La nuova vita di Mauro Zarate, è partita nel silenzio e nell’umiltà delle Tre Cime di Lavaredo. Già, silenzio e umiltà, due parole che fino al maggio scorso, sembravano sconosciute nel vocabolario del calciatore argentino. Le tensioni nell’Inter, i dissapori con Ranieri prima e con Stramaccioni poi, i goal che non arrivavano. Eppure proprio il neo tecnico nerazzurro aveva provato a rilanciarlo, dandogli quella fiducia di cui lui ha sempre avuto bisogno. Probabilmente però era una fiducia a tempo che non faceva sentire Zarate parte del gruppo e del progetto futuro nerazzurro. Quella però, era una vita fa. Adesso, sembra tutto diverso. Qualcosa deve essere scattato nella testa di Zarate, che all’improvviso ha trovato quella maturità che mai aveva avuto. Ad Auronzo è stato sempre uno dei migliori, puntuale in allenamento e soprattutto atleticamente ritrovato. Come riporta anche il Corriere dello Sport, sul Monte Agudo (a 1600 metri di altezza) arrivò prima di tutti, come a dire, io ci sono ancora. L’affetto sterminato dei tifosi, che lo cercano per autografi e foto come fosse l’unico campione della Lazio, gli stanno dando quella carica di cui ha bisogno per sorridere e divertirsi.
Si ferma per ore a salutare i suoi fans, scherzando con loro che tra una foto e l’altra gli chiedono anche la luna. Lentamente sta riconquistando posizioni anche nello spogliatoio, che ormai lo vede meno viziato e pronto al sacrificio. La sua amicizia con Dias, che in passato lo rimproverò pubblicamente, è la dimostrazione che anche il gruppo biancoceleste, ha deciso di dargli un’altra possibilità. Perché se è vero che Zarate ha bisogno della Lazio per tornare ad alti livelli, è anche vero che la Lazio ha bisogno dei suoi colpi di genio per continuare a dire la sua in serie A. Lo spirito è quello giusto. Contro la Salernitana ha deliziato il pubblico dell’Arechi con le sua giocate da fuoriclasse, ricordando a volte quel giocatore che al primo anno stregò l’Olimpico e consegnò a Delio Rossi e compagni, la Coppa Italia. La società sta valutando di tenerlo. Con calma però. Prima vuole essere sicura che il suo recupero sia davvero effettivo. Troppe volte ci si è illusi prematuramente. Poi si parlerà di rinnovo, di spalmature e di futuro. Insieme a Klose potrebbe formare una delle coppie più forti d’Italia, capace di segnare e divertire come in biancoceleste non si vede da tempo. Anche Petkovic sta cercando di trovargli un posto nella sua Lazio.
Lo sta provando come attaccante, come rifinitore o come trequartista, cercando di farlo esprimere al meglio delle sue potenzialità. Lui lavora, ride insieme ai compagni e non parla mai all’esterno. Dopo tanti anni ha deciso far parlare solo il campo, concentrandosi su se stesso come mai aveva fatto. Accetta anche la concorrenza, che al contrario del passato, lo stimola per dare il massimo. Gli abbracci ricevuti a Salerno dimostrano che i compagni gli vogliono bene, perché sanno che lui può far volare questa Lazio. In una chiacchierata estiva a quasi 1800 metri di altezza, l’ex tecnico biancoceleste Reja confidò alla nostra redazione, che lo spogliatoio della Lazio non era contro Zarate a prescindere, come si diceva in giro. Se Zarate fosse tornato a fare il professionista serio, allora tutto lo spogliatoio sarebbe tornato a seguirlo senza problemi. Dipendeva solo da lui. Aveva ragione Reja, che prima di tutti cercò di recuperare il suo talento nonostante qualche incomprensione di troppo. Adesso però è iniziata una nuova vita. I sogni e i desideri dell’Argentino, sono finalmente dipinti di biancocelesti.
[Emiliano Storace – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]