Per risalire al dato di 57 gare ufficiali, bisogna andare molto indietro. Una stagione indimenticabile, quella che ha portato lo scudetto alla Lazio di Cragnotti: 1999/2000. Sulla panchina biancoceleste c’era Eriksson, che portò la squadra a brindare uno scudetto che mancava da tanto tempo in un campionato però, a 18 squadre. diventò campione d’Italia dopo 34 partite. Era stata eliminata ai quarti di Champions League (inizio aprile) dal Valencia dopo il crollo al Mestalla nella gara d’andata. Riuscì, dopo aver vinto lo scudetto, ad alzare la Coppa Italia nella doppia finale con l’Inter (8 partite totali). Ma quella stagione si era già aperta nei migliori dei modi perché arrivò la vittoria più bella, quella che portò la Lazio sul tetto d’Europa.
Sì perchè quella stagione ricca di trionfi faceva ben sperare già verso la fine di agosto del 1999: a Montecarlo i biancocelesti vincono 1-0 con un gol di Salas contro il Manchester. Altri dati: da gennaio a metà aprile, in poco più di 100 giorni, la Lazio ha giocato 6 partite di Europa League e 3 di Coppa Italia. Significa 9 turni infrasettimanali senza contare il campionato e gli impegni di fine marzo dei nazionali. Una scusante? Forse no, ma tutte queste gare significano stress, fatica. I carichi di allenamento vengono moltiplicati, le forze fisiche ma anche mentali vanno in riserva. Raschiare il barile per le ultime energie,sembra l’unica soluzione possibile.
[Francesco Bizzarri – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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