La Lazio vola in testa come l’aquila. Finalmente Zarate!

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VERONA – La Lazio espugna Verona, come era riuscito al Brescia. Ma non lo fa in modo normale perché decide di punire il Chievo con l’arma più letale possibile: quella del contropiede. Quella che era servita ai veronesi per punire Genoa e Napoli. I biancazzurri ritrovano la vetta due anni dopo l’ultima volta che avevano respirato aria d’alta quota. Era il 28 settembre 2008. L’apparizione dell’aquila evidentemente ispira la traiettoria della squadra.

FORMAZIONI – Nel Chievo, Pioli decide di far giocare Marcolini al posto dell’ottimo Constant, scegliendo la quantità e la sostanza rispetto alla classe del francese. Nella Lazio, Reja conferma il quinto schieramento in cinque partite, lasciando a casa Foggia, deludente contro il Milan.

LA PARTITA – Il protagonista più atteso è senza dubbio Mauro Zarate che, dopo due giornate in panchina, ritorna titolare. Reja evidentemente cerca di non scontentare nessuno e di affidarsi alternativamente a diversi giocatori. Nei primi 5 minuti, l’argentino sembra dovergli dare torto perché sbaglia due appoggi e non si inserisce con i tempi giusti su una verticalizzazione di Mauri. Ma il tempo è galantuomo (ha aspettato fin troppo Mauro) e nel corso del primo tempo concede al pibe de Haedo ben tre nitide palle gol: la prima al 13’ quando soltanto la schiena di Sorrentino dice no a Zarate (perfetta verticalizzazione di Mauri); la seconda e la terza verso la fine del tempo. Prima coglie il palo con un bel tiro a girare di sinistro da fuori; quindi sciupa incredibilmente un invito al bacio di Floccari (piatto alto sopra la traversa). L’attaccante calabrese è ovunque, si abbassa spesso e si danna l’anima per giocare di squadra. Lo stesso fa Hernanes a cui Reja prima della partita (interprete Dias) aveva chiesto di giocare da trequartista. Checché ne dica Menezes, il ct del Brasile, O Profeta gioca meglio non appena arretra, cioè verso la mezzora. Fino a quel momento, la gara è assolutamente bloccata, vuoi per la specularità delle due formazioni, vuoi perché la creatività del genio non ha lo spazio necessario per riuscire ad inventare. Là davanti si sente soffocata. Così facendo, Hernanes porta fuori Rigoni e libera gli spazi per gli attaccanti. Non è un caso quindi che nei 6 minuti successivi la Lazio riesca a creare tre occasioni da rete (due di Zarate e l’altra è un gran tiro da fuori del brasiliano).

Nella ripresa lo spauracchio Pellissier (6 reti segnate alla Lazio, di cui 5 nelle ultime 4 gare) accusa dei problemi alla schiena ed è costretto ad uscire, lasciando il posto a Granoche. È un buon segno. La Lazio sembra tornare ai vecchi tempi del quadrilatero perché il modulo somiglia più ad un 4-2-2-2 con Brocchi e Matuzalem a fare scudo davanti alla difesa, Mauri ed Hernanes ad ispirare Zarate e Floccari e pronti al tempo stesso ad inserirsi. La squadra di Reja però non riesce a riprendere con lo stesso ritmo ad inizio secondo tempo. Il Chievo aumenta l’intensità e la velocità, anche e soprattutto grazie a Kévin Constant. Ma è proprio dopo un contropiede architettato dal giovane centrocampista francese che la Lazio trova il break per passare con Mauro Zarate, ancora una volta servito con il contagiri da Stefano Mauri. El pibe de Haedo sguizza via e infila Sorrentino da posizione molto defilata. Vola sotto i tifosi mimando il numero 1 con le due mani. Come a dire “uno ne dovevo fare eh”.

La Lazio capisce che l’arma per fare male al Chievo è proprio quella che ha lanciato i veronesi ai margini della testa della classifica: il contropiede. Che guarda caso funziona solitamente meglio per le squadre in trasferta. Se con la velocità aumentano le occasioni da gol, con l’intensità invece cresce il nervosismo: la Lazio non mette fuori un pallone con Brocchi a terra, il Chievo riparte e rifiuta di concedere la rimessa agli avversari. Così si accende una rissa in campo e anche in panchina la situazione si surriscalda con Giovanni Lopez che quasi viene alle mani con Squizzi. Nel finale i due tecnici (al primo confronto in A) ridisegnano le formazioni: Reja sceglie di proteggersi, facendo uscire Zarate e inserendo Ledesma. Pioli mette dentro Thereau. 4-4-1-1 contro 4-3-3. È un Chievo d’assalto. Ma è la Lazio a sfiorare il colpo del KO con Hernanes che all’86’ manca l’aggancio in area su invito di Ledesma. Il cambio di Stendardo sembra una punizione per l’ex giocatore del San Paolo, ma serve solo a proteggere l’1-0 che proietta la Lazio in testa alla classifica.

LA CHIAVE – Partita intensa, quasi noiosa per la specularità iniziale delle due formazioni. Nel finale di primo tempo, Hernanes si abbassa ed inizia a creare. La Lazio sfiora il gol quattro volte nel primo tempo e lo trova nella ripresa con l’ennesimo assist di Mauri e il primo gol di Zarate dopo 222 giorni. La gara ha bisogno di un protagonista di rottura: ne trova addirittura tre.

LA LAZIO – Sciupona nel primo tempo, spietata nella ripresa. La Lazio dimostra di poter colpire il Chievo anche nel primo tempo, quando cioè la partita è più bloccata, ma segna nella ripresa, quando cioè sono i gialloblu a spingere di più sull’acceleratore. I biancazzurri vincono la quarta gara consecutiva a Verona contro il Chievo. E a dir la verità lo fa senza troppe sorprese se guardiamo al bilancio complessivo degli incroci tra le due squadre: soltanto due vittorie casalinghe su 17 precedenti. Restando in tema di numeri, la Lazio vola in testa alla classifica dopo due anni, vince la quinta partita in trasferta nelle ultime 6, e chiude la porta per la prima volta nelle ultime 13 gare di campionato. Segna Zarate per di più, che torna al gol dopo 7 mesi e diventa il settimo marcatore stagionale della Lazio. Insomma, una macchina perfetta…

IL CHIEVO – Per la prima ora di gioco, i ragazzi della Diga non sembrano proprio la squadra con il miglior attacco del campionato (8 gol, 20% di percentuale realizzativa). Quando però Pioli decide di far entrare Constant, il Chievo si accende improvvisamente, ricordandosi di aver ottenuto la maggior parte dei propri punti proprio nei secondi tempi. Però è proprio quando i veronesi cominciano a crederci che la Lazio colpisce in contropiede e fa sua la partita. Il Chievo continua a non pareggiare (da 12 gare) e non riesce a ribaltare il risultato come era accaduto a Genova e Napoli. Curiosamente i clivensi hanno ottenuto gli stessi risultati in casa e in trasferta nelle ultime 4 gare.

[Federico Farcomeni – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]