FORMELLO – E’ il 135esimo derby di Roma e nel quarto giorno di passione pre-gara, a Formello il popolo laziale ha risposto da par suo. Un fiume di gente, un’onda anomala di auto e clacson che nel loro concerto d’amore hanno levato il sipario sulla giornata di festa organizzata nel quartier generale biancoceleste. L’amichevole del giovedì voluta dalla gente e accordata da Reja per permettere l’abbraccio dei 5.000 innamorati di Lazio. C’erano ragazzi, c’erano famiglie, non mancavano i bambini, c’erano i nonni.
Un idillio scoccato intorno alle 14 quando la SS Lazio ha spalancato i cancelli, ha permesso l’afflusso, ma soprattutto ha dato modo alla sua gente di ammirare da vicino il proprio simbolo. Olympia, fiera, maestosa, autoritaria, si è prestata all’abbraccio della gente, ha concesso la passerella, vicino alla rete che separa il campo dalla tribuna. Flash, applausi, cori, per qualche minuto è stata lei la catalizzatrice del momento. Poi, l’ingresso sul campo centrale di Formello dei primi giocatori, ha acceso ancor di più l’entusiasmo dei supporters.
La capolista s’è ritrovata, d’un tratto, stretta nella morsa di un canto senza fine. Berni e Muslera hanno fatto capolino dal tunnel che collega gli spogliatoi con il manto erboso (prima buona notizia di giornata la presenza del portiere uruguaiano), tra l’entusiasmo generale, sono stati accolti da un fragoroso e lungo applauso, i tifosi hanno intonato i primi cori di giornata, accendendo anche torce e fumogeni, rendendo l’atmosfera ancor più suggestiva e carica di adrenalina. “Forza Lazio alè, bisogna vincere”, “Forza Lazio dai vinci per noi”, “Domenica cor veleno…“, hanno chiesto a squarciagola i 5.000 fedelissimi, oltre, naturalmente, a dedicare una miriade di slogan ai cugini giallorossi: “Chi non salta è della Roma”, il più gettonato. Il motivo è ispirato dal solito affetto per quei colori, ma le parole si sono modellate intorno al desiderio di rivalsa del nemico di sempre.
Vincere la stracittadina a Roma, rappresenta un fregio da ostentare con vanto e scherno sui vinti, sino al girone di ritorno, e stavolta forse anche qualcosa di più. Eh si..! perché quel nemico di sempre che sul campo dal 1927 prova a contendersi la leadership cittadina, stavolta appare davvero in difficoltà. Da derby a derby sono trascorsi poco più di sei mesi e i rapporti di forza nella città eterna si sono del tutto capovolti. Era il 18 aprile 2010 quando all’Olimpico la Roma capolista, lanciata in un testa a testa con l’Inter, per aggiudicarsi lo scudetto sfidava una Lazio in difficoltà, coinvolta nella lotta per non retrocedere. Uno strano gioco del destino, un testacoda inatteso, una partenza lampo dei biancocelesti e una Roma che viaggia col freno a mano tirato.
Tradotto: una Lazio prima su tutti e a dieci lunghezze dai rivali storici. Ecco la cornice dove gli uomini di Reja vogliono incastonare la loro opera d’arte. Tutto deve andare per il verso giusto e nulla va trascurato. La gente laziale lo sa e lo ha chiesto a gran voce, partendo innanzitutto dal suo condottiero. “Reja, Reja!”, ha strillato il popolo biancoceleste non appena il mister goriziano ha fatto il proprio ingresso sul terreno di gioco. Gli ha dedicato mille attenzioni, lo ha esaltato come un eroe, gli ha trasmesso la sua stima e la sua fiducia. È gioia, è euforia, è Lazio-pazzia e la ritrovata passione ha riacceso anche la voglia di applaudire i propri beniamini.
Hernanes, ancor prima dell’allenamento odierno era stato letteralmente sommerso dall’abbraccio dei tifosi fuori dal cancello d’ingresso del centro sportivo di Formello. Gli hanno chiesto di far avverare la sua Profezia, di prendere per mano la Lazio e di condurla alla vittoria nella partita più attesa e sentita della stagione. Ma soprattutto, durante la partitella contro la Primavera, gli hanno regalato delle vere e proprie ovazioni: un affetto contagioso che ha lasciato di stucco anche lo stesso fantasista brasiliano. Il talento di Recife ha sorriso ed annuito di fronte a così tanto entusiasmo, ma ne è rimasto spiazzato. A farlo entrare, ancor di più nel clima incandescente del derby, in questi ultimi tre giorni di spasmodica attesa, ci penserà il capitano, Tommaso Rocchi. Sabato sera, in ritiro, vivranno la vigilia nella stessa camera da letto, il numero 9 farà da chioccia al campione brasiliano, vestirà i panni del Paolo Di Canio di turno. Anche per lui questo pomeriggio, la gente laziale è letteralmente impazzita, gli ha dedicato il solito coro, lo ha responsabilizzato ulteriormente, gli ha chiesto l’ennesimo gol contro la Roma (sono già 5 le reti realizzate da Rocchi in 6 stagioni contro i giallorossi).
Non sono mancati naturalmente, gli incitamenti per Mauro Zàrate e per Sergio Floccari, spronato dai supporters a prendersi la rivincita sulla squadra di Ranieri dopo il rigore fallito lo scorso anno ma soprattutto dopo le sbeffeggianti dichiarazioni di Francesco Totti di qualche giorno fa. Occhi della tigre, cattiveria agonistica, voglia di vincere e di confermarsi: i sostenitori laziali ci credono, vogliono “affossare” i rivali di sempre, lo hanno chiesto in questo mite pomeriggio di novembre, sotto un cielo limpido e celeste…Con la speranza che Olympia continui a volare sempre più in alto, contro tutto e contro tutti…
[Riccardo Mancini e Alessandro Zappulla – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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