Affermare che per la Lazio sarebbe ideale battere Napoli e Udinese, nei due scontri diretti del 7 e 29 aprile, è così scontato che sarebbe totalmente superfluo ribadirlo. O quasi. Nel caso in cui l’undici di Reja pareggiasse con una o entrambe le squadre rivali per il terzo posto, infatti, nella lotta per la Champions League entrerebbe in gioco un fattore che già lo scorso anno tirò un brutto scherzo ai biancocelesti: la differenza reti.
Lo scorso campionato, come noto, la Lazio fu costretta a cedere il passo alla stessa Udinese, sebbene la classifica recitasse per entrambe quota 66 punti. Anche la classica avulsa segnalava parità: nello scontro diretto del girone d’andata, giocato all’Olimpico, i capitolini avevano sconfitto per 3-2 i friulani, i quali si erano poi rifatti nella sfida di ritorno, quando in casa vinsero per 2-1. Per assegnare il quarto posto in classifica e l’accesso ai preliminari di Champions League, fu quindi necessario ricorrere alla differenza reti generale delle due squadre: mentre il tabellino della Lazio segnava +16, con 55 gol fatti e 39 subiti, lo score dell’Udinese riportava +22, frutto di 65 reti realizzate contro 43 subite.
Il verdetto fu quindi Udinese ai preliminari di Champions e Lazio in Europa League. Ritornando ai nostri giorni, una rapida occhiata alla differenza reti di Lazio, Napoli e Udinese suggerisce immediatamente come un risultato di pareggio negli scontri diretti potrebbe rivelarsi controproducente per i biancocelesti. La squadra di Edy Reja, infatti, ha realizzato finora 43 gol, ma ne ha subiti ben 34, totalizzando l’attuale differenza reti di +9. Il team di Francesco Guidolin, dal canto suo, ha segnato finora 40 reti, incassandone 27: la differenza reti per l’Udinese è quindi di +13.
A sorridere più di tutti, su questo fronte, è però Walter Mazzarri: il suo Napoli ha messo a segno ben 54 gol (secondo attacco della Serie A dopo il Milan), mentre ha subito finora 32 reti, per una differenza reti di +22. Alla luce di questi numeri, si comprende chiaramente come un eventuale risultato di pareggio tra Lazio e Napoli e/o tra la Lazio e Udinese potrebbe alla fine risultare deleterio per i romani.
Nel girone d’andata, infatti, i biancocelesti hanno conquistato un punto in entrambi gli scontri diretti: nella gara del San Paolo dello scorso 20 novembre, un super Marchetti fermò i partenopei sul risultato di 0-0; nella sfida del 18 dicembre, allo stesso modo, Lazio e Udinese si annullarono a vicenda, uscendo dall’Olimpico con il risultato di 2-2. Un ulteriore risultato di parità, pertanto, renderebbe vano il ricorso alla classifica avulsa per l’assegnazione del terzo posto, nel caso la Lazio chiudesse il campionato a pari punti con il Napoli o con l’Udinese.
È evidente come tutto questo discorso abbia valore solo nel momento in cui si verificasse una situazione del genere, mentre a livello statistico è sicuramente più probabile che al terzo posto si piazzi in piena autonomia una sola tra queste tre squadre. L’esperienza dello scorso anno, però, ha scottato molto l’ambiente laziale, che dovette rinunciare alla gioia di una qualificazione in Champions per una manciata di gol (conseguenza di chiari demeriti propri, avendo perso punti preziosi in un finale di campionato in cui furono commessi troppi errori).
Vincere all’Olimpico contro il Napoli e contro l’Udinese al Friuli costituisce certamente un’impresa a tutti gli effetti, considerando che, con la Lazio a +3 in classifica, un pareggio non sarebbe un risultato da buttare in entrambi i casi. La differenza reti, però, suggerisce che uno sforzo in più andrebbe fatto, così da evitare il rischio che la mina vagante della differenza reti.
[Stefano Fiori – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]