I numeri non mentono, ma non dicono nulla che non possa esser interpretato seppur parzialmente, tanto da poter render la matematica stessa un’opinione. Il Catania salvo? Un’anomalia, i numeri sembrano voler suggerire questo. Anomalo il rendimento esterno, o ancor più anomalo il rendimento interno? Indeciso tra retrocessione ed Europa League, per l’ennesimo anno il Catania si salva: 37 punti interni, sesto posto alla pari con l’Udinese, undici vittorie come Palermo, Udinese, Roma, meglio solo Inter, Lazio, Milan e Napoli; appena 4 sconfitte, terzo dietro Inter, Milan, Roma, Lazio e Napoli.
Fuori casa? Ultimi a pari punti col Brescia, appena 9, frutto di una sola vittoria: la squadra che lontano dalle mura amiche, insieme alle rondinelle, ha vinto meno di tutte, e che più di tutte ha perso: 12 sconfitte. Non meraviglia trovare, in fondo a queste classifiche, le squadre quest’anno retrocesse, con rispondenze però anche nel rendimento interno. Il Catania fa eccezione, è l’eccezione, non solo in questo.
I rossazzurri sono l’unica formazione, insieme al Parma, a non aver mai sbagliato dagli undici metri; entrano nel capitolo calci piazzati poi, col 45% delle reti complessive, realizzate su situazioni da calcio da fermo (18), sono la formazione che, percentualmente, ha ricavato di più da questo tipo di situazione e, ma non è diretta conseguenza, meno da azioni orchestrate, organizzate che hanno portato al 55% delle realizzazioni, la percentuale più bassa tra tutte le altre concorrenti.
Catania meglio nel secondo che non nel primo tempo, in osservanza della “partita lunga” spesso prerogativa di Simeone. Sono 37 i punti conquistati giocando i primi 45′, mentre sono 46 quelli che il Catania avrebbe conseguito iniziando, dallo 0-0, i secondi 45′, dato che coincide col totale di punti raccolti dal Catania, anche questo un caso non a caso.
Quarta peggior difesa esterna con 33 reti subite, peggio solo Lecce, Palermo e Roma. Imbattibilità? Un’utopia, appena 145′, la peggiore. Ben diverso il dato della sterilità, dalla 23^ alla 32^ giornata ben 486′ senza goal, a far peggio solo la Sampdoria con 871′ dalla 13^ alla 34^. Tutto cambia naturalmente al Massimino: 356′ di imbattibilità, dalla 7^ alla 15?^, per 7 gare consecutivamente a segno con 15 reti, dalla sfida col Lecce all’ultima giocata in casa, contro la Roma. La scossa di Simeone. , un effetto che i numeri stessi testimoniano. Al di là dei 24 punti in 18 gare contro i 22 in 19 di Giampaolo, il Catania argentino 100% ha segnato con uno scarto maggior del difetto difensivo: 23 reti fatte nel ritorno contro le 17 dell’andata, 28 subite nel ritorno contro le 24 dell’andata.
L’impronta del “Mago dei cambi” si nota anche nel computo delle rimonte attive e passive. Il Catania è infatti la squadra con più rimonte attive del torneo, ben 12, che tengono il conto di quante volte una formazione sia riuscita a rispondere dopo uno svantaggio riportandosi in quota punti: 7 interne, 5 esterne.
La maturazione però è arrivata alla fine, non a caso coincidente con un record, tre vittorie in tre partite, che non veniva eguagliato dall’anno del suo ingresso in vigore, il 1960. Il Catania ha chiuso la stagione con la seconda migliore prolificità in zona goal, dopo il Napoli, 15 reti di fila nelle ultime 8 uscite, di cui 2 (uniche due del campionato), siglate oltre il 90′ che sono valse 3 punti (1 pareggio Juventus + 2 vittoria Roma). Rendimento migliorato anche in trasferta, 6 reti nelle ultime 4 partite, anche se resta ingente il computo di quelle subite di fila, ben 20 in 11 partite, peggio il Lecce, 31 goal subiti divisi in 16 trasferte consecutive; nel particolare trasferta maglia nera con 28 reti per 14 gare esterne consecutive (il Cesena ne ha subite meno, 26, ma per più gare, 15).
La serie negativa massima toccata in campionato (4 sconfitte ed un pareggio) è durata dalla 18^ alla 22^ giornata, che conteggiando l’assenza di vittorie si prolunga fino alla 24^. Passando alle statistiche individuali, il Catania ha portato al goal 15 giocatori, meglio solo Inter e Bari, a pari merito con Genoa e Milan. Altra particolarità, l’apporto dei centrocampisti, ben8 reti sono arrivati da giocatori della mediana, meglio ha fatto solo il Genoa con 9 realizzazioni. Silvestre è il difensore cannoniere con 6 reti, nessun collega meglio di lui, ed inoltre è il miglior marcatore nelle reti in seconda; Lodi raggiunge in vetta Di Natale nel novero di giocatori a segno su palla inattiva di prima (segnati sempre entrando dalla panchina), tre goal ed inoltre autore dell’unica doppietta etnea del campionato. Il marcatore etneo che ha trovato più continuità in questa stagione è stato Bergessio, tre reti in tre partite. Andujar, che ha parato due rigori, è dopo Rosati il portiere da aver subito più reti su calci da fermo, ben 7, come Curci e Gillet.
Chiudiamo con la classifica fair play. Il Catania è stata la squadra a godere del maggior numero di espulsioni a favore, ben 9, e si piazza sesta nella classifica delle formazioni più corrette del Campionato (tiene conto di ammonizioni, espulsioni e giornate di squalifica comminate ai giocatori), vinta da Genoa e Milan, primi a pari merito. Peculiare il dato del Cagliari, unica formazione a non aver subito neanche un’espulsione.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]