Tonfo Lazio, il primo davanti al proprio pubblico. Il Genoa si arrocca, poi fa scacco matto con Kucka e Gilardino. La voglia non basta, la squadra di Gasperini passa all’Olimpico per il terzo anno consecutivo. Dopo i passi avanti contro Cagliari e Milan (per quanto riguarda i risultati), i biancocelesti scivolano con il Grifone. Buio pesto in casa Lazio, non si trova più l’interruttore.
LE SCELTE – Hernanes non ce la fa, non supera il “provino” della mattina, Petkovic manda in campo un centrocampo tutta sostanza. Gonzalez e Onazi a protezione del posto di comando di Ledesma, tornato leader del centrocampo dopo l’infortunio muscolare di Biglia. In difesa stringe i denti Radu, il romeno fa coppia con Ciani nel suo “vecchio” ruolo, Cavanda e Pereirinha presidiano le fasce. In avanti Felipe Anderson vince il ballottaggio con Ederson e affianca Candreva e Klose dal primo minuto.
PRIMO TEMPO – Bastano pochi minuti per capire il copione della partita: il Genoa si chiude, la Lazio fatica a trovare sbocchi. Il 3-4-2-1 del Grifone (Kucka e Antonelli a supporto di Gilardino) diventa presto un 4-5-1 iperdifensivo, con Biondini e Marchese ad aiutare sugli esterni il terzetto dei centrali (Antonini – Portanova – Manfredini). La prima occasione arriva al 5’: buco clamoroso di Antonini, Felipe Anderson raccoglie e mette inmezzo per Onazi, ma il nigeriano arriva in ritardo all’appuntamento. Insiste la Lazio, prova a scardinare il fortino rossoblù, ci va vicinissima al 21’: Pereirinha si esalta sulla sinistra, salta un paio di uomini in dribbling e crossa per Klose. Il tedesco prende l’ascensore, Portanova rimane al piano terra, Perin si supera e devia in calcio d’angolo. L’assalto continua, un minuto dopo Ledesma alza la testa e inventa una palla geniale ancora per il panzer. Il tiro in spaccata di sinistro sibila il palo, Perin questa volta può solo ringraziare la sorte. La partita è a senso unico, Candreva e Felipe Anderson si scambiano di fascia, la squadra di Gasperini annaspa. Immancabile l’episodio da moviola: Candreva si invola sulla sinistra, cade per una vistosa trattenuta di Biondini, Tommasi lascia correre tra le proteste generali. L’esterno ci prova anche su calcio piazzato, ma in due occasioni Perin copre bene il proprio palo. Al 44’ il Genoa si affaccia per la prima volta dalle parti di Marchetti: Marchese fa il giro del raccordo (passa sulla pista d’atletica, dietro alle telecamere), arriva sul fondo e crossa per Gilardino. L’avvitamento dell’attaccante è da dimenticare.
LA BEFFA – La ripresa inizia col brivido. Gilardino disorienta Ciani con un movimento a mezzaluna, ma sbaglia il controllo. Marchetti è attentissimo e fa suo il pallone in uscita bassa. Al 48’ la Lazio protesta per la seconda volta: Felipe Anderson crossa al centro, la palla colpisce il braccio – largo – di Antonelli, Tommasi sorvola di nuovo. I biancocelesti faticano, non riescono a trovare spazi, la manovra è troppo lenta. La beffa arriva al minuto 60: Fetfatzidis (entrato all’intervallo al posto di Marchese) in verticale per Kucka, Cavanda si addormenta e si fa infilare alle spalle. Lo slovacco resiste al ritorno del terzino e in diagonale fredda Marchetti per il vantaggio rossoblù. La Lazio è stordita, Petkovic prova a correre ai ripari inserendo Ederson e Perea per Anderson e Gonzalez. Cambiando gli “addendi”, il risultato non cambia. Anzi, al 72’ arrivano i titoli di coda: Antonelli entra in area, si porta avanti il pallone con la testa, Ciani è scomposto e tocca la sfera con il braccio larghissimo. Penalty e trasformazione impeccabile di Gilardino, che non ripete l’errore di mercoledì scorso con il Parma. Petkovic si gioca la carta Keita (per Ledesma) e ridisegna la squadra con il 4-2-3-1. Tanti giocatori offensivi. Poco senso. Pereirinha – il migliore dei biancocelesti – mette in mezzo l’ennesimo cross, Klose svetta ma la sua conclusione è troppo centrale. La partita scivola via, il Genoa passa in trasferta con il minimo sforzo.
[Carlo Roscito – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]