Lazio: il doppio traguardo della sfida di Pioli

Divertire e non subire. È la sfida della Lazio di Pioli, che deve centrare un doppio traguardo: proporre un calcio offensivo e fare risultato, per mettere così la stagione in discesa e riportare i tifosi allo stadio. Progetto complesso ma non impossibile, bisognerà avere pazienza e conservare equilibri tattici. Pioli e il suo staff hanno voglia di dimostrare il proprio valore, lo si vede dalla determinazione che mettono in allenamento. La stessa servirà sul campo per vincere e divertire. Dalla notte di Lisbona, primo test internazionale, la Lazio è uscita con alcune conferme (Mauri, Cataldi, Keita) e con la consapevolezza di poter contare su un Felipe Anderson rigenerato rispetto alla stagione scorsa. La strada intrapresa è quella giusta, ci sono dei meccanismi da consolidare: è normale, visti i tempi e le assenze. Mancavano almeno sei titolari (Klose o Djordjevic, De Vrij, Parolo, Biglia, Lulic, Candreva) e un altro rinforzo in difesa, Lotito lo ha promesso. Come riporta il Corriere dello Sport, il mandato affidato dalla società a Pioli si conosceva, squadra costruita sul 4-3-3. Non è importante il modulo, ma la vocazione offensiva.

Un calcio aggressivo, non d’attesa e con un linea difensiva alta. In campo europeo si trovano spazi più larghi per attaccare e la Lazio a Lisbona ha dimostrato di avere già un’impronta precisa per la costruzione della manovra: triangolazioni palla a terra, cambi di gioco improvvisi. Piace la velocità nel ribaltare l’azione e la facilità nel palleggio. Davanti ci sono delle qualità importanti, Felipe Anderson ha fatto benissimo, Keita sembra in crescita rispetto ad Auronzo. Cataldi è velocissimo nella trasmissione del pallone, Mauri è l’uomo dell’ultimo passaggio e Basta si mangia la fascia in un attimo. E’ un gioco dinamico e aggressivo quello biancoceleste, il tridente offensivo – appena persa la sfera – deve essere già in pressing per recuperarla. Per questo tipo di calcio la linea mediana deve essere dinamica.

Il centrocampo a Lisbona ha sofferto molto, Pereirinha era in difficoltà nel ruolo di mezz’ala, Ledesma molto impreciso. Per l’ex Lecce non è solo una questione legata alla condizione: con questo gioco è costretto a giocare a ritmi elevati e insostenibili per le sue caratteristiche. L’italo-argentino è granitico quando gioca bloccato davanti ai due centrali, altrimenti perde lucidità e viene saltato in continuazione. Presto arriverà Biglia e si riproporrà il dualismo della scorsa estate. L’impressione è che, in quel ruolo, se avrà spazio, potrebbe esplodere Cataldi. Parolo ha corsa nel centrocampo a tre, la curiosità starà nel capire chi verrà scelto da Pioli fra l’italiano e Lulic. Il bosniaco da mezz’ala sinistra aveva trovato la sua collocazione nel girone di ritorno nella scorsa stagione. La difesa è il reparto con più rebus: superficiale Marchetti in occasione del rigore, si riscatta con due parate importanti. Basta deve stare più attento in fase difensiva, come ha fatto a Lisbona dopo un mezz’ora un po’ troppo allegra.

Accanto a De Vrij servirebbe un centrale veloce, cattivo in marcatura ed attento sul punto di vista tattico. Pioli ha spesso richiamato Cana e Novaretti perché non sempre accorciavano il campo e la marcatura quando il pallone era lontano. Per attaccare “alti”, tutta la squadra deve restare a stretto contatto dell’avversario più vicino in zona. Nel campionato italiano giocano tutti sotto la linea della palla, big comprese. Un allenatore come Pioli, che prima di sedere in panchina ha giocato come difensore, saprà trovare gli equilibri giusti.

[Claudio Cianci – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

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