In quella circostanza la Lazio è partita male, questo è vero, ma ha avuto una grande reazione nella ripresa, dimostrando di esserci sia mentalmente che a livello fisico, schiacciando i viola nella propria metà campo per una buona mezzora. Se Bergonzi (o chi per lui), non ci si fosse messo di mezzo, a Firenze sarebbe arrivato quanto meno il pari, sintomo che la squadra tiene bene il doppio impegno settimanale e che la mancanza di mezze misure va ricercata da un’altra parte. Se poi si tiene conto che dopo la vittoria casalinga contro il Maribor, la Lazio passeggiò sul prato di Pescara, liquidando gli abbruzzesi in mezzora, allora questa tesi è smontata in ogni suo cardine.
Probabilmente la causa va ricercata nel monito lanciato a più riprese dal tecnico bosniaco: la Lazio non tiene lo stesso ritmo per tutti i novanta minuti. I capitolini alternano fasi di dominio assoluto e di ottima gestione del pallone a momenti di black out, nei quali spesso lasciano troppo campo all’avversario. Di certo non è facile correre e pressare con lo stesso ritmo per tutta la durata del match, e la mancanza di ricambi adeguati avuta fino a questo momento probabilmente non ha neanche aiutato la filosofia “garibaldina” di Petkovic.
[Gianmarco Filizzola – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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