la prima squadra non si è ancora visto, a parte qualche sporadica convocazione e la partecipazione al ritiro estivo di Auronzo di Cadore. Tommaso Ceccarelli ha vissuto il suo 2011 da assoluto protagonista nella compagine primavera esibendo calcio champagne e grappoli di gol. Stagione attuale: 16 reti in 13 partite di campionato finora disputate. Importante ok, ma non troppo ai fini di una crescita del ragazzo. Forse a gennaio sarebbe più opportuno vederlo giocare in prestito in categorie minori come la Serie B e la Lega Pro. La primavera ad oggi gli sta un po’ stretta. Il Pescara di Zeman potrebbe essere il giusto trampolino di lancio. Voto N.G. (8,5 con la Primavera)
CISSE Djibril, Enigmatico : Un giramondo, un attaccante di razza. Gol a raffica e carattere da vendere, gli ultimi due campionati in Grecia griffati con 47 gol in 61 apparizioni e oltre 200 gol in carriera. Il biglietto da visita era di quelli niente male e metteteci anche un look eccentrico, una personalità da star dello showbiz e allora ecco che il suo arrivo a Roma viene accolto da centinaia di tifosi assiepati davanti al terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, sotto al sole rovente di un 12 luglio non proprio come tanti. Djibril Cisse con Miroslav Klose, è lecito sognare. Le prime apparizioni fomentano ulteriormente le aspettative: il francese segna sempre in amichevole, sembra una macchina da gol. Il preliminare con il Rabotnicki è roba sua: all’andata fa doppietta e firma una prestazione super. L’avvio di campionato è altrettanto abbagliante, Cisse segna in casa del Milan e anche in quel caso sembra travolgente come qualche giorno dopo quando con il Vaslui segna e fa segnare (assist a Sculli per il 2-2, ndr). Poi succede qualcosa e tutti vorremmo sapere cosa. Cisse si blocca, non segna più, al derby coglie un palo clamoroso e anche la sfortuna si accanisce su di lui. Firma assist decisivi come a Cesena, Bologna e a Cagliari, contro lo Zurigo in Europa League, a Lecce. A suo modo, quindi, Cisse risulta decisivo perché i suoi passaggi vincenti portano successi e punti ma i gol, il suo pane quotidiano, diventano un miraggio e questa sua astinenza pesa: 4 gol in 22 presenze ufficiali sono poca cosa. Klose sta facendo gli straordinari, Rocchi è sempre affidabile ma la Lazio ha bisogno delle reti di Cisse per compiere il salto di qualità. Finisce il 2011 in netto calo, si è detto carico per l’inizio del nuovo anno, pronto a tornare quello ammirato con le maglie di Auxerre, Marsiglia e Panathinaikos. I tifosi aspettano, fiduciosi. Voto 6
FLOCCARI Sergio, Senza rimpianti: Bravo ragazzo, buon giocatore ma i campioni sono altri e ce ne siamo accorti con l’arrivo a Roma di Miroslav Klose che è andato proprio a sostituire l’ex giocatore del Genoa. Il suo scarno 2011 in maglia biancoceleste (soltanto tre gol in campionato) l’ha allontanato da Formello con destinazione Parma. Il giocatore è ancora di proprietà della Lazio ma, crediamo noi, nella Capitale difficilmente tornerà a giocare, se non da avversario. Voto 5
KLOSE Miroslav, La Leggenda: Erano anni che i tifosi della Lazio non potevano ammirare un simile campione, un vero e proprio fenomeno, non solo per la sua capacità di segnare in qualunque modo e risultare sempre decisivo, ma soprattutto per la sua capacità di trasformare tutta la squadra mettendo a disposizione il suo carisma e la sua esperienza. Pochi fronzoli e concretezza estrema, quando lo guardi giocare sembra di vedere un ragazzo di vent’anni in campo in un campionato di Pulcini tanta è la sua superiorità rispetto agli altri. Decisamente di un’altra categoria, potrebbe tranquillamente campare di rendita visti i suoi trascorsi in campo internazionale, e invece nei momenti di difficoltà è il primo a dare l’esempio ai compagni, mettendo in un cassetto il suo curriculum chilometrico e andando a rincorrere l’avversario di turno nemmeno fosse uno Scaloni qualunque. Un professionista vero che alla tenera età di 33 anni ha deciso di rimettersi in gioco per inseguire una convocazione in Nazionale in vista dei prossimi campionati europei e raggiungere Gerd Muller nella classifica dei bomber tedeschi di tutti i tempi. Molti addetti ai lavori parlavano di lui come di un campione sul viale del tramonto, ma Miro “Mito” Klose, al suo primo anno in un campionato difficile come quello italiano, ha risposto adattandosi in maniera eccezionale e risultando fino a questo momento il giocatore più decisivo della Serie A con i suoi (tutti pesantissimi) 11 gol e 6 assist. Impreziosisce ulteriormente un avvio di campionato praticamente perfetto con la sublime rete all’ultimo secondo nel derby che riporta alla Lazio un primato cittadino che mancava da troppo tempo, entrando così di diritto nel cuore dei tifosi e nella storia di questa società. Voto 9
KOZAK Libor, Ariete decisivo: Il colossale attaccante ceco si è sempre battuto come un leone, gettato nella mischia quasi sempre nel momento del massimo sforzo. Ha dimostrato di avere il gol nel DNA, trascinando la Lazio quando la mancanza di incisività in avanti cominciava a farsi pesantemente sentire. A suon di gol e buone prestazioni si è guadagnato la stima di Reja, solitamente avaro di considerazione nei confronti dei più giovani. La polemica innescata contro i suoi presunti gomiti alti non ha fatto che confermarne la pericolosità agli occhi degli avversari, in tutti i sensi. Peccato che da settembre in poi abbia trovato poco spazio, complice l’esplosione di Klose, e i gol pesanti di Rocchi. Andrebbe dato in prestito, per far maturare l’esperienza necessaria ad uno dei giovani più incisivi visti negli ultimi anni dalle parti di Formello. Voto 7
ROCCHI Tommaso, Recordman: Comincia nel peggiore dei modi il 2011 del Capitano. Un infortunio al ginocchio che da gennaio lo ha tenuto lontano dalla sua Lazio fino ad aprile. Poi nell’ultimo scorcio della stagione, ricorda a tutti chi è Tommy-gol e quanto sia fondamentale per la Lazio, nonostante i suoi 34 anni: nelle ultime quattro partite del campionato, due gol e due assist e quel sogno di centrare i 100 gol in maglia biancoceleste. L’arrivo nella Capitale di due campioni come Klose e Cisse nel mercato estivo gli riservano panchine e poca considerazione da parte di Reja. Lui, da capitano vero, aspetta in silenzio il suo momento, la crisi da gol del bomber francese gli dà una mano. È il momento del rilancio, è il momento di tornare titolare e di mettere la sua firma nella storia della Lazio: 6 gol tra campionato ed Europa League in questa nuova stagione, quella rete contro il Cagliari resterà indimenticabile, è la rete dei 100 gol in biancoceleste. Ora Rocchi ha un nuovo obiettivo, con la doppietta rifilata al Novara ha raggiunto quota 102. Un altro mito, Bruno Giordano, è vicino. E comincia a tremare, perchè Rocchi non ne vuole sapere di fermarsi. Voto 7
ZÀRATE Mauro, Indecifrabile: Le parole di Ranieri, pronunciate subito dopo Natale, sono state una sentenza, ma forse il tecnico nerazzurro non è andato lontano dalla verità. “Spesso stacca la spina, si assenta”, forse è questo il vero problema di un calciatore che nei piedi ha sempre avuto una tecnica sopraffina. Il 2011 laziale di Mauro Zàrate è lo specchio fedele delle contraddizioni di questo calciatore. Dopo un inizio d’anno vissuto con più ombre che luci, la stella di Maurito torna a brillare con gli albori della primavera. Il numero 10 rientra in forma, sembra sulla strada giusta per tornare ad essere quello del primo anno, incanta a Milano e a Catania, in casa contro il Cesena, partite in cui trascina la Lazio e regala gol e assist. Poi Udine, crocevia fondamentale per la Champions: Zàrate sbaglia (calciandolo malissimo) il rigore che, sul 2-0 per i bianconeri, avrebbe riaperto la partita. Nonostante questa macchia chiude la stagione con 9 gol e 8 assist. Ma il rapporto con Reja è pessimo: gli arrivi di Klose e Cisse e lo spettro di una stagione in panchina fanno il resto. Maurito chiede la cessione e il tecnico goriziano non si oppone. Si fa avanti l’Inter e Zàrate se ne va l’ultimo giorno di mercato ma anche a Milano la storia non cambia. Considerando in toto il suo 2011 non raggiunge di poco la sufficienza, soprattutto perchè ha mezzi e qualità importanti che forse non riesce a sfuttare al meglio. Anzi, senza il forse. Voto 5,5
[Marco Ercole – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]