Alla vigilia della notte degli spiriti maligni, la Lazio scaccia i fantasmi della sconfitta. Dias, Ledesma e Muslera guardano dallo spioncino della porta e scacciano Pinilla, Cassani, Balzaretti e Pastore, travestiti da scheletri e zucche. “Vietato entrare!” – strillano dalla serratura – “lo scherzetto ve lo facciamo noi”. Le condizioni del campo saranno pure pessime, ma questa Lazio è ottima: quarta vittoria consecutiva in trasferta (su 5 gare giocate), + 4 punti sull’Inter e la squadra di Reja arriva al derby da super-capolista.
LE FORMAZIONI – Rossi conferma lo schieramento previsto. In panchina rinuncia a Glik e Rigoni in favore di Garcia e Darmian. Stesso discorso per Reja (per la quarta giornata consecutiva) che accanto a lui porta Scaloni anziché Matuzalem (che però si accomoda accanto alla panchina con tuta di ordinanza). Via le giacche nella ripresa per una partita che diventa incandescente.
LA CHIAVE – “Prenditela con uno della tua taglia!” è il messaggio silenzioso di Reja a Balzaretti, quando sposta Mauri a destra al posto di Zarate. Ed è proprio da lì che nasce la punizione per il gol della vittoria di Dias. La seconda peggior difesa della Serie A (Palermo) contro la seconda migliore (Lazio): un dato che alla fine incide, soprattutto nel secondo caso. La Lazio subisce più falli (19-15), ma il Palermo tira di più in porta. Una partita estremamente combattuta che alla fine la squadra di Reja riesce a portare meritatamente a casa, nonostante l’inferiorità numerica e nonostante avesse subito 5 dei 6 gol stagionali dopo l’intervallo. Delio Rossi e Damato confermano la loro rispettiva allergia al pareggio quando vedono biancazzurro. Dopo Firenze, Verona e Bari si inchina anche Palermo (che conferma la sua scarsa vena al Barbera con 5 punti in 5 gare).
LA LAZIO – Reja si sgola per tentare di spronare i suoi e cambiare l’inerzia della partita nei minuti iniziali. La realtà è che il Palermo è decisamente più arrembante nella prima parte di gara, ma nessun giocatore della Lazio appare in particolare difficoltà contro un altro giocatore rosanero. Forse Zarate soffre i centimetri e la fisicità di Balzaretti, ma per il resto le chiusure sono sempre attente e volte alla ripartenza. Neanche quando Lichtsteiner si propone, la Lazio riesce a sfondare da quel lato.
La squadra di Reja prova allora a passare per vie centrali e si scopre più insidiosa. Verso il 20’ prima Ledesma, poi Radu mettono Floccari in posizione vantaggiosa rispetto alla difesa rosanero. Zarate si sposta a sinistra e Mauri va a destra. Ed è proprio il centrocampista brianzolo che si va a prendere la punizione che porta in vantaggio la Lazio al 27’: Dias si stacca dalla marcatura di Bovo e spedisce il pallone all’incrocio alla sinistra di Sirigu. È il primo gol della Lazio da calcio piazzato.
A 10’ dalla fine del primo tempo Muslera rischia tantissimo quando uno stop di troppo consente a Pastore di respingere il suo rinvio, spendendo la palla poco oltre la traversa.
Nella ripresa Reja non cambia niente e al 55’ Mauri sfiora di pochissimo il raddoppio dopo un break di Hernanes (a volte marcatura triplicata su di lui). Dieci minuti più tardi Muslera riscatta la leggerezza del primo tempo quando distende la mano sinistra su un’acrobazia di Pinilla; Radu lo salva, opponendosi di schiena al tap-in di Pastore. La Lazio però, come nel primo tempo, non dà mai l’impressione di subire troppo la pressione avversaria. Hernanes fa saltare spesso il tappo, Floccari cerca la profondità, Mauri raccoglie le punizioni e Zarate sfiora anche il gol su punizione al 72’. L’espulsione di Biava (la Favorita fischia e applaude contemporaneamente il suo ex) complica i piani di Edy Reja che stava per inserire Gonzalez (el Tata entrerà lo stesso nel finale per difendere il vantaggio). Così esce Hernanes ed entra Stendardo e il modulo diventa un 4-4-1-1. Meno qualità, più grinta e quantità. Si accendono inevitabilmente gli animi con Balzaretti e Lichtsteiner punta dell’iceberg bollente del finale di gara. Doppio prodigioso intervento di Muslera a cinque minuti dalla fine su Pinilla e Cassani. La porta della Lazio è decisamente in mani sicure: l’imbattibilità in trasferta adesso è salita a quota 341’.
IL PALERMO – I rosanero sono la squadra che ha incassato più gol nel primo quarto d’ora (3), così cercano di partire subito all’arrembaggio. Passano solo 36 secondi e Biava pecca di leziosità quando serve Pinilla. Pastore, smarcato, non riesce a piazzare il pallone, neutralizzato a terra da Muslera. Il Palermo spinge molto ma raccoglie solo un calcio d’angolo nel primo tempo. Segno che la Lazio non butta mai un pallone, anche quando va in difficoltà. Pinilla si danna per creare occasioni e raccogliere punizioni da posizioni insidiose. Ilicic e Pastore faticano ad entrare in partita. Dopo lo 0-1, il nervosismo rosanero è tangibile quando Nocerino reagisce male ad un contrasto con Hernanes. Prima dello scadere del tempo, Pastore prova a creare il gol dal nulla quando sfiora il gol in pressing su Muslera e tanta la rovesciata impossibile da fuori area. Rigore negato per un mani dubbio di Lichtsteiner su cross di Balzaretti e per il Palermo continua la maledizione del penalty (una delle 4 squadre a non aver ancora beneficiato della massima punizione).
Nella ripresa Rossi rischia qualcosa in più quando schiera Hernandez al posto di Ilicic e il modulo diventa un 4-3-1-2 con Pastore trquartista e Bacinovic più libero di agire. Per uno stiramento dovuto al riscaldamento probabilmente non effettuato a dovere, Rossi è costretto a mandare in campo il suo terzo attaccante, Maccarone (e neanche lui riesce a scaldarsi come dovrebbe) al posto di Hernandes. Arrembaggio nervoso che non porta frutto nel finale.
[Federico Farcomeni – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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