Una voce, un richiamo, una speranza. Oppure un’illusione. Comunque vada, un sogno. Bellissimo. “Lavezzi a Napoli”, di nuovo. Il ritorno, il più gradito. L’argentino rompe col Psg, ancora l’Italia nel suo destino. Napoli o Milano? Che domande. La piazza non l’ha mai dimenticato, lui ha fatto altrettanto. Nel bene e nel male. Fantasie o realtà? Chissà. Nel pazzo mondo del calciomercato, tutto è possibile.
LAVEZZI AL NAPOLI, PERCHE’ SI. Perché il Pocho è il Pocho. E’ figlio di questa terra, un argentino adottato col sangue azzurro. Il primo grande acquisto di De Laurentiis, l’unico ad aver scomodato il ricordo di Maradona per origini, estro e fantasia. Lavezzi ha fatto sognare tifosi (e tifose), ha conquistato la piazza sul campo e fuori, con la sua spontaneità, il suo carattere, la sua faccia furba e i suoi modi mai banali. In campo, poi, ha messo tutti d’accordo. Dribbling, accelerazioni, serpentine, assist. Gol pochi, ma poco importa. Con Higuain, oggi, formerebbe la coppia perfetta. Uno come lui, nei meccanismi di Benitez, servirebbe eccome. Se Callejon segna(va), ed Higuain inventa calcio, Lavezzi porterebbe quell’imprevedibilità che, a fasi alterne, garantisce Mertens e garantiva, prima dell’infortunio, Lorenzo Insigne. Il Pocho, inoltre, riaccenderebbe l’entusiasmo di una tifoseria che da tempo non riempie più gli spalti del San Paolo.
LAVEZZI AL NAPOLI, PERCHE’ NO. Pochi ricorderanno uno dei motivi principali che spinsero l’argentino a lasciare l’Italia. L’ingaggio, certo. Il prestigio, forse. La pressione dei tifosi, sicuramente. “A Napoli non posso uscire di casa” ricordò più volte Lavezzi, sollevando forse l’unico problema (se tale può essere definito) che ebbe con la piazza azzurra. Avrà forse nostalgia, il Pocho, dell’affetto estenuante dei napoletani dopo essersi confrontato con una realtà completamente diversa (e forse desolante) come quella parigina? Da un punto di vista tecnico, poi, Lavezzi potrebbe avere difficoltà a trovare una precisa collocazione nello scacchiere di Benitez. Se le sue caratteristiche andrebbero a rafforzare il reparto offensivo, la sua ‘anarchia’ tattica potrebbe scombussolare il collaudato meccanismo dello spagnolo. Né trequartista né ala. Lavezzi, in campo, è sempre stato uno spirito libero. Ora a destra, ora a sinistra, ora dietro le punte. Infine problema anagrafico: Lavezzi è prossimo ai trent’anni. L’affetto nei confronti del Napoli è smisurato, ed anche De Laurentiis – a differenza di Cavani – ha sempre avuto con l’argentino un rapporto speciale. Ma l’imprenditore che va oltre i sentimenti, sa benissimo che un calciatore del genere (con un ingaggio del genere, circa 4.5 milioni netti all’anno) non frutterà alcun guadagno alla società (in termini di plusvalenze) nei prossimi anni. Vale davvero la pena cedere?
[Fabio Tarantino – Fonte: www.tuttonapoli.net]