Claudio Ranieri approda sulla panchina della Roma nella scorsa stagione, alla terza giornata dopo le due sconfitte contro Juventus e Genoa che sanciscono la fine dell’era giallorossa targata Spalletti. Un anno e mezzo fa.
Il tecnico di San Saba subentra in corsa alla guida della Roma, squadra della città in cui è nato e cresciuto e per cui tifa fin da bambino, trovando una Roma confusa dagli ultimi accadimenti della gestione Spalletti, il tecnico che ha portato in alto la Roma passando per la via, spesso minata, del bel gioco. Ranieri cambia immediatamente registro ed alla sua prima conferenza stampa da allenatore della Roma annuncia: “Dimenticatevi di Spalletti e del bel gioco, il mio credo calcistico è diverso, punteremo alla solidità ed alla tenuta di squadra”.
Dopo un inizio complesso Ranieri e la sua Roma iniziano a macinare: dall’undicesima giornata, vittoria contro il Bologna per 2-1, una serie di ventiquattro risultati utili consecutivi, Inter sempre più vicina fino al sorpasso nella sfida casalinga contro l’Atalanta. Mancano cinque giornate, la Roma è davanti e Ranieri nel derby contro la Lazio tocca probabilmente il picco massimo della sua esperienza romanista: la Roma è sotto alla fine del primo tempo, il tecnico opta per la sostituzione dei due simboli della squadra, Totti e De Rossi, evidentemente troppo nervosi di fronte ad un’occasione irripetibile. I giallorossi vincono il derby, niente ora sembra poter fermare la corsa.
La serie di risultati positivi si interrompe in casa contro la Sampdoria, la gara che costa il titolo alla Roma, ed è qui che emerge in tutta la sua irruenza l’amaro destino di Claudio Ranieri. L’eterno secondo, come era già successo a Londra con il Chelsea e nelle sue esperienze spagnole alla guida di Atletico Madrid e Valencia, dove non è mai riuscito nell’impresa di vincere un campionato. Il ritorno in Italia, prima alla Juventus e poi alla Roma, non gli arreca ulteriore fortuna: l’occasione della sua vita gli viene concessa dalla presidenza Sensi proprio nella sua casa, vincere il tanto agognato tricolore alla guida della squadra del suo cuore.
E’ proprio quella sconfitta subita dalla Sampdoria a determinare, oltre al mancato titolo, la fine della storia: da lì in poi si rompe qualcosa, nello spogliatoio come nel rapporto con la stampa, vedi la conferenza pre Roma-Bologna. L’inevitabile calo di entusiasmo da parte della squadra, un ritiro estivo probabilmente fallimentare e qualche errore di troppo nelle scelte tecniche hanno fatto il resto. Paga Ranieri, a Montella l’arduo compito di riportare ordine e felicità in quel di Trigoria.
[Massimiliano Bruno – Fonte: www.vocegiallorossa.it]