Un tris che gli permette di eguagliare il record di Maestrelli. Piano con i paragoni, lo chiede per primo Petkovic. Il sorriso però è convinto, pieno come la soddisfazione. La Lazio vince a Verona, segna altri tre gol e si conferma prima forza del campionato insieme a Napoli e Juve. Piace questa Lazio: è cinica e divertente. Si vede la mano di Petkovic, allenatore pragmatico, con una sua filosofia ben definita. Non è un integralista del gioco offensivo, macché. Chiede ai suoi di muoversi in maniera armonica, di coprire il campo con giudizio. Si difende insieme, si attacca in tanti. Non è ancora la sua Lazio, c’è ancora da migliorare. Petkovic lo sa, sta lavorando per plasmare la squadra e portarla ancora più vicino al suo ideale: “Abbiamo fatto un ulteriore passo avanti -ha dichiarato Petko in conferenza stampa-, dimostrando solidità e stabilità“. Tre su tre. Scusate se è poco. Era arrivato tra lo scetticismo generale, in pochi lo conoscevano e il curriculum non aiutava a far scemare i dubbi. Una lunga esperienza nella tranquilla Svizzera e un esonero in Turchia, poco per scaldare i cuori dei tifosi biancocelesti.
LA STRADA GIUSTA – Dominare l’avversario e proporre gioco, il suo manifesto suonava quasi blasfemo. Le amichevoli estive erano state cassa di risonanza per chi, in lui, vedeva una scommessa persa in partenza. Petkovic ha ascoltato tutto, le critiche lo hanno caricato. Non si è scomposto, ha incassato senza replicare, non ha mai alzato i toni. E’ l’umiltà uno dei suoi tratti caratteristici, si è preso la Lazio in silenzio. Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Eccola la sua ricetta. Ad Auronzo ha sperimentato, si è dato un mese per analizzare la rosa, valutare tutti i giocatori a disposizione. E’ un allenatore che dialoga, si confronta con i giocatori, insieme a loro ha trovato la quadratura del cerchio. Hernanes è rinato, la difesa è impermeabile: Cavanda, a Verona, si è esaltato nel meccanismo quasi perfetto disegnato da Petkovic. I numeri della sfida con il Chievo parlano chiaro: la Lazio ha dominato, ha fatto diventare calcio l’idea del proprio tecnico. Maggior possesso palla (56%), più tiri (12), maggiore pericolosità (57,6% contro 36,7% del Chievo). I biancocelesti propongono calcio (615 palle giocate e il 66% di passaggi riusciti), senza mai prestare il fianco all’attacco avversario (protezione della propria area di rigore assestata al 54,9%). Dati che testimoniano il lavoro di un allenatore attento al dettaglio, supportato da uno staff competente e all’avanguardia per metodi e mezzi. La Lazio vola e Petkovic è il regista di questo exploit: “La squadra cresce, vuole migliorare e può farlo. Ha fame di successo”. Raccoglie consensi, ora, quello sconosciuto arrivato dalla Svizzera. Nessuno lo considerava, ora tutti gli battono le mani: “Ma io non ci penso. Non mi nascondevo neanche un mese fa, quando alcuni la pensavano in un certo modo. Io sono andato avanti per la mia strada e continuo a farlo ora, senza montarmi la testa. Io e la Lazio dobbiamo stare tranquilli, lavorare e continuare così”. Chapeau.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]