Ho il computer davanti per scrivere, ma gli occhi incollati alla tv. Lo sguardo è fisso sull’intervista al papà di Simoncelli, l’ho guardata e ascoltata per tutta la sera, ammirando la forza di un uomo che ha perso il figlio, il suo migliore amico, respiro di ogni giornata. Non sono un appassionato di moto, da piccolo non andavo nemmeno in bicicletta, eppure questa tragedia mi ha colpito al cuore.
Se potessi tornare indietro, seguirei Sic molto più appassionatamente: mi sarebbe piaciuto intervistarlo, conoscerlo meglio, non leggere tutto d’un fiato la sua storia solo adesso che non c’è più. Intanto, continuo a vedere il sorriso smarrito del padre, so che devo parlare di mercato, è proprio il suo coraggio che mi spinge a farlo. Partendo proprio da un giovane talento, quel Lamela che ha esordito nella Roma con gol e applausi, lo stesso Lamela che a novembre era stato seguito da Milan e Inter, sarebbe costato un pò di meno. All’Inter uno dei suoi sponsor principali era Amedeo Carboni, al Milan la segnalazione arrivò invece da Davide Lippi, erano i giorni delle sue prime apparizioni al River. Lippi Jr. invitò Ariedo Braida in Argentina, il blitz durò almeno un paio di settimane, ci fu anche un incontro con Passarella, mentre in campo Lamela stupiva.
Un incrocio da trenta metri al debutto da titolare contro il Boca, i compagni che cercavano lui e non Ortega nei momenti di difficoltà, il prezzo che saliva dopo ogni partita. In quel periodo si poteva prendere per circa 10 milioni, lo status da extracomunitario non favorì sicuramente uno sviluppo immediato dell’operazione, brava poi la Roma a muoversi nei tempi giusti, aspettando il passaporto per tesserarlo. In realtà, Sabatini aveva puntato anche (prima ?) Alvarez, offrì più dell’Inter la notte in cui fu sancito l’accordo coi nerazzurri, decise così di non farsi sfuggire Lamela, nonostante il prezzo (15 milioni più bonus) fosse lievitato oltre ogni aspettativa. C’era anche il Napoli sull’argentino, De Laurentiis però avrebbe preferito lasciarlo crescere ancora nel suo campionato, bloccarlo e portarlo al San Paolo quando sarebbe stato protagonista e non vice di nessuno. A proposito di Napoli e di talenti: dall’anno scorso, gli osservatori azzurri seguono con attenzione Taarabt, il gioiello del Qpr. Un marocchino tutto classe e pepe, caratterino difficile da gestire, qualità facile da inserire in ogni contesto tattico. L’estate scorsa Briatore stava per cederlo al Psg di Leonardo, in Italia si era mossa la Lazio, adesso sembrano davvero maturi i tempi per una sua cessione.
Da Castel Volturno non confermano interessi concreti, eppure anche ultimamente emissari del Napoli sono stati visti in tribuna a Loftus Road (monitorato pure Faurlin, centrocampista argentino, ordine e disciplina, simile a Pazienza per intenderci), continueremo allora a monitorare le presenze a Londra, non si sa mai. Viaggi esplorativi, missioni e strategie: la Juve presto tornerà in Brasile (nel radar: Elkeson del Botafogo, Gabriel Silva del Palmeiras, Fernandes del Gremio e Romulo del Vasco), il Palermo è sulle tracce di Rodriguez, l’uruguaiano che il Cesena ha preso pochi mesi fa dal Penarol, mentre l’Atalanta ha avuto relazioni positive sul paraguaiano Caballero (attaccante dell’Olimpia, figlio d’arte) e in Svezia marca stretto sia Mervan Celik (classe 91, ala del Gais Goteborg e nazionale under 21) che Jiloan Hamad (nato a Baku nel 1990, centrocampista esterno del Malmoe, 2 presenze con la nazionale maggiore). Il pezzo è finito, ho ancora il computer davanti, l’ultimo pensiero è per Sic. E per un padre che ci fa sentire tutti suoi figli.
[Gianluca Di Marzio – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]