Lazio-Catania 3-1: furia biancoceleste

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logo-lazioTre reti sono anche poche per descrivere la furia sprigionata dalla Lazio questa sera all’Olimpico. Il Catania è il malcapitato sparring partner di una squadra affamata di riscatto, di vittoria e anche di bel gioco. Sono tante le occasioni partorite dai bianocelesti, un tam tam continuo per tutti i 90 minuti e oltre. Il pareggio fulmineo degli etnei in apertura di match aveva fatto preoccupare i tifosi laziali: ci hanno pensato Ederson, Lulic e il redivivo Hernanes a scacciare i fantasmi e a blindare i tre punti.

FORMAZIONI – All’annuncio dell’undici biancoceleste, chi si sfregava le mani per Keita titolare sarà rimasto un tantino deluso. Petkovic risparmia il talento spagnolo – impegnato domani con la Supercoppa Primavera – e conferma Lulic alto a sinistra. È un 4-2-3-1 quello schierato dal tecnico laziale: Ledesma-Onazi in mediana, il trio Candreva-Ederson-Lulic sulla trequarti, in appoggio all’unica punta Floccari. In difesa confermati Cavanda a destra, Ciani e Cana centrali, mentre sull’out mancino fa il suo esordio stagionale Pereirinha. Il Catania risponde con il 4-4-2, la coppia d’attacco è formata da Barrientos e da Bruno Petkovic, omonimo del mister laziale. In tribuna, a sostenere i compagni, c’è il capitano Stefano Mauri, in compagnia dei suoi legali Buceti e Melandri.

PRIMO TEMPO – Chi è arrivato tardi allo stadio avrà pensato a uno scherzo del tabellone, dopo cinque minuti il risultato è già sull’1-1. Ci pensa Ederson a rompere il ghiaccio dopo appena tre giri d’orologio: Alvarez si fa scappare goffamente la punizione centrale di Candreva, Pereirinha è lesto a fiondarsi sul pallone e a servire il numero 10 nell’area piccola. Girata e gol, il brasiliano si sblocca e può sbattere le ali per festeggiare la sua prima rete stagionale. Non fanno in tempo a esultare i tifosi laziali, che gli etnei pareggiano. Cana vuole spazzare via il pallone dal limite dell’area, ma finisce per mandare in gol Barrientos: pallonetto beffardo dell’argentino, Marchetti non può farci nulla. C’è tempo per respirare? Macché! Prima un’imbucata di Ederson per Floccari rischia di far combinare la frittata ad Alvarez: a salvare la porta ci pensa il colpo di reni di Andujar. Avanti un’altro: calcio d’angolo di Candreva, sul batti e ribatti Lulic calcia in porta, ma lo stesso Alvarez respinge sulla linea. La sensazione è che l’argentino utilizzi il braccio con cui il terzino rossoblù si stava reggendo al palo. E siamo solo all’ottavo minuto. Al 14′ Cana decide di voler riscattare l’erroraccio di cui sopra: l’albanese incorna di testa imbeccato dalla punizione di Ledesma, ma non centra la porta di tanto così. Bel match all’Olimpico, la Lazio è tarantolata, vuole raddoppiare in tutti i modi. Ci prova Ederson a mandare in porta Candreva (vedi il primo gol contro il Chievo), ma il numero 87 spara alto. I biancocelesti hanno fatto il bagno nell’argento vivo, cercano a pie’ sospinto il gol del 2-1. La foga con cui la formazione di Petkovic è tanta, a volte troppa, il Catania non manca di cercare il gol furtivo in contropiede. Alla mezz’ora Ederson va a caccia dell’apoteosi personale, il suo proiettile centrale chiama alla respinta prodigiosa Andujar. Il portiere etneo però non ha le ali, non è attrezzato per i miracoli e non può nulla sulla stoccata di Lulic: è il 38′ quando il bosniaco s’invola centralmente e scocca una puntata calcettistica, palo-gol e tutti a festeggiare l’eroe del 26 maggio.

SECONDO TEMPO – Parte come aveva terminato la Lazio, il piede sempre ben pesante sull’acceleratore. Il più indemoniato è Candreva, brama il gol ma senza troppa fortuna. Al 10′ però è Almiron che va vicino al gol d’antologia: rovesciata alla Rivaldo nell’area piccola, palla di poco al lato. E mentre Candreva va disperatamente ancora alla ricerca della rete personale – altro destro da fuori, altro pallone alto sopra la traversa – Maran corre ai ripari: fuori Guarente e l’acerbo Bruno Petkovic, dentro Boateng e Leto. I piani del tecnico siciliano saltano una manciata di minuti dopo: Onazi stile Weah si fionda in area palla al piede, Bellusci lo stende al limite e si rimedia la seconda ammonizione. Il Catania è in dieci uomini, ma non demorde: al 17′ è il neo entrato Boateng a impensierire velenoso Marchetti, pallone alto di poco. Un minuto dopo c’è materiale buono per la moviola, ma di dubbi ce ne sono pochi: Spolli assesta un braccio largo sulla faccia di Ederson, rigore evidente ma non per Irrati, che lascia correre tra le proteste veementi dei laziali. La botta in volto non ferma però il brasiliano: minuto 23, filtrante delizioso per Floccari, ma il calabrese non si sblocca e calcia addosso ad Andujar. È l’ultima azione della partita per il numero 99, Petkovic lo richiama in panchina. Al suo posto? Brayan Perea. Il nuovo acquisto, tanto atteso dai tifosi biancocelesti, può finalmente bagnare il suo esordio con la maglia della Lazio. Neanche un minuto e il colombiano prova subito a segnare: il suo destro strozzato termina però a lato della porta catanese. Al 30′ Petkovic dà vita a una staffetta tutta brasiliana: fuori un superlativo Ederson, dentro Hernanes. Nel giro di una decina di minuti il Profeta sfiora il gol in due occasioni: una volta è Andujar a dire no, nella seconda il suo tap-in è respinto dalla difesa etnea. Allo scadere dei 90 minuti l’ultimo cambio per la Lazio: Candreva non riesce a vincere la sua sfida personale con la porta catanese e lascia il campo a Gonzalez. Il recupero è buono per vedere ancora due occasioni nitide per i biancocelesti. Prima Hernanes sfodera l’egoismo tipico degli attaccanti, invece di servire Perea preferisce calciare dai 25 metri: palla alta sopra la traversa. Quindi è il neo entrato Tata a chiamare alla doppia respinta da terra Andujar. Avete letto due azioni? Pardon, tre: Onazi scarica palla a Hernanes, controllo e tiro imprendibile all’angolino. Via con la capriola, il numero 8 non poteva rispondere meglio alla prestazione scialba nel derby. Lazio-Catania finisce 3-1 e dice che i biancocelesti hanno meritato ampiamente questa vittoria. Quando si ha fame si vince, lo slogan della serata è facile da coniare.

[Stefano Fiori – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]