Il gol per un attaccante è aria, ossigeno, vita. Un gol può ridare ad un centravanti quello smalto e quella serenità che un periodo no, condizionato dalla sfortuna e dagli infortuni, può togliere.
Un gol, se pesante per giunta, può davvero significare la svolta nella stagione di una punta. E’ il caso di Sergio Floccari. Partito dalla panchina (seconda consecutiva dopo quella di Napoli) e subentrato a Zarate, poco dopo ha sfruttato al meglio un grande assist di Lichtsteiner: scatto sul filo del fuorigioco e tocco preciso davanti a Mirante. 2-0 e partita in ghiaccio. Un gol, il settimo in campionato, che può valere tanto, tantissimo per il bomber calabrese.
Una rete che mancava all’ex atalantino da 77 giorni, l’ultima risaliva al 23 gennaio, Floccari siglò l’effimero vantaggio biancoceleste a Bologna, poi la Lazio cadde 3-1 sotto i colpi di Di Vaio. Due mesi e mezzo senza gol, avrebbero sfiduciato chiunque. Non Sergio, però, passato dalla convocazione in Nazionale d’inizio stagione ad un tunnel che sembrava infinito. “Floccari è un ragazzo sensibile. Ha passato un periodo complicato in cui gli infortuni l’hanno condizionato –ha dichiarato Reja in conferenza stampa- spero che questo gol lo aiuti a sbloccarsi”. L’anno scorso, Floccari, fu uno dei valori aggiunti nella conquista della salvezza laziale. 8 gol nel solo girone di ritorno, numeri importanti, da top-player. Numeri che spinsero Lotito a versare nelle casse del Genoa gli otto milioni e mezzo fissati per il riscatto. Un rigore fallito nel derby di ritorno dell’anno scorso, ma la fiducia della gente rimase intatta anche perchè Floccari se l’era guadagnata a suon di gol. Nonostante Reja, nelle due sessioni di mercato, abbia chiesto ripetutamente un centravanti, non ha mai perso la stima nei confronti di Sergio (il tecnico lo considera capace anche di agire da seconda punta), che considera un giocatore di grande importanza, il suo regista offensivo.
Un girone d’andata positivo: sei gol e la convocazione di Prandelli per le partite contro Irlanda del Nord e Serbia. Un girone d’andata in cui, anche grazie ai suoi gol, la Lazio rimase per diverse giornate in testa alla classifica. Poi il buio: prima l’infortunio alla caviglia, a dicembre, nella serata di beneficenza organizzata al Palalottomatica (match di basket e calcetto fra giocatori di Lazio, Roma e Virtus), che lo costrinse a saltare l’ultima partita dell’anno contro l’Udinese. Poi, a fine gennaio, un nuovo infortunio, stavolta al ginocchio nella gara contro la Fiorentina. Tre settimane di stop. Infine un risentimento muscolare, dopo il derby, che lo ha fermato per altri dieci giorni. Un’agonia. Difficile, quindi, trovare ritmo, forma e gol. Rete che è arrivata oggi. Il sigillo sulla gara che, per la Lazio, vale la riconquista del quarto posto. Mantenerlo significherebbe fare un piccolo capolavoro. Per completare l’opera, servono però, come una firma alla fine di un quadro, i gol di Floccari. Gol pesanti e Champions con la Lazio, per tornare a scalare le gerarchie di Prandelli. Il nuovo campionato di Floccari inizia oggi.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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