Fa male uscire così dalla Coppa Italia, forse l’ultima strada per tornare subito in Europa. Fa male perché ce la siamo giocata senza quell’attacco che ha fatto le nostre fortune: uno è stato sommerso dai fischi di Marassi al suo ingresso con la casacca rossonera, l’altro è out per infortunio e ci auguriamo di averlo con noi almeno fino a giugno. Peccato per la grave emergenza d’organico, ma anche il Milan era a pezzi, e soprattutto bisogna interrogarsi su come la Sampdoria abbia sbagliato, e non è la prima volta, approccio tattico e mentale ad una gara di così elevata importanza.
45’ gettati alle ortiche, con la difesa messa costantemente alle strette non solo dalla classe del tandem Robinho – Pato, ma anche dal non gioco doriano, con centrocampisti bloccati, esterni inesistenti e attacco lasciato al proprio destino. Il Milan è la versione bis, con Yepes e Sokratis a far coppia difensiva, si rivede Oddo, a centrocampo è pura emergenza, Allegri getta nella mischia i nuovi arrivati Van Bommel ed Emanuelson, confermato Thiago Silva davanti alla difesa e il giovane Merkel. Sull’altro fronte Di Carlo conferma l’11 che ha fermato la Juventus, con l’unica eccezione di Maccarone al posto di Pazzini.
Il possesso palla rossonero domina la prima frazione, nella quale la Sampdoria appare spaesata, senza gioco, né identità. Gli uomini di Allegri hanno gioco facile e, dopo una conclusione da fuori di Merkel a fil palo, sbloccano il risultato al 17’ con un potente diagonale di Pato su sponda di testa di Thiago Silva in un’azione scaturita da un corner battuto alla destra di Da Costa, confermato tra i pali dopo gli exploit con l’Udinese. Ci si aspetta la reazione blucerchiata, invece non diamo segni di vita, il Milan ne approfitta per castigarci al 22’, ancora con Pato, bravo ad insaccare su servizio di Emanuelson, con l’involontaria complicità di Volta nel perdere palla in fase d’impostazione.
Merkel su cross di Oddo dal fondo, Pato dal limite e Robinho in contropiede anticipato da Accardi sul più bello sfiorano il tris prima dell’intervallo, la reazione doriana si riassume in due conclusioni di Macheda: Roma si rifugia in corner su un bolide indirizzato sotto la traversa, poi la mira è imprecisa sul diagonale tentato dal limite, la sfera termina di poco sul fondo. Nonostante le compagini ritornino in campo con i medesimi effettivi, ad inizio ripresa si intuisce subito che assisteremo ad un’altra partita. Da Costa tiene a galla il Doria, strappando la sfera dai piedi di Merkel lanciato a rete.
Il Milan cala il ritmo e forse stacca la spina della concentrazione, la Samp però getta in campo finalmente tutto quello che ha sia mentalmente, che fisicamente: Palombo, dopo 45’ di buio, comincia a far sentire la propria presenza, Guberti si prende maggiori responsabilità, gli attaccanti fanno maggiore movimento, Ziegler e Zauri si sovrappongono con costanza. Al 51’ la voglia blucerchiata di non arrendersi viene premiata dal goal di Guberti, bravo ad insaccare di testa sull’angolo più lontano, capitalizzando nel migliore dei modi un cross di Maccarone dalla destra. Troviamo energie psicofisiche che sembravano non esistere pochi istanti prima, schiacciamo il Milan, che, tranne una parata di Da Costa su conclusione di Robinho, è costretto a restare a lungo nella propria metà campo, siamo protagonisti di alcune azioni avvolgenti, Oddo e Antonini vanno in difficoltà sugli esterni, a centrocampo gli ospiti faticano a tenere palla.
È il momento buono per completare la rimonta, ma 62’ la sfera non ne vuole sapere di entrare: Macheda prova la conclusione da posizione defilata, Roma c’è, ma non trattiene, respinge sui piedi di Maccarone, la sfera schizza sul fondo. Pochi minuti dopo ci prova Guberti, su traversone di Zauri dalla destra, ma la sua conclusione di prima intenzione è dall’elevato tasso di difficoltà, la sfera viene svirgolata e l’occasione sfuma. Mister Di Carlo prova a giocarsi le carte della forza fresca, inserendo Tissone e Koman al posto di Poli e Mannini, ma il Milan, seppure a fatica, riesce a tenere.
Allegri capisce il momento di difficoltà dei suoi e inserisce prima Cassano, oggetto di fischi e insulti ad ogni tocco di palla, al posto di Robinho e Ibrahimovic per Pato. Negli ultimi minuti non abbiamo più benzina, tre impegni ravvicinati in 7 giorni si fanno sentire e il Milan non corre più pericoli. Al triplice fischio finale la squadra riceve gli applausi della Gradinata Sud, soddisfatta per la reazione della ripresa. Ora non c’è più nemmeno la Coppa Italia, resta ormai soltanto il campionato, al momento senza obiettivi alla portata, oltre agli ultimissimi giorni di mercato che vorremmo vivere evitando qualsiasi patema…
TABELLINO:
SAMPDORIA-MILAN 1-2
MARCATORI: Pato (M) al 17′ e 22′ p.t.; Guberti al 6′ s.t.
SAMPDORIA (4-4-2): Da Costa; Zauri, Accardi, Volta, Ziegler; Mannini (dal 29′ st. Koman), Palombo, Poli (dal 20′ st. Tissone), Guberti; Macheda, Maccarone. (Curci, Laczko, Cacciatore, Krsticic, Zaza). All. Di Carlo.
MILAN (4-3-1-2): Roma, Oddo, Papastathopoulos, Yepes, Antonini (dal 35′ st. Jankulovski); Vam Bommel, Thiago Silva, Merkel; Emanuelson; Robinho (dal 33′ st. Cassano), Pato (dal 41′ s.t. Ibrahimovic). (Abbiati, Abate, Calvano, Oduamadi, Cassano). All. Allegri.
ARBITRO: Mazzoleni
NOTE: Spettatori 11.458 paganti, tra cui circa 500 milanisti. Ammoniti Oddo per gioco scorretto e Maccarone per proteste. Angoli 6-5 per il Milan. Recuperi 1′ pt, 5′ st
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]