Emblematici alcuni numeri che sottolineano la fragilità della squadra
ROMA – Dopo aver abbondantemente analizzato i motivi di questa crisi di identità e di risultati, affidiamoci ad alcuni dati che – più di tante parole – evidenziano la fragilità della squadra biancoceleste. I numeri, nel lungo periodo, hanno sempre un peso determinante. E disegnano un percorso; quelli della Lazio non sono dalla parte di Petkovic. La sua idea di calcio ha prodotto buoni risultati in campo europeo, con una sola sconfitta in 18 partite. In campionato, invece, i risultati sono diversi e la sconfitta di Torino non ha fatto altro che confermare questo trend negativo. Vi riportiamo alcune statistiche pubblicate dall’edizione odierna del Corriere dello Sport, che confermano le difficoltà di questo 2013:
FILOTTO – La Lazio continua a viaggiare allo stesso ritmo tenuto nel girone di ritorno del passato campionato. Anche se le circostanze sono diverse, i numeri lo confermano. Nella passata stagione la squadra perse tante energie nella doppia semifinale di Coppa Italia (contro la Juve) e proseguendo il suo cammino in Europa League. Alla lunga, sfumato il sogno Champions, i biancocelesti cominciarono a pensare alla finale contro i rivali cittadini. L’analogia è relativa all’infortunio di Klose e allo scarso rendimento di Hernanes, giocatori che avevano dato il meglio in termini di rendimento e di gol (17 segnati in tandem) tra settembre e dicembre. La Lazio chiuse il campionato al settimo posto totalizzando appena 22 punti nel ritorno dopo aver stabilito il record (39) nel girone d’andata. Oggi è dodicesima in classifica e ancora ferma a quota 17 punti. Facendo la somma relativa al 2013 si evince l’andamento a singhiozzo della Lazio: appena 39 punti nelle ultime 34 giornate del campionato di serie A.
TRASFERTA – Le cifre, se possibile, peggiorano lontano dall’Olimpico: 4 pareggi e 4 sconfitte il bilancio parziale nel girone d’andata. L’unico successo esterno del 2013 (in campionato) risale all’8 maggio, nel giorno della vittoria contro l’Inter di Stramaccioni, 3-1 il risultato finale. Il bottino totale mette però i brividi: 1 vittoria, 7 pareggi, 10 sconfitte nelle ultime 18 trasferte in serie A. All’Olimpico di Torino non è bastato il 61% di possesso palla per creare occasioni da gol. Nell’ultimo incontro disputato, non si ricordano – a parte due tiri da fuori di Biglia e Candreva – parate vere di Padelli, quasi inoperoso per tutta la partita.
CAGLIARI – La crisi si è acutizzata negli ultimi due mesi. Dopo il derby perso alla quarta giornata, la Lazio aveva battuto agevolmente il Catania e spaventato la Fiorentina, rimontando poi anche due gol nella partita europea di Trebisonda. In seguito allo scivolone del 6 ottobre contro l’Atalanta, invece, è iniziato l’inesorabile declino. Appena una vittoria nelle ultime dieci partite, con la Lazio che non vince dal 27 ottobre, quando un super Klose piegò un Cagliari che fino all’ingresso in campo del tedesco non aveva rischiato niente. Da allora la squadra biancoceleste ha messo in fila 3 pareggi e 3 sconfitte.
DIFESA – La statistica più allarmante (al pari del magro bottino in trasferta) arriva dalla retroguardia, preoccupano i gol al passivo. Solo tre volte in quindici partite di serie A Marchetti è rimasto imbattuto. La Lazio sinora ha incassato 22 gol. E’ il dato peggiore degli ultimi venti anni. Bisogna tornare alla stagione ’92-’93, quando sulla panchina laziale sedeva Zoff, per trovare un precedente analogo: anche allora la squadra biancoceleste aveva subìto 22 gol nelle prime 15 partite di campionato. In attacco invece la Lazio viaggia sulle stesse medie delle stagioni passate. Nello scorso campionato Petkovic chiuse con 51 gol in 38 partite (ottavo attacco) e 42 reti al passivo.
ATTACCO – La Gazzetta dello Sport, invece, punta il dito sull’attacco. “Ci manca solo il gol” è il ritornello che ama ripetere il tecnico bosniaco, ormai da tanto tempo. La sua squadra ha segnato solo 19 reti in queste prime 15 giornate di campionato: per nove volte, dunque oltre il 50%, non è riuscita a segnare più di una rete. Solo Ballardini fece peggio, perché dopo 15 partite la sua Lazio di gol ne aveva fatti appena 9. Precedenti ancora più negativi a parte, sembra proprio che la rosa attuale abbia problemi gravi in zona gol. Dal 27 ottobre, a dama la squadra di Petkovic è andata 5 volte: due grazie a prodezze individuali di Keita, le altre sono un’autorete di Behrami, un colpo di testa di Ciani e un’invenzione di Cana, non esattamente due bomber, non esattamente due giocate studiate a tavolino. Ma di studiato in questa Lazio sembra esserci veramente poco.
[Niccolò Gaetani – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]